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Manutenzione: l’allarme non è diverso da un’auto

18/04/2023

Parliamo oggi di manutenzione dell’impianto di allarme, croce e delizia di un settore che a questo servizio – essenziale perché il sistema possa essere mantenuto in condizioni tali da poter svolgere bene il proprio compito – non ha però sempre dato il giusto valore né vi ha intravvisto le reali opportunità di fidelizzazione del cliente. Si è occupato del tema il blog Top Security Advisor, di cui consigliamo attenta lettura e che ha attivato una collaborazione editoriale continuativa con secsolution magazine. Buona lettura.

di Davide Marcomini - Installatore professionale di sicurezza, ideatore e fondatore del portale Top Security Advisor®️

Non possiamo installare un impianto di allarme e dimenticarlo, pensando che continui a funzionare regolarmente per sempre. Come ogni impianto o macchina, anche gli impianti di allarme necessitano di verifiche periodiche e manutenzioni che prevedono, ad esempio, la sostituzione delle batterie – anche quelle ricaricabili. Ciò che invece non viene quasi mai preso in considerazione è il fattore “E”, ossia l’evoluzione (che nel caso specifico non è riferito all’evoluzione delle tecnologie).

Impianto datato = zero connettività

Probabilmente la prima cosa che salta all’occhio quando si ha a che fare con un impianto datato è la totale assenza di connettività. Mentre oggi sembra essere diventata una necessità, al punto che la presenza di un’APP per smartphone viene richiesta dal cliente stesso (prima ancora di altri fattori forse più importanti, ma che riguardano prettamente l’aspetto sicurezza – e per questo forse troppo tecnici), per gestire l’impianto da remoto in qualsiasi momento. E’ vero che alcune centrali o combinatori telefonici permettevano già una discreta interazione con l’impianto (tramite menù vocali prima ed SMS poi), ma se parliamo di connettività, parliamo di piena interoperabilità tramite APP utente ed impianto che sfrutta la connessione internet.

Impianto datato = meno sicurezza

Ebbene, se l’assenza di connettività salta subito all’occhio, diventa più complesso invece valutare la necessità di ammodernamento dell’impianto di allarme in termini di sicurezza. Potrebbe sembrare un controsenso, ma mantenere seppur in perfetto funzionamento impianti realizzati 15/20 anni fa non è in tutti i casi una buona scelta. Questi impianti potrebbero infatti oggi non soddisfare le reali esigenze di sicurezza. Ce lo dice la norma CEI 79-3, che classifica i livelli di prestazione degli impianti definiti I&HAS (Intrusion & Hold Up Systems) Sistemi di Allarme Intrusione e Rapina. 

Ognuno dei livelli di prestazione che vanno da 1 a 4 – dove 1 indica il livello minore e 4 quello maggiore – tiene conto anche delle capacità, delle risorse (anche in termini di conoscenze), delle attrezzature e degli utensili di cui dispone un eventuale intruso o rapinatore. Ora, affermare che un impianto realizzato secondo le conoscenze, competenze e disponibilità tecnologiche di 15/20 anni fa possa soddisfare i requisiti dei nostri giorni è poco verosimile, anche ammesso e non concesso che il nostro impianto fosse realizzato nel migliore dei modi. Dobbiamo tenere conto che molte risorse un tempo difficilmente reperibili sono oggi alla portata di tutti e che molte tecnologie utilizzate in quei tempi si sono dimostrate inefficaci in più situazioni.

Aggiornare = fare sicurezza

Il nostro consiglio è quello di far controllare l’impianto da un tecnico abilitato non solo sotto l’aspetto del funzionamento fine a se stesso, ma anche sotto l’aspetto della sicurezza. Potrebbe emergere che, ad esempio, si possano sostituire i rilevatori o i contatti agli infissi con tecnologie più performanti dotate di antimascheramento. Oppure potrebbe rendersi necessario ampliare la protezione verso gli infissi o addirittura verso l’esterno per poter soggiornare all’interno dell’edificio con l’impianto inserito (cosa non scontata negli impianti più datati). O ancora potrebbe banalmente rendersi necessario poter dialogare con il sistema da remoto. Senza dimenticare che negli anni l’edificio potrebbe aver subito interventi, anche minimi (bastano una parete, un mobile o una tenda nuovi), che potrebbero inficiare il corretto funzionamento dei dispositivi. Meglio cercare un tecnico abilitato.



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