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Wireless: killer application per l'antintrusione

04/11/2013

di Elvy Pianca

 

Antintrusione e wireless: da nemici giurati ad alleati di ferro. Perché ormai la tecnologia consente al senza fili di avere praticamente le stesse caratteristiche di certezza dei sistemi filari. E questo grazie agli algoritmi di crittografi a ma anche alla bidirezionalità, che assicura che il messaggio sia correttamente arrivato a destinazione e sia stato recepito. Alcuni operatori ci spiegano come il wireless si sia imposto con tale rapidità e come sia possibile, grazie all’assenza di cablaggio, espandere non solo le installazioni, ma anche il portfolio clienti, arrivando a pacchetti completi per l’automazione di case e uffici.

 

Il wireless si sta diffondendo a macchia d’olio anche in un mercato storicamente filare come quello dell’antintrusione. Ma come è cambiata questa tecnologia e perché, nell’opinione degli esperti così come nella pratica, è diventata “sicura” alla stregua di quelle tradizionali?

Iniziamo con il dire che wireless, cioè senza fili, vuol dire che i dati sono trasmessi non tramite il tradizionale cavo, ma per onde radio o raggi infrarossi, eliminando così qualsiasi tipo di connessione “fisica” tra i dispositivi che condividono una rete. L’idea è antica e risale almeno a Guglielmo Marconi, ma negli ultimi anni ha avuto un impulso eccezionale grazie alla diffusione e all’evoluzione della telefonia cellulare. Non è un caso che le prime “sigle” della tecnologia wireless, che adesso ci sembrano così lontane nel tempo, siano associate proprio ai telefonini: GSM, GPRS, HSCSD e UMTS.

 

Oggi si parla di Bluetooth, di WPAN, WLAN, WMAN, Wi MAX, 4G, HiperLan e di tutte le LAN che appartengono allo standard IEEE 802.11 e la rete wireless ci segue ovunque: negli aeroporti, nelle piazze cittadine, nei parchi, perfino in spiaggia.

Secondo Wikipedia, il mercato dei dispositivi wireless è schizzato dai 300 milioni di dollari del 1998 agli 1,6 miliardi del 2005. Anche perché, se un tempo, a causa del costo elevato, questa tecnologia veniva utilizzata solo dove era proprio impossibile pensare di stendere cavi (si pensi agli edifici storici), oggi, con la diminuzione dei prezzi, le reti senza fili sono entrate dappertutto, dalle industrie alle abitazioni private. Non sarà un caso che ANIE Automazione abbia creato, di recente, un gruppo specialistico wireless, per diffondere le informazioni sulle caratteristiche di tale tecnologia e interfacciarsi con tutti gli enti deputati alla regolamentazione dell’uso delle varie apparecchiature.

 

Wireless e security

 

Storicamente, il problema principale delle reti senza fili era quello della sicurezza, perché è intuitivo che i segnali radio, che vengono diffusi nell’etere, potrebbero essere intercettati. Oggi, invece, grazie agli algoritmi di crittografia e alla standardizzazione dei protocolli, non solo le reti senza fili sono diventate sicure, ma sono entrate a pieno titolo proprio nel mondo della sicurezza.

Dopo essere stato a lungo avversato, in particolare per ciò che riguarda l’antintrusione, con l’impennata dei furti degli anni 90 che vedevano i proprietari all’interno (in aumento in questo periodo), il wireless è stato utilizzato, quasi gioco forza, dai produttori dei sistemi di allarme che si sono trovati di fronte il non facile problema di proteggere tutte le aperture di una casa (porte, finestre eccetera…). E cosa si poteva utilizzare di meglio delle soluzioni via radio, con la loro semplicità di installazione? Riuscendo, infine, a superare anche le remore e diffidenze più radicate.

 

Perché, spiega Alessandro Matteucci, amministratore di Select, c’è stato anche “chi ha a lungo giocato commercialmente sull’equivoco lessicale, vendendo performance che di fatto non erano tali e che perdurano a tutt’oggi”. Ad esempio, barando sul concetto di “dual band”. All’inizio, per il settore della sicurezza, era prevista la banda radio dei 433 Mhz, ma, successivamente, è stato permesso anche l’utilizzo della banda a 868 Mhz. “Questo”, specifica Matteucci, “ha permesso una certezza esecutiva maggiore, consentendo di sfruttare contemporaneamente le due bande e limitando – almeno sulla carta – i fenomeni di oscuramento della frequenza. Peccato che alcuni si siano limitati a cercare nella banda 868 la panacea a tutti i mali, nonostante il fatto che una strada nuova è scorrevole fintanto che non viene utilizzata da tutti”.
Ma oggi la tecnologia ha raddoppiato, passando dal dual band alla quadrifrequenza: “spingendo al massimo il range consentito dalla norma e sfruttando anche le sottofrequenze, si può ottenere un sistema a dual band in quadrifrequenza che minimizza realmente la possibilità di disturbo. Allo stesso tempo, si garantisce anche un consumo ridotto, perché si utilizza una tecnologia veloce che riduce il tempo di lavoro”, chiarisce Matteucci.


Allargare la clientela

 

E non solo: grazie alle soluzioni senza fili, si può notevolmente ampliare anche il proprio portfolio di offerta commerciale, non limitandosi solo all’antintrusione, ma arrivando all’automazione di case oppure di uffici. Oggi, così, si possono trovare dei sistemi senza fili che consentono di gestire tutti i controlli con semplicità e grazie all’integrazione tra i diversi sottosistemi.

Ad esempio, per ciò che riguarda l’home automation, esistono tastiere con display LCD di grandi dimensioni e dotate, addirittura, di “supporto acustico”, che non utilizzano termini tecnici, ma di uso comune e che si “automanutengono”, avvisando, cioè, l’utente, nel caso serva un supporto tecnico o qualsiasi altro intervento di manutenzione.

Certo, il wireless rappresenta una grande opportunità, ma anche, come evidenzia Raffaele Di Crosta di Ksenia Security, “un banco di prova per i professionisti, ai quali si presenta l’opportunità di capire e far capire il reale valore dell’offerta – un valore che sta nei dettagli tecnici, nella durabilità nel tempo, nella tranquillità operativa”.

 

Per tale motivo, si punta sulla tecnologia di banda 868 MHz completamente bidirezionale, sulla gestione automatica delle potenze in gioco per la comunicazione wireless, su un controllo attento dei consumi, sull’automatica selezione dei migliori percorsi di comunicazione e, visto che questo è il problema “storico” delle soluzioni wireless, anche “la ricerca di una maggiore protezione delle comunicazione tramite cifratura con algoritmo proprietario, nonché la necessità di garantire un’affidabilità superiore contro le interferenze e nelle situazioni strutturali più diverse e complesse” - aggiunge Di Crosta. E ribadisce che, “nonostante quanto venga comunemente assunto, la bi-direzionalità contribuisce, se utilizzata da un sistema intelligente, ad un’ottimizzazione dei consumi aumentando al massimo la prontezza e “robustezza” del sistema. Ad esempio, ogni volta che un sensore rileva un evento di allarme effettua immediatamente la trasmissione, senza attendere la richiesta da parte del sistema”.

Anche secondo Antonella Renaldi di Satel, “la convinzione che i sistemi di allarme wireless

non possano essere affidabili come quelli filari deriva dall’utilizzo di vecchie tecnologie dotate

di trasmissioni unidirezionali, le quali non sono in grado di verificare se le informazioni dei dispositivi in campo abbiano correttamente raggiunto il ricevitore”.

 

Killer application

 

Insomma, proprio la “bidirezionalità” è stata, tecnologicamente parlando, la killer application nel settore del wireless. E non poteva essere altrimenti: solo nel momento in cui il dispositivo svolge, nello stesso tempo, la funzione di trasmettitore e quella di ricettore, si ha la certezza che il messaggio o il dato sia arrivato a destinazione. Continua, infatti, Antonella Renaldi: “La trasmissione è sicura e verificata, in quanto ogni comunicazione ha bisogno della relativa conferma di ricezione e il messaggio è continuamente re-inviato fino alla conferma di corretta trasmissione da parte del dispositivo: in questo modo il sistema diventa pressoché immune alle interferenze sporadicamente emergenti”.

Insomma, la tecnologia wireless stabile e sicura, adatta a un mercato come quello dell’antintrusione, ormai esiste. Bisogna però fare attenzione alla scelta dei prodotti, perché questi devono essere, se non per forza certificati, almeno interoperabili. Sarebbe infatti un controsenso non sfruttare appieno la scalabilità e la mobilità, che sono proprio delle prerogative “native” della tecnologia senza fili.



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