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Edifici multipurpose: l’esempio dei casinò

08/04/2017

di Elvy Pianca

Multipurpose buildings, ovvero edifici con destinazioni multiple. Come gestire, in questi siti particolari, un tema ampio e circostanziato come la sicurezza? Non si può che procedere per esemplificazioni. Parleremo dunque dei casinò come caso di scuola e riscontreremo che, mentre il mercato mostra segnali di ripresa, grazie al traino dei nuovi edifici nella zona Asia-Pacifico, e al retrofit di quelli europei e americani, l’evoluzione tecnologica verso l’IP consente non solo di utilizzare videocamere sempre più perfezionate, che coprono anche gli angoli più bui, ma anche strumenti di analitica per gestire le emergenze in tempo reale ed esaminare i dati in vista di strategie marketing, integrandosi con tutti gli altri sistemi come il controllo accessi, l’antincendio e molto altro ancora.

Li chiamano “multi-purpose buildings” e, secondo ANIE Sicurezza, che ha organizzato nell’ambito della mostra convegno “Sicurezza & Oltre 2016” proprio una sessione verticale sul tema, si tratta di aree con destinazioni multiple. Ad esempio hotel, uffici, stadi, poli sanitari, centri commerciali e quartieri fieristici. E’ intuitivo che un edificio nel quale convivono diverse funzioni - come, banalmente, uffici, abitazioni e, magari, negozi - o nel quale possono essere svolte attività varie - ad esempio, un hotel, in cui ci sono gli ospiti che soggiornano, ma anche chi vi si reca per una conferenza, una mostra o un evento – presenti delle esigenze di sicurezza anch’esse diversificate e, possibilmente, integrate. E’ quello che richiedono gli operatori del settore, i quali lavorano già da tempo in direzione di un’ottimizzazione e, appunto, di un’integrazione tra i vari sistemi, principalmente videosorveglianza, antintrusione, antincendio e controllo accessi.

CASINÒ

Sono ovviamente tanti gli edifici “multi-purpose”. In questo numero, vogliamo parlare di una categoria un po’ particolare: i casinò. Molto “americani” e scenari di numerosi film, questi edifici non servono solo, o per lo meno non unicamente, per il gioco. Ne abbiamo un esempio lampante proprio in Italia, dove il celebre Casinò di Sanremo ha ospitato, fino al 1977, addirittura il Festival della Canzone Italiana, e, oggi, fornisce la “location” a numerosi eventi culturali e, ovviamente, musicali, con concerti di cantanti che hanno conseguito la notorietà proprio sul palco del vicino teatro Ariston. Prima di arrivare alle soluzioni tecnologiche, partiamo, come sempre, dai numeri e, quindi, dai dati di mercato. In generale, il mercato della sicurezza nei casinò negli ultimi 10 anni ha subito i contraccolpi della recessione mondiale ed è ovvio che, se non ci sono soldi, non c’è nemmeno la possibilità, se non la voglia, di giocarseli. Secondo il PricewaterhouseCoopers’ (PwC) Global Gaming Outlook report, il 2010 è stato il primo anno, dal 2007, in cui i numeri del mercato dei casinò negli Stati Uniti, la “patria” di questi edifici, hanno ripreso, sia pure lievemente, a salire. Per contro, negli ultimi 5 anni, le regioni EMEA hanno subito i contraccolpi più duri, e questo non solo per la crisi economica, ma per le nuove normative dei Governi, come, ad esempio, quella che ha proibito il fumo nei locali pubblici nei Paesi Europei e quella che ha limitato l’operatività delle case da gioco in numerose zone della Russia. Così, è successo che l’APAC (zona Asia-pacifico) ha superato l’EMEA nel mercato dei casinò, aumentando da 34.3 miliardi di dollari nel 2010 a 79.3 nel 2015, con un CAGR del 18.3%, e Macao ha annunciato che, nel 2013, il suo guadagno totale per ciò che riguarda i casinò ha settuplicato quello, e scusateci se è poco, di Las Vegas…E dire che, in Cina, il gioco, almeno sulla carta, è illegale…e quindi si aggira il problema frequentando le zone vicine, come appunto Macao, Singapore e le Filippine, dove stanno spuntando come i proverbiali funghi nuovi edifici davvero “multi-purpose”, con spiagge attrezzate, hotel, ristoranti, centri commerciali e, per inciso, i casinò. In ogni modo, passata la recessione, il mercato statunitense ha ripreso a crescere e, per ciò che riguarda la sicurezza, si è decisamente puntato sui sistemi di videosorveglianza IP.

INTEGRAZIONE

Ma anche nei nuovissimi casinò asiatici, o nel retrofit europeo, l’esigenza di una sorveglianza “onnicomprensiva” è ormai diventata pressante, per consentire agli operatori di tracciare e tenere sotto controllo ogni singolo evento e garantire ai loro clienti quella sicurezza che è un valore ancora più indispensabile in edifici di puro entertainment. E non solo: dato che si tratta di strutture comunque complesse e, appunto, “multi-purpose”, è anche indispensabile aggiungere alla normale routine di sicurezza le funzioni di analitica, per pianificare le operazioni, dirigere il “traffico” dei giocatori/visitatori e promuovere attività di marketing che non riguardano, magari, strettamente il gioco, ma gli eventi che si organizzano nell’edificio.

NON SOLO AL TAVOLO

Così dappertutto si assiste alla sostituzione, o, in alcuni casi, all’integrazione, delle vecchie telecamere analogiche con quelle con visione a 360° e HD, per “vedere” non solo quello che accade intorno ai tavoli da gioco o agli ingressi, ma in ogni angolo di sale e saloni, anche i più bui, grazie ai LED IR che, ormai, sono quasi di serie in tutte le videocamere. E, dato che alle persone, in particolare ai giocatori, non piace certo sentirsi “sorvegliato speciale”, questi dispositivi sono ormai talmente “discreti” da potersi mimetizzare con facilità con l’ambiente. Di sicuro, per quanto evolute, le videocamere da sole non bastano, ed ecco così diffondersi i sistemi completi di videosorveglianza IP, magari con piattaforma aperta, in modo che siano integrabili con gli altri componenti della sicurezza, come, per fare l’esempio più banale, i sensori per il controllo degli accessi. Per esempio, l’analitica video che consente di effettuare non solo il conteggio delle persone, ma di elaborare anche quelle “heat map” che sono indispensabili agli addetti alla sicurezza, e al marketing, per capire quali sono, appunto, le zone più calde”, frequentate, dello specifico edificio. Le immagini “catturate” dalle videocamere, poi, vengono registrate dai NVR e gestite dagli operatori, anche a distanza, tramite appositi software, che prevedono opzioni multiple di ricerca e, particolare non secondario, perché tutti conosciamo la “pesantezza” dei video, immagazzinate non più nei singoli dispositivi, ma in un cloud, senza, quindi, “sovraccaricare” le macchine in campo. Le piattaforme software, ormai, sono davvero “intelligenti” e consentono di centralizzare tutti i dati che provengono dai diversi sottosistemi (ad esempio, anche l’antincendio…), di sottoporli in tempo reale all’operatore, di prendere delle decisioni, di qualsiasi tipo, in tempo più che reale… Insomma, anche negli edifici “multi-purpose” la presenza di soluzioni sempre più integrate e con infrastruttura IT diventa sempre più numerosa e verso questa direzione si sta evolvendo il mercato…tenendo conto che ormai non basta certo più, in nessun edificio, raccogliere solo i video e i dati, ma analizzarli e decidere, subito, il da farsi.  

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