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Sicurezza logica e fisica: rischi e tecnologie per il settore Ospitalità

05/10/2016

di Elvy Pianca

La sicurezza negli hotel. In certe zone del mondo, è una nota emergenza. Ma anche in Europa sono tanti i rischi per gli alberghi, dal cybercrimine al furto delle identità, dai mancati audit di sicurezza, che in certi casi riguardano addirittura l’antincendio, alla troppo facile “intrusione” di persone e cose. Come combatterli? Gli “alleati tecnologici” sono tanti, a partire dai sistemi di videosorveglianza ad alta risoluzione integrati con i software per l’analisi video, ma la nuova frontiera è rappresentata, principalmente, dalla biometria, che consente anche di risparmiare tempo. Senza dimenticare le soluzioni che girano su quell’oggetto che ormai tutti abbiamo in tasca: lo smartphone.

Gli alberghi, oggi, possono essere considerati strutture critiche, dal punto di vista della sicurezza? Se l’hotel è situato in Tunisia, Egitto o certi altri Paesi dell’Africa, la risposta è ovvia: gli hotel, in particolare quelli riservati agli stranieri, sono infatti da parecchi anni una delle mire preferite degli attacchi terroristici o bellici. In Europa l’emergenza non è così pressante, ma in ogni modo la security - e anche la safety, basta pensare al solo antincendio - è un concetto indissolubile da quello di hotel, luogo dove transitano centinaia di persone diverse ogni giorno. E’ per questo che Sky Touch, adviser indipendente specializzato negli studi sulla sicurezza nel settore hospitality, redige ogni anno un “Hotel Security Radar” che, come un radar appunto, dovrebbe tracciare un’ideale rotta che eviti i principali ostacoli per proprietari e gestori di hotel, piccoli come grandi. Da qui partiamo, in questo articolo, per esaminare poi le nuove frontiere tecnologiche sul fronte della sicurezza nel settore hospitality.

TOP FIVE DEI RISCHI

Eccoci, quindi, alla “top five” dei rischi per gli hotel. Al numero 1 c’è il furto dell’identità che porta alle frodi connesse con la carta di credito. Secondo gli analisti, proteggere l’identità dei clienti è la priorità più urgente per i gestori degli alberghi. In tutto il mondo, infatti, i criminali tentano – e non di rado riescono - di entrare nei data base delle catene alberghiere, per rubare i dati della carta di credito dei clienti. E’ il nuovo “cyberborseggio”. Strettamente legato a questo, c’è il secondo rischio, il cybercrime. Gli alberghi hanno a che fare quotidianamente con fenomeni di phishing, e, più gravi, di APT, acronimo di Advanced Persistent Threats, minacce persistenti avanzate. Questo tipo di attacco si rivolge alle reti degli hotel ma, in particolare, ai sistemi Wi-Fi. E’ noto che, di solito, le reti wireless degli alberghi hanno poca protezione: sono quindi una porta aperta agli hacker, che riescono, tramite questi canali, a risalire a tutti i dati degli ospiti. La minaccia è talmente reale che, oggi, il settore delle assicurazioni per il settore dell’ospitalità propone dei pacchetti che comprendono il cyber- crimine. Già nel 2013 McAfee, la nota azienda per la sicurezza informatica, aveva rilevato che oltre il 45% degli alberghi di piccole e medie dimensioni erano stati bersaglio fin troppo facile degli attacchi elettronici.In terza posizione, ci sono i cosiddetti “audit di sicurezza”. E’ noto che l’industria alberghiera sta crescendo a ritmi vertiginosi. Ogni giorno, un nuovo hotel apre in qualche parte del mondo e, a livello globale, si parla di 1,26 milioni di strutture. Gli hotel che appartengono ad una catena o a un gruppo prevedono dei controlli di sicurezza di default, definiti dalla casa madre. E quelli privati, per mantenere lo standard, devono adeguarsi ai ritmi. Purtroppo, però, non è aumentato proporzionalmente con il numero di alberghi l’investimento in sicurezza, anzi: il divario tra professionisti dedicati proprio a questa delicata materia e i nuovi hotel cresce e diventa sempre più grande. Il rischio, di conseguenza, è anch’esso in aumento. Oggi, alcune strutture hanno deciso di diminuire la frequenza dei controlli di sicurezza, con conseguenza una perdita in affidabilità. C’è poi chi salta completamente i cicli di revisione per risparmiare denaro. Questo, purtroppo, succede anche per l’antincendio, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare (e che, per i gestori, vanno addirittura a finire nel penale). Infatti, il problema della sicurezza fisica rappresenta il quarto rischio, per importanza, per le strutture alberghiere. Abbiamo già parlato del rischio incendio, ma ci sono poi varie tecniche criminali, ad esempio giri di droga temporanei che utilizzano come “location” le camere d’albergo, o rapine in ore notturne - molto aumentate negli ultimi anni perché, contrariamente ad altre strutture, gli hotel non prevedono delle protezioni di sicurezza durante la notte. La più grande minaccia, come abbiamo già accennato, resta il terrorismo, che può portare i suoi attacchi, la cronaca ce lo insegna, in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi momento: proprio luoghi come gli hotel, i ristoranti, i parchi tematici, le navi da crociera, le attrazioni turistiche sono entrate nella lista dei bersagli ad alto rischio, in particolare, nelle zone del Medio Oriente e dell’Asia Meridionale. Al quinto posto, ma non certo trascurabile, c’è la perdita di vantaggio competitivo dopo un incidente di qualsiasi tipo, dall’incendio all’assalto alla rapina. Quando, infatti, non ci sono problemi di sicurezza in una struttura per un certo lasso di tempo, si innesca una certa rilassatezza che comporta dei rischi reali per il business. Ma prevenire è sempre meglio che curare e i costi, dopo un qualsiasi incidente, comprensivi anche della perdita di prestigio di una struttura alberghiera, sono ben piùelevati rispetto a ogni tipo di investimento in sicurezza e gestione dei rischi. La “business continuity” anche per la security è, quindi, oggi indispensabile, anche perché ci sono dei siti di recensioni di viaggio molto consultati dai futuri ospiti degli hotel che non esitano a segnalare ogni possibile tipo di problema.

LA TECNOLOGIA

Come intervenire, quindi, dal punto di vista tecnologico, visto che la formazione degli addetti e la manutenzione dei sistemi esistenti restano due punti fondamentali? Partiamo dall’esterno. Se i sistemi di rilevamento intrusi fossero sempre attivi, si potrebbero prevenire incidenti anche molto pericolosi. La videosorveglianza, integrata con il rilevamento facciale e l’analisi delle targhe dei veicoli, può aiutare a tenere fuori gli “ospiti” non desiderati. Un software di analisi video che possa essere in grado di rilevare anche gli oggetti abbandonati, se, da un lato, garantisce la sicurezza sia all’esterno sia all’interno della struttura, dall’altro consente anche il risparmio sul personale, non essendo necessari “guardie” a ogni accesso. Fra l’altro, le nuove soluzioni tecnologiche, oggi, sono anche assai poco invasive, perché questo è anche uno dei problemi dei sistemi di controllo negli alberghi, che devono presentare un’atmosfera “friendly”, non certo da centrale di polizia. Il problema è che, di solito, molti alberghi hanno ancora i vecchi sistemi di videosorveglianza analogica, mentre solo il full HD e il 4K può garantire una reale integrazione e, quindi, un approccio completo alla sicurezza.

BIOMETRIA E SMARTPHONE

Ma l’ultima frontiera nel controllo degli accessi, anche per il settore alberghiero, è oggi rappresentata dalla biometria. Secondo il rapporto “Global Biometrics in Hospitality Sector 2016-2020” di Research and Markets, la richiesta di sistemi di identificazione veramente sicuri anche nel settore alberghiero è in continua crescita con un CAGR, negli anni suddetti, previsto intorno al 27 per cento. Questa tecnologia, che si basa sulle caratteristiche comportamentali e fisiologiche di ogni individuo, quindi difficili da replicare, sembra essere il sistema più preciso e affidabile perché elimina tutti gli input manuali, i problemi legati ai documenti d’identità e la conseguente perdita di tempo al momento del check in. Se poi la biometria viene integrata in una smart card, è possibile l’autenticazione anche off line, molto comoda per le strutture che si trovano in luoghi senza un’adeguata infrastruttura di comunicazione. Inoltre, le carte intelligenti hanno il vantaggio di memorizzare molte applicazioni per scopi diversi: una smart card integrata con la biometria consente l’accesso fisico e logico. Negli ultimi anni, poi, hanno iniziato a diffondersi i “braccialetti intelligenti”, che consentono all’ospite di effettuare i pagamenti o di aprire la porta della camera, eliminando così i sistemi tradizionali. Secondo gli esperti, le tecnologie degli smartphone, cn le loro APP sempre più perfezionate, potrebbero consentire una vera e propria rivoluzione nel mondo dei sistemi di sicurezza per hotel. Certo i problemi restano, perché, di solito, le soluzioni di automazione sono proprietarie e poter interagire su tutti i tipi di telefoni e attraverso ogni provider possibile sembra davvero complicato. Ma ci si sta lavorando e, forse, proprio dalla biometria e dai nostri cellulari riusciremo a ottenere le risposte più sicure anche per il settore dell’ospitalità.



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