giovedì, 18 aprile 2024

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Home e building automation: opportunità... con una dose di rischio

04/10/2022

di Paolo Gambuzzi - Presidente AIPS, Associazione Installatori Professionali di Sicurezza 

Home automation, building automation, smart home: tutte parole di tendenza, che per molti anni sono state ammantate di una veste futuristica ed elitaria. Qualcosa di voluttuario, qualcosa che in fondo non serve ma che fa moda: uno status symbol per ostentare ricchezza e modernità. Ebbene, nell’Agosto di questo disgraziato A.D. 2022, con la situazione geopolitica in atto, l’inflazione galoppante e il caro energia impazzito, automatizzare l’edificio e in primo luogo la casa è diventato un fattore essenziale anche solo per tenere sotto controllo i consumi, e di conseguenza i costi, oltre che per impattare meno sull’ambiente. Inoltre il superbonus al 110% nella home automation può essere utilizzato per mettere i costi a detrazione, dando una gran mano all’utente e al mercato. Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio.

Ogni grande opportunità mostra infatti un rovescio della medaglia forse non pienamente visibile dall’esterno, ma molto consistente per chi opera dall’interno del sistema. Mi riferisco al rischio di installare impianti non a norma, con tutte le conseguenze giuridiche, economiche e fiscali del caso.

Problema 1: la norma

Sul mercato si trovano sempre più spesso sistemi  “tutto compreso”, che permettono di gestire contemporaneamente varie tipologie di impianto: antintrusione, videosorveglianza, controllo accessi, rivelazione incendi e l’automazione. In ogni caso deve essere chiaro che ciascun tipo di impianto integrato in questo sistema deve singolarmente rispettare le proprie norme di riferimento UNI e o CEI, nonché l’intero pacchetto delle regole privacy, ove previste, peraltro in costante revisione e aggiornamento. Un approccio diverso è rappresentato dall’installazione di  singoli impianti (antintrusione, videosorveglianza, ecc.) che vengono poi supervisionati da un unico software o app, che li coordina.

Problema 2: le competenze

Altro aspetto di questa certamente grande opportunità, che però racchiude una forte alea di rischio, riguarda le competenze professionali degli operatori in gioco: infatti mettendo in campo impianti diversi, devono necessariamente aumentare le competenze del progettista e dell’installatore. E non parliamo di competenze banali o scontate! Ad esempio se consideriamo quanto sono importanti in un impianto di rilevazione incendio. Ma ancora di più se pensiamo al mondo dell’integrazione di sistemi che spesso esulano dalle competenze ordinarie dell’installatore di sicurezza: l’impianto di condizionamento, le automazioni e in generale la meccatronica (meccanica – elettronica - informatica) non sono il pane quotidiano di tutti noi specialisti della sicurezza. Va da sé che i sistemi completamente integrati, che ultimamente stanno uscendo sul mercato, esigono particolari competenze sia del progettista, che dell’installatore. E come si sviluppano le competenze? Solo con la formazione.

Problema 3: la formazione

E veniamo al tema formazione, anch’esso non esente da problematiche. In questo momento è positivo segnalare che ha concluso il periodo di inchiesta pubblica il progetto di norma UNI 1610032, che riporta specificatamente anche le competenze relative a controllo accessi e meccatronica, quando definisce i requisiti relativi all’attività professionale del progettista, installatore, manutentore di impianti di allarme, intrusione e rapina, videosorveglianza, controllo accessi, attraverso l’individuazione di compiti e attività e i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità. Alla luce di questa definizione, si evidenzia la necessità di approfondire le conoscenze specifiche dei vari settori attraverso seminari e prove pratiche, che comportano impegno di tempo e denaro per acquisire le specifiche competenze. AIPS, l’Associazione che rappresento, insieme ad Aipros, Anie sicurezza, Assosicurezza, IMQ, ICMQ bu Cersa e TÜV Italia, ha fortemente voluto e promosso questa norma, sempre più orientata all’integrazione, anche per tutelare gli stessi progettisti e installatori di sicurezza, da responsabilità riferibili all’intero impianto. Del resto abbiamo visto che è il mercato stesso a richiedere queste competenze.

Quindi, automazione sì o no?

Senza dubbio l’automazione dell’edificio e i sistemi integrati sono una strada da percorrere ed una grande opportunità di business, a maggior ragione grazie all’importante traino favorito dal Superbonus, ma è essenziale valutarne bene i pro e i contro, partendo dalle competenze e dalla formazione dei professionisti che devono essere messi in campo, perché le conseguenze possono essere rischiose.



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