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Termocamere per rilevare i gas: consigli per l’uso

15/11/2022

della Redazione

Le termocamere per la rilevazione ottica di gas (OGI) utilizzano la tecnologia di filtraggio della lunghezza d’onda e sensore raffreddato tipo sterling per visualizzare perdite di gas come metano CH4, esafluoruro di zolfo SF6 e diossido di carbonio CO2 e refrigeranti. Tecnologie che permettono di rilevare le fughe in modo sicuro ed efficiente, individuando immediatamente la fonte e velocizzando le riparazioni, quindi riducendo le emissioni, migliorando la conformità alle normative, la sicurezza del personale e dei beni aziendali. Ma come trarre il massimo beneficio dalle termocamere OGI?

1 Conoscere l’applicazione e l’esigenza

Ogni applicazione richiede un modello specifico di termocamera perchè ogni camera è progettata per rilevare una determinata famiglia di gas. E’ quindi importante conoscere l’esatto tipo di gas presente in ciascun impianto. FLIR produce numerosi modelli di termocamera, ciascuno provvisto di filtro corrispondente all’assorbimento spettrale del gas da rilevare www.teledyneflir.com

2 Attenzione alle condizioni di ripresa

I risultati dipendono dalle condizioni ambientali. La capacità di una termocamera di visualizzare fughe di gas e identificarne la fonte è direttamente proporzionale alla differenza rispetto all’energia dello sfondo. Ad esempio una termocamera per la rilevazione ottica di gas attiva (basata sulla tecnica di backscattering laser) richiede uno sfondo riflettente, requisito difficile se il componente da ispezionare ha per sfondo il cielo. Quanto a pioggia e forti venti, se la pioggia può rendere difficile il rilevamento, il vento può però aiutare a visualizzare il gas perché ne genera il movimento.

3 OGI è qualitativa e non quantitativa

L’ampia gamma di condizioni ambientali e di valori dell’energia dello sfondo non consentono alle termocamere OGI, da sole, di determinare il tipo specifico o la quantità di gas in fuoriuscita. L’eccezione a questa regola generale è costituita dall’associazione di una termocamera OGI con una tecnologia complementare per misurare il tasso di perdita di massa (lb/h o g/h) o di perdita volumetrica (cc/min o L/min) per la maggior parte degli idrocarburi.

4 Altre funzioni avanzate

Per piccole concentrazioni di gas la modalità ad alta sensibilità (HSM) può migliorare l’immagine, mentre le funzioni di annotazione (es. geolocalizzazione GPS) sono fondamentali per indicare al personale della manutenzione il componente esatto da riparare.

5 Misurare correttamente la temperatura

Molte termocamere OGI sono calibrate in temperatura, e in questo caso si parla di sistemi bivalenti. Sono modelli adatti per ispezioni di manutenzione in ambito industriale, in grado di misurare e registrare le temperature presenti nell’inquadratura e di salvare i dati in formato JPEG o video. È possibile utilizzare queste termocamere per rilevare punti caldi o problemi elettrici in impianti ad alta e bassa tensione o in sistemi meccanici, oppure per ricercare difetti di isolamento in condutture, forni e molte altre installazioni. La funzione termografica incorporata può anche migliorare il contrasto visivo tra una nube di gas e lo sfondo dell’inquadratura. L’oggetto da rilevare (gas) non è infatti rappresentabile visivamente (la nube praticamente non riflette la radiazione); per rendere la nube visibile occorre creare un contrasto radiante tra nuvola e sfondo, aumentando la differenza di temperatura (∆T) tra nube e sfondo.

6 Lavorare in sicurezza 

Le termocamere OGI rilevano anche piccole fughe di gas a diversi metri di distanza e fuoriuscite importanti a centinaia di metri, in modo rapido e contactless in aree pericolose e difficili da raggiungere senza contatto. Questo migliora la sicurezza del personale, che può eseguire una scansione iniziale esternamente all’area di lavoro primaria per verificare l’eventuale presenza di fughe importanti, poi avvicinarsi per eseguire ulteriori scansioni mirate, indossando i DPI e tenendo la termocamera nell’apposita custodia. Da notare poi che una termocamera correttamente manutenuta eviterà di costituire essa stessa un rischio per la sicurezza.

7 Occhio alle certificazioni

Le termocamere OGI, in generale, non sono certificate per la Zona 1 ATEX. Sarà pertanto necessario richiedere un “Permesso per lavorazioni a caldo” o utilizzarla con un “Permesso di lavoro” in Zona 1.2

8 Rapido ritorno sull’investimento

In molti casi, una termocamera OGI si ripaga da sola fin dal primo giorno. Le ispezioni eseguite con una termocamera OGI sono generalmente nove volte più veloci delle tecnologie di rilevamento tradizionali e possono individuare fughe non rilevabili con uno sniffer. OGI è poi un metodo di rilevamento senza contatto utilizzabile anche su impianti in funzione, evitando spegnimenti forzati e perdite di profitto. In più, il rilevamento precoce di una fuga consente di procedere prontamente con le riparazioni, evitando sanzioni e perdita di profitto per la mancata vendita del prodotto fuoriuscito.

9 Occhio alle normative sulle emissioni industriali

Le emissioni di gas contribuiscono al riscaldamento globale e possono mettere a repentaglio la vita dei lavoratori e delle persone che vivono presso gli impianti. Rilevando decine di composti organici volatili, come il benzene, le termocamere OGI contribuiscono a un ambiente più salutare e consentono alle imprese di ottemperare le normative in materia di emissioni industriali. Normative che potrebbero farsi sempre più stringenti e da tenere quindi sott’occhio. 

10 Formazione corretta

Per ottenere il massimo dalla camera termica, occorre formarsi presso strutture qualificate, come l’Infrared Training Center (www.infraredtraining.com).

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

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