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Certificare per fare la differenza

05/07/2017

di Luca Algeri, Direzione Generale Surveye www.surveye.it

Quante volte ci siamo trovati di fronte a capitolati di gara privi di restrizioni tecniche e, pertanto, con invito aperto a tutti? Quante e quali aziende si sentono quindi autorizzate a presentarsi ai nastri di partenza, nonostante la specifica richiesta non faccia parte per loro core business? Nel mondo della security quante volte questo accade? Elettricisti, idraulici, main contractor acquisiscono i servizi di sicurezza a tariffe sotto costo senza pesarne le conseguenze. Si trovano poi, con il prezzo proposto, impossibilitati a recuperare in modo adeguato e lecito i costi oggettivi dei lavoratori e dell’azienda, retribuzioni, contributi, fiscalità, formazione, attrezzature, gestione interna, perché le tariffe con cui si sono aggiudicati la commessa sono parecchio inferiori al costo effettivo. La domanda perciò è: come fanno ad operare in tali condizioni? Sorge spontaneo il dubbio che, in taluni casi, qualcosa non sia limpido, trasparente, rispettoso delle disposizioni/normative (tasse, contributi, equipaggiamenti, formazione…)

La guerra del prezzo è deleteria. Non si pensa minimamente alle conseguenze. E’ un modus operandi che distrugge il mercato, che penalizza aziende strutturate specializzate solo nella security: vengono meno l’etica, la professionalità, la trasparenza e il rispetto, soprattutto verso il cliente. Può capitare di rispondere a gare sotto costo, gare da utilizzare come “testa di ariete” per sfondare ed entrare in mercati che non rientrano strettamente nel proprio business; ma devono essere situazioni occasionali, non la regola, come invece accade spesso in questo mercato. Come fare per evitare tutto questo? Come impedire l’accesso al settore della security a quanti non sono in possesso delle necessarie competenze per poter operare? Come tutelare il vero system integrator che lavora con cognizione di causa e vuole costruire un sano e duraturo rapporto con il cliente, ottenendone la fiducia nel tempo?

SCREMATURA

Ci siamo relazionati con il per. ind. Mario Vago al fine di condividere quello che un progettista dovrebbe richiedere/ fare nella stesura di una gara per capire quali siano i criteri per una selezione mirata. E, sempre con lui, abbiamo cercato di comprendere anche come i produttori di sistemi dovrebbero proporsi sul mercato al fine di “proteggere” il vero system integrator da chi lavora solo sul prezzo. E’ emersa la necessità di una scrematura naturale per rendere il settore della sicurezza più sano e credibile. Mario Vago evidenzia che le aziende che affrontano il mercato della security devono essere preparate ad affrontare le nuove tecnologie e a perseguire le necessarie certificazioni rilasciate a livello nazionale dai principali enti autorizzati. Non solo, devono avere soprattutto adeguate competenze sui prodotti che le aziende sfornano quotidianamente e le cui prestazioni e tecnologie non possono essere alla portata di tutti. Devono infine conoscere, frequentare e mettere mano ai prodotti. Mario Vago, come gli altri consulenti, si trova spesso in difficoltà in quanto punto di unione tra il cliente (esigente, a volte preparato e a volte no) ed il fornitore.

CERTIFICAZIONE

L’evoluzione di questi tempi deve portare ad avere, anche all’interno delle aziende, personale responsabile della security con cui poter colloquiare in merito alle tecnologie e ai loro sviluppi, non focalizzandosi esclusivamente sul prezzo. I security manager dovrebbero frequentare corsi di formazione in modo da poter gestire un dialogo costruttivo con il consulente, considerato che è proprio lui ad interpretare i desideri e a tradurli in capitolato tecnico e progetto esecutivo. Ma non solo. Sarebbe anche utile che i fornitori aiutassero le aziende certificandole. Certificazioni strutturate, che diano credibilità.

LA SICUREZZA NON È DA TUTTI

La sicurezza è una materia multidisciplinare in quanto il tecnico deve conoscere concetti di architettura, safety, layout… La materia è più complessa di quanto si pensi, non basta “attaccare la spina” per far funzionare il meccanismo. Questo delicato argomento non può essere lasciato in mano all’ufficio acquisti, il cui compito è quello di strappare la miglior offerta. Anche perché non si tratta solo dell’installazione del sistema, che ha sì il suo peso, ma ha minor impatto rispetto alla gestione post installativa/collaudo. Deve essere presentata una documentazione che sia la più precisa e dettagliata possibile al fine di consentire una continuità del servizio indipendentemente da chi prenderà poi in mano la manutenzione. Ed è qui sta la differenza tra gare pubbliche, in cui ciò deve essere rispettato, e gare private - nelle quali, frequentemente, questo è omesso. È fondamentale che l’installatore si ponga come un partner del cliente e/o utente finale e che sia visto come una risorsa e non come un costo da tagliare. Per fare ciò la ditta installatrice deve soddisfare i requisiti sopra esposti. 



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