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Residenziale, intrusione, home automation: l’IP cambia tutto

31/07/2012

di Elvy Pianca

La sicurezza della propria abitazione: un valore senza prezzo, si direbbe. Invece il mercato residenziale stenta ancora a decollare - quanto meno in Italia, visto che in America sono proprio i dispositivi per il monitoraggio video residenziale ad aver generato un’impennata nelle vendite. Questo elemento si sposa con l’ingresso di nuovi fornitori, come le aziende di telecomunicazioni, ISP e TV via cavo, che signifi cano più prodotti e più scelta, ma anche una conferma delle soluzioni che viaggiano su IP e che proprio nell’home automation si stanno diffondendo un po’ ovunque. Insomma, la “connected home” si avvia a diventare una realtà: sta alle aziende di sicurezza non perdere il treno delle soluzioni “smart” e interattive.

Quanto vale la sicurezza all’interno della propria casa? Un valore difficilmente quantificabile, sia che si tratti di antintrusione, sia che ci si riferisca a tutti quei dispositivi di gestione e controllo che fanno parte della sezione “sicurezza” del segmento di mercato dell’home automation. Purtroppo, però, almeno in Italia, continuiamo a essere un po’ restii a investire in sicurezza residenziale, salvo nel mercato delle ville. Dall’America, però, arriva una nuova tendenza che ci può far ben sperare, visto che spesso quel che succede Oltreoceano ha delle ricadute, prima o poi, sul mercato europeo. Entro il 2016, infatti, il tradizionale mercato della sicurezza per la casa si amplierà notevolmente, e per oltre il 30% questa crescita si verificherà grazie alle nuove richieste di monitoraggio video. Il che prevede anche l’entrata in scena di nuovi fornitori: le aziende di telecomunicazioni, ISP e TV via cavo. Per non parlare, poi, di quella realtà “all american” del “Do It Yourself”, che, peraltro, in Europa stenta a decollare e che dovrebbe raggiungere, entro la fine di quest’anno, la rispettabile cifra di 1 miliardo di dollari solo per le videocamere di sorveglianza.

Uno studio Parks Associates, da cui abbiamo desunto questi dati, evidenzia anche che, negli Stati Uniti, i proprietari delle abitazioni spendono, ogni anno, 10 milioni di dollari per i servizi di home security e che, nel 2015, il 20% di tutte le case americane saranno “coperte”. Certo, in Europa siamo ancora lontani da questi numeri, però l’ingresso sul mercato della sicurezza di nuovi attori, come le aziende di comunicazione/ISP/servizi via cavo, significherà senza dubbio una maggiore scelta per i consumatori e un’aumentata disponibilità di prodotti, con conseguente calo dei prezzi. Dal punto di vista prettamente commerciale, non si può non sottolineare il fatto che le offerte delle aziende di comunicazione e simili siano molto aggressive e, quindi, abbiano anche un notevole impatto sul consumatore finale. I proprietari di abitazioni, grazie a questi “equipaggiati” nuovi operatori della domotica, potranno toccare con mano come le soluzioni di home automation possano aiutare nella vita di tutti i giorni. Arriveranno insomma delle soluzioni di monitoraggio video, quindi, di massa, come i telefonini o la tv via cavo?

Chissà. Secondo fonti IMS Research, la sicurezza crescerà proprio grazie alla richiesta di dispositivi per la videosorveglianza, previsti in aumento di oltre il 25%. Se si esaminano poi i dati nello specifico, la ricerca riporta che, dopo il 2008, il mercato analogico è rimasto stazionario, mentre è notevolmente cresciuto, di circa il 30% nel giro di due anni, quello della sorveglianza su rete, in particolare su IP. Anche perché i prezzi sono scesi e, quindi, l’offerta è diventata più competitiva. Il mercato della videosorveglianza residenziale può benissimo girare su IP, anzi, è una delle sue prerogative principali.

Intrusione

Per ciò che riguarda il mercato dell’intrusione (che, secondo fonti IMS Research confermate anche dai dati ANIE Sicurezza per l’Italia, è tra i segmenti che negli ultimi anni ha mostrato il trend meno entusiasmante), il residenziale è tra i mercati verticali che più dovrebbero crescere. Ci si attende infatti che, nel giro di pochi anni, il mercato domestico viva un incremento di oltre 30 volte le sue dimensioni attuali. Il motivo è sempre quello: non tanto l’aumento dei crimini contro la proprietà privata o una maggiore “cautela” del proprietario della casa, quanto la possibilità di accedere a dispositivi wireless o su IP sicuri, affidabili e facili da utilizzare. Le aziende di prodotti di sorveglianza, almeno in America, hanno colto il vento che cambia e deciso di affidarsi a un duplice canale: l’esperienza degli integratori di sicurezza per fornire servizi di installazione per le unità residenziali e le piccole e medie imprese e gli operatori di telecomunicazione per aver accesso a un pubblico più ampio. Del resto,  ormai, una condizione indispensabile per le soluzioni di home automation e di sorveglianza è proprio la connessione sempre, comunque e dovunque. Proprio quella che offrono gli ISP o gli operatori di telefonia mobile.

Certo, una telecamera o qualsiasi altro dispositivo di videosorveglianza non è la stessa cosa rispetto a un cellulare. Per questo motivo, forse, sarebbe indispensabile un fornitore che non solo venda prodotti di qualità, ma che sia anche disponibile a capire le esigenze del controllo di un ambiente domestico, ovviamente molto diverse rispetto a quelle standard di un grande magazzino e ancora differenti se paragonate a quelle di una banca. Insomma, un sistema di sorveglianza per la propria casa non è un giocattolo o un oggetto per il comfort o l’entertainment, ma riguarda la sicurezza e, quindi, non può essere scelto a caso. Il rovescio della medaglia è che, oggi, la tecnologia ha reso queste soluzioni abbastanza semplici, motivo per cui negli Stati Uniti, patria del “Do It Yourself”, già da qualche tempo i provider di soluzioni di rete, per entrare nel mercato dell’home automation, presentano un’offerta basic, con un kit che può montare, in linea teorica, lo stesso proprietario, per la videosorveglianza domestica. Un contributo fondamentale l’hanno offerto i servizi cloud: grazie a essi, infatti, gli utenti possono guardare i video da remoto accedendo a siti web specifici con le password corrispondenti.

Insomma, esiste un’ampia gamma di soluzioni rispondenti alle esigenze di un mercato che è in continua evoluzione e che può anche generare delle interessanti possibilità, proprio grazie alle connessioni dirette ai dati. Che devono fare, quindi, le aziende di security per stare al passo con questi nuovi trend? Il mercato del “fai-da-te”, almeno in Europa, è lento a decollare e, quindi, occorre fornire le professionalità già in essere, con la loro esperienza, applicata a un settore particolare come quello dell’home automation. E non solo. E’ indispensabile che proprio le aziende di automazione tradizionali si decidano a offrire dei servizi di sicurezza “interattivi”, in modo da non lasciare tutto lo spazio alle loro nuove rivali, ISP e servizi di telecomunicazione e via cavo. Certo, la soluzione migliore sarebbe che i fornitori tradizionali collaborassero con quelli nuovi, per presentare offerte più complete ma, soprattutto, più “tarabili” sulle singole esigenze. Perché la famosa “connected home” non è più solo un concetto avveniristico, ma una realtà ormai diffusa e che si sta consolidando anno dopo anno.



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