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Cloud & security

14/01/2015

La Redazione

Sono tempi promettenti per la sicurezza cloud-based: superata l’iniziale diffidenza, molte imprese guardano con crescente interesse ai vantaggi che questa soluzione è in grado di offrire sul piano della flessibilità, dell’abbattimento dei costi e della scalabilità. La “nuvola” ha anche attirato l’attenzione delle grandi corporation, da IBM a Microsoft, e attraverso l’impegno anche di colossi della sicurezza, è oggi proposta al mercato con soluzioni affidabili e sofisticate. Le più recenti direttrici di sviluppo di questa tecnologia – che stanno portando alla ribalta il cloud ibrido e il personal cloud – dovrebbero poi offrire nuove opportunità di crescita. Al punto che la società di ricerca MarketsandMarkets stima per il mercato globale della cloud security un tasso annuo medio di crescita del 15,7% nel periodo 2014-19, pari a un raddoppio del valore complessivo – da 4,2 a 8,71 miliardi di dollari.

I servizi di sicurezza cloud-based sono sempre più popolari per i vantaggi che offrono in termini di flessibilità, abbattimento dei costi e scalabilità. Il trend è in crescita soprattutto a partire dal 2010, quando molte organizzazioni hanno cominciato ad adottare la “nuvola” per rendere più efficienti, agili e flessibili le proprie infrastrutture IT. Non stupisce quindi che MarketsandMarkets stimi per questo mercato un tasso annuo medio di crescita (CAGR) del 15,7%, che dovrebbe consentire di passare da un valore complessivo di 4,2 miliardi di dollari nel 2014 a 8,71 nel 2019. Secondo la società di ricerca, questo trend sarà sostenuto soprattutto da tre fattori: la sempre più ampia adozione del cloud computing da parte delle imprese medio-piccole, la massiccia diffusione dei dispositivi mobili e il diffuso impiego aziendale delle applicazioni cloud-based o Security as a Service (SaaS).

In termini geografici, le aree di maggiore crescita dovrebbero essere la regione APAC (Asia-Pacifico) e l’Unione Europea (Germania e Norvegia in particolare). Quanto ai servizi oggi più richiesti, vanno senz’altro ricordati l’e-mail security, i web security services (WSS) e l’Identity and Access Management (IAM).

Corporation tra le nuvole

Secondo un’indagine ESG, oggi il 63% delle medie e grandi imprese si avvale di soluzioni SaaS, il 33% usa Infrastructure-as-a-Service (IaaS) e il 27% impiega Platform-as-a-Service (PaaS). Inoltre, il 72% di tutte le imprese sta aumentando gli investimenti in cloud computing. Non stupisce quindi che anche le grandi multinazionali si stiano muovendo in questa direzione per anticipare le esigenze dei clienti e guadagnare quote di mercato. È il caso di IBM, che ha da poco rilevato Lighthouse Security Group, azienda fornitrice di servizi di sicurezza cloud-based. Ed è il caso della multinazionale canadese Genetec, che dopo aver siglato un importante accordo con Microsoft, ha deciso di puntare sul cloud proponendo una soluzione VSaaS alle imprese di piccole e medie dimensioni. Secondo il presidente e CEO di Genetec Pierre Racz, “nel giro di tre anni circa il 10% delle imprese a livello globale deciderà di spostare nella nuvola i propri sistemi di videosorveglianza, beneficiando così di una maggiore flessibilità”. La statunitense ADT ha seguito la strada di Genetec, proponendo soluzioni VSaaS alle piccole imprese che desiderano dotarsi di sistemi di videosorveglianza sufficientemente scalabili e flessibili. Un’altra impresa che scommette sul cloud è ioteo, fornitore belga di soluzioni IoT: “La nostra soluzione cloud-based aiuta i produttori di videocamere a valorizzare i loro punti di forza e ad approfittare dei vantaggi offerti da questa nuova tecnologia”, ha dichiarato il vicepresidente per la regione Asia Henry Ho. “Abbiamo lavorato molto sull’ottimizzazione dell’ampiezza di banda, sul miglioramento degli standard di sicurezza e sulla semplicità di installazione: i risultati ottenuti ci hanno dato grandi soddisfazioni”.

Cloud & videosorveglianza: maneggiare con cura

Fra le molteplici declinazioni della sicurezza, la videosorveglianza è forse quella che sta puntando più delle altre sul cloud. Con benefici innegabili, ma con problemi e complessità da non prendere sotto gamba. Un Libro Bianco pubblicato da Smartvue individua le principali sfide con le quali la videosorveglianza clud-based si sta oggi misurando:

  • Ampiezza di banda. La videosorveglianza cloud-based richiede il trasferimento di dati video molto pesanti fra network diversi. In mancanza di una banda sufficientemente larga, il sistema non è ovviamente in grado di funzionare – o, comunque, non è pienamente affidabile. Per fare un esempio, un piccolo negozio al dettaglio dotato di cinque telecamere HD necessita di una connessione di almeno 10 Mbps per poter trasferire i dati alla “nuvola” in tempo reale. Per fronteggiare un’esigenza di questo tipo, che può risultare assai costosa, le opzioni sono diverse: tra queste, vi è la possibilità di adottare una soluzione ibrida che archivia parte del girato su un server di proprietà e parte sul server di un provider. Esistono anche sistemi cloud a bassa risoluzione che permettono di fronteggiare almeno in parte il problema, ma questo compromesso può vanificare i vantaggi dell’alta definizione, rendendo inutile il relativo investimento. Del resto, bisogna tenere presente che le soluzioni cloud più avanzate sono in grado di ottimizzare la qualità video in funzione della velocità di connessione, dando anche la possibilità di gestire l’ampiezza di banda: il che significa evitare che la connessione sia completamente “assorbita” dalla trasmissione video.
  • Archiviazione. I costi di storage e accesso dei dati video sulla nuvola possono crescere rapidamente, quindi i conti vanno fatti con attenzione anche su questo piano. Per tornare all’esempio precedente, un sistema a cinque telecamere HD potrebbe richiedere 1 TB al mese o più, con un costo di un centinaio di dollari al mese (superiore a quello di un hard-disk drive). Cifra alla quale bisogna aggiungere alcuni oneri “nascosti” relativi al trasferimento dati e alla ridondanza.
  • Accessibilità e semplicità di utilizzo. Non vale la pena ricorrere al cloud per gestire la videosorveglianza se ci sono troppe limitazioni tecniche (ad esempio, problemi di incompatibilità) e se, in generale, l’utilizzo nel suo insieme risulta complesso. La semplicità di installazione, accesso e uso e la compatibilità con i browser più comuni dovrebbero diventare la norma per qualsiasi soluzione di videosorveglianza cloud-based.
  • Velocità. La rapidità con la quale i dati vengono trasferiti è ovviamente importante, ma dovrebbe sempre accompagnarsi alla qualità: visionare un filmato in tempo reale (o quasi) non è di grande utilità, se ciò che si vede è scadente. In proposito, occorre ricordare che un network veloce e affidabile non è garanzia di un’esperienza video soddisfacente, perché il software al quale ci si è affidati contribuisce in modo non trascurabile al risultato finale.
  • Gestione. Quando si ha la responsabilità di molteplici installazioni, centinaia di telecamere e mesi di filmati registrati, gli aspetti gestionali diventano ovviamente critici. In questo senso, le soluzioni di videosorveglianza cloud-based dovrebbero sempre offrire report affidabili sulle prestazioni del sistema nel suo insieme per consentire un intervento tempestivo in caso di problemi; allo stesso tempo, sarebbe auspicabile la diffusione di sistemi dotati di interfacce singole e semplici da usare.
  • Scalabilità e aggiornamenti continui. Poter disporre di un elevato grado di “elasticità” – ovvero usufruire di ciò di cui si ha effettivamente bisogno solo quando se ne ha bisogno – è uno dei vantaggi chiave del cloud, che offre anche la possibilità aggiuntiva di beneficiare di miglioramenti di sistema e di sicurezza e nuove funzionalità, ottenibili in modo automatico o su richiesta. Sono, questi, due aspetti essenziali sui quali lavorare per rendere il servizio sempre più funzionale alle esigenze dei clienti.

Dal cloud ibrido al personal cloud

La società di ricerca Gartner ha indicato quelle che, a suo giudizio, sono le dieci tecnologie più strategiche per le organizzazioni nel 2014. Tra queste non manca la “nuvola”. Secondo Gartner, il cloud ibrido – un sistema costituito in parte da server di proprietà e in parte da server di terzi – dovrebbe essere ormai considerato un imperativo: combinare cloud privato e pubblico permette infatti di unire i vantaggi di entrambe le soluzioni. È quindi opportuno che le imprese progettino i nuovi servizi con questa possibilità in mente, facendo il possibile per garantire l’integrazione e l’interoperabilità necessarie.

L’attuale architettura cloud/client (dove il client è rappresentato da un’applicazione che opera su un dispositivo connesso in rete, mentre il server è un insieme di servizi applicativi ospitati su una piattaforma cloud) è destinata a cambiare progressivamente per rispondere alle esigenze sempre più complesse di coloro che utilizzano dispositivi mobili. Infine, Gartner ritiene che sia ormai prossima l’era del personal cloud (gestione e archiviazione di file personali, si pensi a Dropbox), in cui l’attenzione si sposterà gradualmente dai dispositivi ai servizi.

Se la cloud security saprà cavalcare al meglio queste opportunità, gli operatori del settore (e, a maggior ragione, i clienti finali) non potranno che trarne grandi benefici.

 



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