martedì, 17 settembre 2024

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Vigilanza privata e servizi fiduciari: una facile - ed amara - profezia

Vigilanza privata e servizi fiduciari: una facile - ed amara - profezia
04/09/2024

di Maria Cristina Urbano - Presidente di ASSIV

Provo un moto di ammirazione nei confronti di quelle amministrazioni locali che, straziate nel profondo della coscienza dalle condizioni cui obbligano i lavoratori delle aziende aggiudicatarie di appalti pubblici che prevedono salari orari al di sotto delle tabelle minime stabilite dal ministero del Lavoro, e al contempo oppresse da bilanci comunali disastrati (chissà per colpa di chi…), nella più tipica attitudine italica - la scorciatoia, decidono di imporre salari minimi nei bandi di gara per i servizi comunali e poi ricorrono ai “volontari” per svolgere quegli stessi servizi, pagandoli in maniera opaca con il meccanismo dei rimborsi. 

Vi chiedo di seguirmi nel seguente ragionamento sui servizi fiduciari e di vigilanza privata

• la UE stabilisce che l’Italia deve porre mano alla riforma di un quadro normativo risalente al Ventennio, incompatibile con il nuovo assetto eurocomunitario; 

• Parlamento e Governo, con il concorso delle parti sociali (con ASSIV in prima fila nel dare un fattivo contributo), pongono in essere una legislazione assai innovativa, che punta tutto sulla qualificazione di aziende e lavoratori; 

• ma gli alti costi cui il settore privato si è sottoposto per dare attuazione alla norma non trovano riscontro in un adeguamento delle tariffe poste a gara nei bandi della P.A., principale cliente della vigilanza privata; 

• questo fatto determina una crescita dei servizi “fiduciari”, con una concatenazione di criticità che non possono non ripercuotersi negativamente, tra l’altro, sui livelli salariali dei lavoratori di entrambe le categorie; 

• nell’indifferenza di governo e Parlamento, la magistratura interviene a gamba tesa sulle aziende imponendo dei minimi salariali, insostenibili senza un adeguamento delle tariffe a base di gara; 

• le Amministrazioni Locali, alcune almeno, prendono atto, deplorano lo stato delle cose, decidono di imporre un salario minimo nei bandi di gara e, infine, indignate, ricorrono ai “volontari” pagati meno degli operatori della vigilanza privata, che almeno prima uno stipendio ce l’avevano. E il modello piace tanto da essere ripreso da altre amministrazioni locali, da Firenze a Pavia.

Una facile profezia

Volete una facile profezia? Avremo ancora operatori della sicurezza senza alcuna preparazione professionale, con stipendi più bassi dei tanto vituperati livelli salariali precedentemente in corso e adesso adeguati da un duplice e complicatissimo rinnovo contrattuale (e ora ne conoscete anche il motivo), quindi maggiore insicurezza e nel frattempo sarà stato buttato alle ortiche il quindicennale sforzo di qualificazione e professionalizzazione degli Istituti di Vigilanza e delle guardie giurate. Mi pare che un miglior esempio di gioco a somma negativa sia difficile da immaginare.

Speriamo, almeno, di poter avere quanto prima “volontari” anche alla guida delle amministrazioni locali, raggiunto il fondo non potremo far altro che iniziare la risalita…



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