venerdì, 4 ottobre 2024

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Fare sicurezza in un mercato globale: le sfide di ANIE Sicurezza

Fare sicurezza in un mercato globale: le sfide di ANIE Sicurezza
13/09/2024

Intervista a Andrea Monteleone - Presidente di ANIE Sicurezza

Ieri si chiamava Covid, oggi si chiama guerra o effetto Crowdstrike o tempesta solare: ormai viviamo in uno stato di permacrisi che non consente più a nessuno di operare in modo individuale. Questo il senso, la motivazione e l’obiettivo di ANIE Sicurezza: fare sistema non solo per sopravvivere alle tempeste, ma per raggiungere obiettivi che da soli sarebbero inimmaginabili. Ne abbiamo parlato con il nuovo Presidente, Andrea Monteleone.

Partiamo col botto: perché dedicare tempo e risorse nell’attività associativa?

A livello personale, la motivazione più forte è la passione per la security; a livello professionale ritengo che vivere l’associazione sia il percorso migliore per superare quelle barriere di relazione e di concorrenza che raramente portano ad un confronto franco sulle regole del gioco. Mi riferisco alle valutazioni sulle condizioni di mercato, sulle normative e gli standard: temi comuni a tutti e che attraversano anche segmenti diversi (fire, intrusione etc) che però si rivolgono alla stessa clientela. Lo scambio di informazioni, anche tra comparti adiacenti, è essenziale per fare squadra, analizzare problematiche comuni e mutuare soluzioni già applicate altrove. Viviamo un momento storico estremamente complesso: fare sistema all’interno del tessuto industriale è più che mai fondamentale, soprattutto in un contesto di piccole e medie imprese costrette ad operare su un mercato che è ormai globale. Da qui la necessità, anche, di un’evoluzione dell’approccio imprenditoriale.

Ha accennato ad un’evoluzione dell’approccio imprenditoriale. La sua formazione spazia dagli aspetti più prettamente tecnologici (Politecnico di Milano) a quelli più manageriali (SDA Bocconi): quale parte è a suo avviso più debole nell’imprenditoria di settore?

Premetto che non sono un imprenditore, quindi mi manca quel tipo di esperienza. Lavorando però per una multinazionale, godo di un punto di osservazione privilegiato per dimensione e per qualità dei partner e della committenza trattata. Dal mio osservatorio, metto un punto di attenzione sulla nostra grande imprenditoria italiana che, forte di successi e di crescite nate da un vero spirito pionieristico, si trova oggi a far fronte a nuove sfide che è assolutamente imprescindibile vincere per poter operare in un mercato come quello attuale. Ciò che serve, a mio avviso, è una forma di flessibilità che consenta di partire da un know-how storico per adeguarlo, farlo evolvere e consolidarlo in uno scenario nuovo e dinamico. Questo impone però di guardare oltre. Ed è questa l’opportunità di fare Associazione.

In che senso?

ANIE offre informazione, supporto e visione grazie all’eterogenea composizione del suo direttivo - per tipologia di industry, dimensione e background - e grazie alla professionalità di chi partecipa ai vari gruppi di lavoro. Poter osservare il mercato da un punto di vista più ampio, non solo commerciale ma anche tecnico, normativo e procedurale, consente di costruire una maggiore consapevolezza delle tendenze di mercato. L’Associazione razionalizza queste tendenze coinvolgendo gli associati nel processo di cambiamento in atto. Ma il flusso informativo è bidirezionale: il nostro compito è anche ovviamente ascoltare tutti gli associati, fare sintesi delle richieste con l’obiettivo di fare – tra le altre cose - lobbying sul decisore politico. Il tutto non con un intento di mera protezione degli interessi acquisiti, ma come presentazione di istanze strutturate volte a costruire un percorso di crescita. In sintesi: non chiediamo gattopardescamente di cambiare tutto per non cambiare nulla, ma vogliamo porci come interlocutore di riferimento per una crescita sana e strutturata dell’intero mercato, compresa la clientela finale.

Ha parlato di crescita e valore, ma nel mercato globale cui lei accennava è sempre più difficile imporre un’offerta di qualità. Gli appalti al massimo ribasso sono quasi sempre la regola...

Il nostro compito è far capire al mercato cosa viene proposto, cosa sta acquistando, quali sono i rischi di una scelta dettata da sole considerazioni economiche e quali sono i veri valori in gioco. La collaborazione con ANCI è un esempio di questa logica. La “Guida videosorveglianza del territorio e degli ambienti pubblici” - che abbiamo redatto con e per ANCI - condivide una serie di conoscenze, metodologie e processi che sono essenziali per acquisire un sistema (nello specifico di videosorveglianza) con piena cognizione di causa, sfruttandolo poi al massimo delle potenzialità per rendere il dovuto servizio alla cittadinanza.

Un altro ostacolo da superare quando si cerca di proporre un’offerta di qualità è la sindrome del cigno nero. L’effetto Crowdstrike cosa può insegnare al comparto e al mondo intero?

E’ il diretto effetto di quanto affermavo prima: oggi tutto si muove su scala globale. Un evento simile poteva succedere anche anni fa, ma oggi il fattore di scala è cambiato e l’effetto domino è devastante. A livello ICT, ma anche in qualsiasi altro contesto industriale, anche un problema ordinario può avere conseguenze estremamente pervasive. Per questo le direttive CER e la NIS2, che da ottobre diventeranno legge dello Stato, insistono sulla resilienza. E per questo è essenziale avere una visione ampia e internazionale come quella che offre ANIE Sicurezza. Cosa abbiamo imparato? Che occorre approcciare la gestione dei rischi in modo olistico perché i vettori di attacco sono oggi pressoché infiniti e che tutte le professionalità in campo devono essere messe a fattor comune.

L’italiano però è per sua natura individualista. Eppure Covid, shortage dei componenti ed economia di guerra ci hanno mostrato che, di fronte ad un’emergenza, occorre serrare i ranghi. E’ questo il senso dell’associazionismo?

Ho vissuto il Covid da associato, ma ciò che si è raggiunto in quel momento storico rappresenta perfettamente la mia visione di Presidenza. La lesson learned è che occorre fare sistema e serrare i ranghi non solo per sopravvivere alle tempeste e superare difficoltà con ordini di grandezza enormi, ma soprattutto per raggiungere obiettivi che da soli sarebbero inimmaginabili. Ieri si chiamava Covid, oggi si chiama guerra o Crowdstrike o tempesta solare: ormai viviamo in una realtà che qualcuno ha definito di permacrisi: una condizione che non consente più a nessuno di operare in modo individuale. 

Quali sono allora le sfide macro che dovrà affrontare nel suo mandato, assieme alla Federazione?

La prima sfida è promuovere la continuità e la prosperità delle aziende italiane del settore aiutandole a valorizzare il loro know-how e a godere delle opportunità che offre questo mercato, seppur in costante cambiamento. I valori che propugniamo sono eccellenza tecnologica, ma anche etica, sostenibilità e responsabilità sociale. Parallelamente, lo sforzo si concentrerà nel supportare le Aziende del comparto, indipendentemente dalla dimensione, nel far evolvere il modello di governance, aumentando quindi produttività e competitività all’interno del mercato globale.



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