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Security on board: quando la sicurezza è in movimento

27/09/2015

Il sistema dei trasporti - pubblici, privati e compartecipati - è talmente articolato e complesso da non permettere una trattazione univoca, ancorché lo si affronti sotto la sola angolazione di Mercato Verticale per il comparto sicurezza. Si può però individuare una netta linea di demarcazione tecnologica tra le dotazioni di sicurezza che afferiscono i sistemi di terra (aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane, realtà portuali) e quelle che riguardano i sistemi di bordo (treni, autobus, metropolitane, taxi, flotte per trasporti di merci e valori). I due mondi rispondono infatti a dinamiche e logiche estremamente diverse e distintive. Rimandando ad altra parte della rivista la trattazione di alcuni trasporti “di terra”, ci concentreremo in questa cover story sulla security on board, che comporta sfide tecnologiche non indifferenti.

La prima buona notizia è che spending review e patti di stabilità non hanno paralizzato il mercato: si stanno infatti stagliando anche in Italia vere politiche di “marketing amministrativo” che identificano proprio nella sicurezza dei viaggiatori il punto focale delle campagne pubblicitarie di alcune Amministrazioni locali. Del resto un sistema di sicurezza a bordo dei mezzi di trasporto non solo esercita un’azione deterrente e agevola le Forze dell’Ordine nel contrasto ai fenomeni di criminalità, ma consente anche un risparmio nei costi assicurativi sostenuti dall’azienda di trasporti. I sistemi di videoregistrazione a bordo, infatti, documentano le fasi del servizio consentendo di ricostruire l’esatta dinamica degli incidenti e chiarendo le responsabilità dei soggetti coinvolti. Ciò può portare anche ad una sensibile diminuzione degli incidenti passivi e quindi ad un notevole risparmio nei costi di assicurazione. I sistemi di sicurezza anticrimine possono infatti essere collocati (e puntare) sia all’interno che all’esterno del mezzo, in modo da monitorare non solo il corretto funzionamento dei sistemi di apertura e chiusura porte (ad esempio nei bus), ma anche per valutare incidenti o individuare i responsabili di possibili atti vandalici.

Ma vediamo cosa offre il mercato.

Soluzioni complete


I vendor più evoluti(1) propongono una gamma completa di soluzioni di videosorveglianza per la ripresa, sia dell’interno che dell’esterno del mezzo, con registrazione continua delle immagini, il tutto ovviamente nel rispetto delle normative relative alla privacy. E’ possibile inoltre localizzare il sistema, il quale può misurare accelerazioni e decelerazioni del veicolo prodotti in situazioni anomale (ad es. un incidente). Le telecamere ed i videoregistratori sono poi in grado di offrire riprese in tempo reale fluide e nitide, permettendo di riconoscere i comportamenti e i movimenti che avvengono sia all’interno che all’esterno del mezzo. Tecnologie come il WDR, che consentono l’identificazione di oggetti e persone ripresi in controluce, garantiscono infi ne un elevato contrasto e fedeltà dei colori, con immagini di grande qualità anche in condizioni di illuminazione non ottimali per le riprese tradizionali.

 

E’ poi fondamentale disporre di un potente software di Video Management per la centralizzazione professionale di dispositivi mobili, che permetta di stabilire rapidamente connessioni di tipo live, playback, sessioni di backup, connessioni di tipo audio, oppure di ricevere allarmi provenienti dai veicoli. Grazie all’efficace posizionamento GPS a bordo del videoregistratore, è inoltre disponibile la geolocalizzazione su mappa dei mezzi videosorvegliati e il monitoraggio dei loro itinerari. Tutto questo presuppone però l’assolvimento di una serie di requisiti di qualità produttiva, pregiudiziali a qualsiasi tipo di proposizione d’offerta in questo campo.

Vediamoli.

Massima affidabilità

Il trasporto mobile richiede una particolare affidabilità, che si lega non solo al tema qualitativo riferito alle specifiche performance tecnologiche dei prodotti, ma anche alla robustezza dei materiali e alla loro capacità di resistenza a continui stress operativi, oltre che a condizioni climatiche e ambientali spesso sfidanti. La durata nel tempo del sistema di sicurezza, che potrebbe essere seriamente compromessa a causa delle continue sollecitazioni del mezzo, è quindi un elemento fondante per la scelta del vendor da parte dell’utente. Il riferimento temporale più comune sono i classici dieci anni di vita minima calcolata per il mezzo mobile, pezzi di ricambio inclusi. Oltre alla garanzia standard del vendor, si richiede quindi in genere l’estensione di garanzia dell’integratore fino a 5 anni per manutenzione e assistenza. Ma il dato di partenza dev’essere un vendor affidabile.

Un approfondito studio dei materiali e test rigorosi sono quindi un must per conferire ai dispositivi la resistenza necessaria alle sollecitazioni tipiche delle applicazioni in mobilità. I sistemi di videosorveglianza devono quindi essere certificati secondo le normative di riferimento (EN50155 Railway Applications ed E-Mark vehicle electrical and electronic products), che abilitano all’installazione su trasporto ferroviario - ma anche, per estensione, su gomma per il bordo mezzo. Tali certificazioni prevedono l’assolvimento di severi requisiti di resistenza e affidabilità dei prodotti riferiti allo shock termico (-40 +70 gradi), alle interferenze elettromagnetiche e alle vibrazioni. La certificazione rail più recente, la EN 45545 (Railway applications - Fire protection on railway vehicles), è infine dedicata al rilascio di fumi tossici in caso di incendio. Per quanto riguarda la protezione antivandalo, le certificazioni IK10 (che accertano la conformità ai parametri di robustezza e resistenza agli urti definiti dalle norme IEC 62262 e IEC 60068-2-75), sono lo standard di riferimento per un’adeguata difesa dei dispositivi di ripresa da eventuali manomissioni(2).

E oltre

Finora abbiamo solo parlato di lotta alla criminalità e funzioni antifrode assicurativa, ma in un futuro non troppo lontano i sistemi di sicurezza installati su mezzi mobili si potrebbero utilizzare come migliaia di occhi elettronici che si muovono sul territorio e che si aggiungono a quelli di migliaia di altre telecamere urbane, ma anche degli agenti di polizia, dei vigilantes e dei comuni cittadini. Le telecamere sui bus potrebbero infatti già essere utilizzate anche per la rilevazione della viabilità, del traffico e delle infrazioni stradali e – se opportunamente interconnesse con le altre reti attive di sistemi pubblici (non solo di altri sistemi di trasporto, ma anche di scuole, ospedali e reti private che si affacciano su luoghi pubblici) – potrebbero dar vita ad un complesso e pienamente funzionante “sistema di sicurezza cittadino”. Un sogno, in un’Italia dove nemmeno i diversi reparti delle forze dell’Ordine hanno accesso a database comuni? Ebbene, all’estero succede già, quindi forse sarebbe ora di un cambio di mentalità anche nel Belpaese.

 

 

(1) Come Hikvision, produttore numero 1 al mondo per la videosorveglianza professionale, che ha messo a punto una linea completa per il mondo dei trasporti, sia di terra che di bordo.

(2) Le soluzioni Hikvision per il monitoraggio su mezzi mobili sono certifi cate EN 50155, E-mark e EN 45545, nonché IK10 per la resistenza antivandalo. Sono inoltre realizzate con caratteristiche tecniche e funzionali che permettono agli utenti di defi nire in autonomia i livelli di sicurezza per la propria attività, nel rispetto delle misure minime del Codice Privacy, dall’allegato tecnico B, dal provvedimento generale di videosorveglianza e in ossequio all’art. 4 della Legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori).

 



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