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Analisi del rischio in un ambiente industriale

04/07/2017

di Pierdavide Scambi, Titolare dello studio di progettazione e consulenza e formazione Scambi in Vicenza www.studioscambi.com

L’obiettivo principale da raggiungere, in un insediamento industriale, si rapporta al valore oppure all’importanza delle cose da proteggere, oltre che alla sicurezza delle persone presenti quando l’impianto è in servizio. È bene quindi sottolineare che la conduzione preliminare di un’analisi di rischio non rappresenta solo un modello di comportamento richiesto dalle norme, ma corrisponde, com’è evidente, ad un valido ed empirico comportamento professionale. L’opera degli specialisti della sicurezza non mira pertanto a rendere insuperabili le difese (obbiettivo purtroppo non realistico, specie sul piano economico e gestionale), ma mira a rendere talmente difficoltosa lo consumazione dell’atto criminoso, da rendere poco attraente per il criminale l’attacco stesso.

L'analisi di rischio in un ambiente industriale è un fenomeno intrinsecamente dinamico per varie ragioni: a) i malviventi possono mettere a punto nuove tecniche di attacco; 2) i beni possono aumentare o diminuire di valore; 3) i beni possono essere spostati da una zona all’altra dell’insediamento. Un’analisi del rischio dinamica tiene anche conto di situazioni contingenti, come ad esempio il fatto che nelle vicinanze del sito da proteggere vengano avviati dei cantieri edili, che possono mettere a disposizione attrezzature (ponteggi, automezzi pesanti ecc.) ed informazioni (controllo ravvicinato di persone non identificate).

L’UBICAZIONE

Inoltre nell’ambito dell’analisi del rischio si deve valutare l’ubicazione dell’area da proteggere. In particolare occorre indagare se l’immobile è isolato o vicino ad altri; se è posizionato in una via privata distante da strade ad alto scorrimento; se l’esterno dell’immobile è ben illuminato; se l’area è soggetta a lunghi periodi di nebbia; che tipo di porte di accesso e serrature vi sono installate; qual è il numero e la tipologia di finestre, balconi, terrazzi presenti; in che piano è ubicato il sito da proteggere. Eventuali modifiche che si dovessero manifestare successivamente alla conduzione dell’analisi di rischio dovranno essere poi attentamente valutate, per ponderare se possano comportare o meno una modifica delle decisioni precedentemente assunte.

COMPROMESSI

Da quanto sopra premesso si evince che non è possibile realizzare difese perfette (qualsiasi ambiente può essere violato – purtroppo è solo una questione di tempo) e non è possibile realizzare difese soddisfacenti senza lo studio di un ragionato compromesso tra difese fisiche, elettroniche e metodologiche. Le difese fisiche sono generalmente subordinate alla conformazione della struttura (edificio adibito a magazzino, produzione, commerciale, uffici ecc.) e all’utilizzo (accessi, zone di carico e scarico, tipo di lavorazioni, orari di lavoro ecc.). Le difese metodologiche sono invece conseguenti alle procedure sviluppate dall’azienda in riferimento alle modalità di accesso e circolazione delle persone (reception, identificazione, badge, transponder ecc.). Le difese elettroniche sono altresì determinate dal livello di prestazione dell’impianto, che è frutto sia della scelta dei componenti del sistema (antintrusione, videosorveglianza ecc.), sia della sua architettura e della conformazione.

GRADI DI SICUREZZA

Un impianto di allarme intrusione e rapina può comprendere componenti di sistemi di allarme intrusione e rapina con vari gradi di sicurezza, quando sono suddivisi in sottosistemi chiaramente definiti. Quando il sistema di allarme intrusione e rapina è suddiviso in sottosistemi, ogni sottosistema può avere un grado di sicurezza diverso. La Norma CEI EN 50131-1 “sistemi di allarme - sistemi di allarme intrusione e rapina” descrive i quattro gradi di sicurezza da considerare nella scelta delle apparecchiature. Grado 1, rischio basso - Si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano una scarsa conoscenza degli impianti di sicurezza e dispongano di una limitata gamma di attrezzi facilmente reperibili. Grado 2, rischio medio-basso - Si prevede che gli intrusi abbiano una scarsa conoscenza degli impianti di sicurezza ma utilizzino una gamma generica di utensili e strumenti portatili. Grado 3, rischio medio-alto - Si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano una discreta conoscenza degli impianti di sicurezza e dispongano di una gamma completa di strumenti e di apparecchi elettronici portatili. Grado 4, rischio alto - Viene attribuito quando la sicurezza ha la precedenza su tutti gli altri fattori. Si prevede che gli intrusi o i rapinatori abbiano le capacità e le risorse per pianificare in dettaglio un’intrusione o una rapina e che dispongano di una gamma completa di attrezzature, compresi i mezzi di sostituzione dei componenti di un impianto antintrusione.

CLASSI AMBIENTALI

La Norma CEI EN 50131-1 inoltre definisce quattro classi ambientali. La classe ambientale di ogni componente del sistema deve essere determinata dalle condizioni ambientali nelle quali si prevede che il componente debba funzionare.

Classe ambientale I, Interno - In ambienti chiusi, quando la temperatura è ben controllata.

Classe ambientale II, Interno generale - Influenze ambientali normalmente presenti in ambienti chiusi, quando la temperatura non è ben controllata (esempio corridoi, atri o scale, aree non riscaldate adibite a deposito o nei magazzini nei quali il riscaldamento è intermittente).

Classe ambientale III, Esterno riparato o interno in condizioni estreme - Influenze ambientali normalmente presenti all’aperto, quando gli impianti antintrusione non sono completamente esposti agli agenti atmosferici o, all’interno, in condizioni ambientali estreme (esempio rimesse, zone di carico e scarico, depositi esterni sotto tettoie).

Classe ambientale IV, Esterno generale - Influenze ambientali normalmente presenti all’aperto, quando i componenti degli impianti antintrusione sono completamente esposti alle intemperie (esempio prati, giardini, aree industriali esterne).

PRESTAZIONI DEGLI IMPIANTI

La Norma CEI 79-3:2012 “impianti di allarme intrusione e rapina” descrive i quattro livelli di prestazione dell’impianto di allarme intrusione e rapina. Il livello di prestazione dell’impianto può essere determinato utilizzando il metodo tabellare oppure con il metodo matematico. I metodi sono considerati equivalenti ma presentano caratteristiche diverse: il metodo tabellare è concettualmente più semplice da comprendere ma può risultare eccessivamente rigido in impianti complessi o di grandi dimensioni; il metodo matematico permette invece, grazie all’applicazione di formule matematiche che tengono in considerazione il grado di sicurezza dei componenti, il loro fattore di merito e coefficiente d’impenetrabilità, di compensare eventuali lacune di una protezione attraverso l’efficienza di un’altra misura di protezione. Il livello di prestazione minimo affinché l’impianto realizzato possa essere dichiarato conforme alla Norma CEI 79-3 è il primo. Qualora il calcolo del sottoinsieme (fA) dia come risultato un valore inferiore al primo, il sottoinsieme e quindi l’intero impianto sono considerati non classificabili e conseguentemente non conformi ai requisiti normativi. Si evidenzia che i modelli di calcolo possono essere applicati anche a porzioni di edificio.



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