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Infrastruttura di rete: terra di mezzo dei sistemi video IP

09/05/2018

di Marco Grasselli - Regional Manager South-Eastern Europe www.comnet.net

Nella progettazione di un impianto TVCC IP, la prima necessità è identificare quale sia il cavo più adatto. La scelta può spaziare tra cavi a coppie intrecciate, coassiali, fibra ottica e wireless: ognuno presenta vantaggi e svantaggi. I cavi CAT 5e o superiori sono semplici da utilizzare, poco costosi e soprattutto spesso disponibili sui siti di installazione. Da un altro lato c’è il Wireless, con infrastruttura passiva praticamente nulla e buone larghezze di banda su buone distanze, fino a prevedere la possibilità di accesso alla rete attraverso i vettori di connettività mobile cavalcando il fenomeno crescente dell’IoT. La fibra ottica, per contro, permette di trasmettere maggiori larghezze di banda su distanze elevate, con evidenti immunità ai fenomeni elettromagnetici esterni. Probabilmente la trasmissione in fibra ottica continuerà ad essere il riferimento per la trasmissione di larghezze di banda sempre crescenti e con la maggior richiesta di throughput a 10 Gigabit, la fibra Single-Mode diventerà l’unico mezzo trasmissivo per distanze ragionevoli. All’orizzonte non sembra delinearsi la scoperta di nuovi media ma, sicuramente, si vedranno ampi miglioramenti in termini di trasferimento di potenza sui cavi di rame, trasmissione di larghezze di banda elevate su fibra ottica e su maggiori distanze, con crescenti immunità ai disturbi elettromagnetici per il Wireless.

Tornando al cablaggio “wired”, con i moderni prodotti di comunicazione, la trasmissione su rame può già oggi essere estesa su distanze elevate e, fattore più importante, estendendo anche l’alimentazione PoE. In questo contesto assume rilevanza anche la possibilità di utilizzare cavi “non convenzionali” esistenti per la trasmissione di segnale e potenza, con risparmio evidente in termini di tempo e costo per la realizzazione dell’infrastruttura. Naturalmente esistono dei limiti che, nel caso del rame, sono essenzialmente di natura elettrica: maggiore è la distanza, maggiore è la resistenza del conduttore e quindi maggiore è la caduta di tensione sulla linea. Quando la tensione al capo dell’utilizzatore diventa troppo bassa per alimentarlo correttamente, allora il sistema smette di funzionare. Questo semplice ragionamento ci deve far prestare attenzione ai sistemi che oggi promettono lunghe distanze direttamente dalle porte elettriche degli switch. Per raggiungere i risultati dichiarati, il “trucco” sta nel diminuire il throughput e soprattutto nell’aumentare la tensione di alimentazione in ingresso in modo da riuscire a trasmettere la potenza necessaria. A questo si associ il fatto che l’integrità della rete e del segnale Ethernet non può essere garantita, in quanto il segnale trasmesso comunque non risponde per definizione agli standard IEEE della trasmissione Ethernet. Diverso il caso di tecnologie che utilizzano dispositivi ai due capi del tratto di cavo con distanza superiore ai limiti del cablaggio strutturato. Questi infatti creano un sistema isolato con il quale viene mantenuta la simmetricità, il throughput e l’integrità del segnale di rete e ai cui capi del sistema il segnale trasmesso risulta un segnale Ethernet puro.

SFRUTTARE L’ESISTENTE

Un eccellente vantaggio competitivo sta nella possibilità di utilizzare le infrastrutture passive esistenti, a condizione, naturalmente, che la loro qualità sia ad un livello accettabile. La sostituzione dei cavi può essere impattante sull’attività del cliente, difficile, costosa, a volte addirittura impossibile: ad ogni modo rappresenta un rischio il cui costo è difficilmente calcolabile. Nel mercato del TVCC i cavi esistenti sono per la maggior parte coassiali e la risposta alla richiesta di alte definizioni dell’immagine con bassi costi passa attraverso il riutilizzo di questi mezzi.

Da un lato troviamo la trasmissione di cosiddetti segnali analogici in alta definizione quali AHD,HD-CVI,TVI e così via. Sicuramente presentano buone caratteristiche tecniche, ma rimane il dubbio sull’opportunità di utilizzare una tecnologia “a termine” quando ormai è evidente che tutti i sistemi si stanno muovendo verso l’IP. Inoltre ancora una volta si rischia di cavalcare tecnologie e protocolli proprietari, invece di utilizzare gli standard internazionali, con evidenti “rischi” di carattere commerciale.

DISPOSITIVI NATIVI IP

Dall’altra parte c’è la trasmissione di segnali IP puri su infrastrutture esistenti, scelta forse nell’immediato leggermente meno conveniente, ma sicuramente “future proof”, sia dal punto di vista tecnico che commerciale. Utilizzare dispositivi nativi IP permette di non vanificare l’investimento in questi apparati nell’inevitabile momento in cui la sostituzione del cablaggio diventerà necessaria per altri sistemi sullo stesso impianto. Una volta progettata l’infrastruttura in modo che sia in grado di rispondere in maniera efficace ed efficiente alle necessità di segnale e potenza, bisogna pensare anche a garantirne la continuità di servizio. Anche i sistemi video ben progettati, semplici o complessi che siano, possono naturalmente essere soggetti a guasti. Come qualsiasi sistema di comunicazione elettronica, i motivi per una perdita di video possono essere raggruppati in categorie: errore umano; progettazione impropria; problemi di cablaggio; azioni dolose; guasto degli apparati; problemi di compatibilità; interferenza elettromagnetica; problemi di alimentazione e di messa a terra. Dal punto di vista dell’infrastruttura di rete, le risposte ad ognuna di queste categorie sono semplici: formazione del personale; progettazione, installazione e configurazione da parte di personale qualificato; sicurezza intrinseca; scelta di apparati con alti MTBF e lunghe garanzie che ne certifichino la qualità costruttiva; utilizzo di standard internazionali; robustezza e certificazione dei dispositivi e infine un buon sistema di alimentazione e backup. Garantire la ridondanza in termine di utilizzatori, apparati di trasmissione, cablaggio ed alimentazione diventa un valore di importanza fondamentale proporzionale alla criticità dell’installazione. Fra tutto questo emerge un elemento nuovo per i sistemi di sicurezza, ovvero la necessità di monitorare e al contempo mettere in sicurezza l’infrastruttura. I vecchi sistemi TVCC analogici avevano bisogno di installare in luogo sicuro il sistema di videoregistrazione. Oggi invece è indispensabile rendere “Sicuro il sistema di Sicurezza”. L’utilizzo di apparati attivi di trasmissione, la necessità di remotizzare immagini e segnalazioni espongono il sistema TVCC a rischi informatici. La parola d’ordine oggi diventa Cyber Security…ma di questo parleremo un’altra volta.


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