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Sistemi nebbiogeni: è l'ora della riscossa

14/06/2015

La Redazione

Costi percepiti come troppo elevati, ingombro delle macchine talvolta eccessivo o antiestetico, consumi energetici ritenuti poco sostenibili, modalità di installazione vissute come troppo complesse o troppo lunghe da apprendere, e infine timore di violare le normative. Queste ed altre perplessità fanno sì che le tecnologie di sicurezza legate ai nebbiogeni coprano ora solo uno stimato 1-2% del mercato italiano degli impianti di sicurezza. Peccato, perché in alcuni paese esteri, in particolare nel Nord Europa, queste tecnologie hanno fatto letteralmente il botto. Ma le cose potrebbero presto cambiare, perché questi presunti ostacoli sono stati già superati dall’evoluzione tecnologica e spesso rappresentavano già in origine dei falsi problemi.


In Italia vengono realizzati oltre 280.000 sistemi di sicurezza, mentre il mercato dei nebbiogeni si aggira intorno alle 10.000 unità complessive: c'è quindi davvero tanto da fare.
Ma ci sono alcuni ostacoli, veri o presunti, da superare. Partiamo dal problema costo.
Se si riuscisse a far comprendere agli installatori, e di conseguenza agli utenti finali, che il sistema nebbiogeno può realmente risolvere il problema dei furti, allora il fattore costo passerebbe in second'ordine. La questione energetica, poi, è stata sostanzialmente superata sul piano tecnico.

 

La complessità di installazione, infine, è un falso problema perché un sistema nebbiogeno è probabilmente più semplice da installare di un sistema d'allarme: è quindi il timore dell'ignoto a frenare gli operatori. In verità il nebbiogeno non è che l'attuatore di un sistema d´allarme più complesso: non occorre quindi sovvertire il proprio modo di operare o abbandonare le quote di mercato già conquistate con i prodotti tradizionali perché il nebbiogeno, di fatto, è uno strumento complementare ai sistemi di sicurezza convenzionali, e non sostitutivo.

L'ora del nebbiogeno

Considerato poi che i sistemi nebbiogeni viaggiano ormai su IP (con annessi vantaggi in termini di  telemanutenzione e ricerca guasti remota) e sono governabili con smartphone e tablet, il momento è favorevole per ipotizzare un nuovo allargamento del target. In quale direzione?
Magari verso l’utenza residenziale, a condizione naturalmente che si propongano costi e consumi decisamente più ridotti. Ma per far questo, occorre per forza aumentare i numeri.
La palla passa quindi agli installatori: sta a loro prima di tutto comprendere, poi fare proprie e infine trasmettere all'utenza finale, le potenzialità del nebbiogeno. Se l’installatore, che è prima di tutto consulente di sicurezza, promuovesse con convinzione i vantaggi del nebbiogeno, cogliendo per primo l'opportunità di business in esso ìnsita, i numeri potrebbero crescere esponenzialmente.

Ma per far questo occorre superare trent'anni di cultura della sicurezza costruita sui soli sistemi d'allarme e sul TVCC – tutte tecnologie che operano più nel campo della percezione della sicurezza che della sicurezza in senso concreto. Il nebbiogeno può però integrare quell'offerta rispondendo ad un bisogno reale, e non solo percepito, di sicurezza: sventare il furto. Perché sentirsi sicuri basta a placare gli animi...finché non succede qualcosa di brutto. A quel punto occorre essere davvero sicuri, e il nebbiogeno potrebbe mostrarsi un valido alleato in tal senso.

 

Per sviscerare pro e contro di questa tecnologia e ipotizzare anche qualche squarcio di futuro, a&s Italy ha condotto un'indagine su questo nuovo e appetibile mercato: appuntamento al numero 33/2015 (Giugno-Luglio): stay tuned!

 



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