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“Resilienza evoluta”: nuova sfida per la sicurezza in un mondo fluido

22/09/2022

Intervista a Giulio Iucci - Presidente diANIE Sicurezza

E’ stato riconfermato Presidente di ANIE Sicurezza nella congiuntura più complicata degli ultimi 30 anni. Suo sarà l’onere di accompagnare il settore ad andare oltre la stessa resilienza per cogliere non solo i benefici che porterà il PNRR al settore, ma anche per riportare in patria knowhow, soluzioni e strategie recuperando sovranità e centralità. Ad ottenere un obiettivo così sfidante l’aiuteranno le sue competenze tecniche, ma anche le sue non comuni doti relazionali e comunicative. Bentornato, Giulio Iucci.

È stato riconfermato Presidente di ANIE Sicurezza in un periodo complicatissimo. Quanto potrà contare la sua laurea in Sociologia con Specializzazione in Comunicazione e Mass Media per sostenere il comparto?

All’età della pietra, feci una tesi relativamente all’impatto delle nuove tecnologie di comunicazione sul tessuto sociale: internet, realtà virtuale, ipertesti, nuove forme di alfabetizzazione e di coesione sociale, accesso democratico al sapere (o meglio all’informazione), ecc., ma non avevo previsto la cosa più impattante: i SOCIAL! Uno dei punti fondamentali di sviluppo per questo mio ultimo biennio alla guida di ANIE SICUREZZA sarà sicuramente l’implementazione dell’attività di comunicazione. Come tutti i nostri manager ed imprenditori associati, noi lavoriamo, ci poniamo obiettivi e andiamo a testa bassa a raggiungerli; sovente ci dimentichiamo di quanto sia importante parlare a tutto il comparto delle nostre attività! La Comunicazione in sé è uno degli asset strategici della vita e dello “scambio per un ricambio” di un’Associazione di categoria: comunicare significa (l’abbiamo ormai imparato) condividere, condividere significa “contaminarsi”, e in qualche modo arricchirsi continuamente di idee e stimoli nuovi, di visioni date da prospettive diverse. Solo così si cresce davvero.

Secondo le rilevazioni ANIE, il settore Sicurezza e Automazione edifici ha registrato un +12,3% nel 2021, grazie - si legge nel comunicato stampa - alla ripartenza del mercato delle costruzioni... O grazie anche ad altro? La centralità e “massmedialità” che ci ha consegnato il Covid può aver giocato un ruolo?

Guardando allo scorso anno, uno dei fattori fondamentali di ripresa è sicuramente la cantieristica, legata sia alle nuove costruzioni  che alle ristrutturazioni - “trainate fortemente” dagli incentivi derivanti dalla crisi sanitaria. E’ quindi un dato incontrovertibile, direttamente proporzionale al fatto che le nostre imprese hanno ripreso – e in taluni casi superato – i ritmi e i trend prepandemici. Altri fattori? Come giustamente si diceva, sicuramente il trend positivo può essere attribuito in parte anche all’abilitazione di fatto che le tecnologie legate alla sicurezza elettronica hanno avuto nel corso del periodo pandemico. Di certo siamo in presenza di maggiore consapevolezza delle performances di sistemi e soluzioni, anche e soprattutto da parte dell’utenza finale, e quindi il settore “ha ingranato” le marce giuste per procedere in modo spedito nel corso di tutto il 2021.

E questo 2022, nato con i migliori auspici e poi bruscamente deragliato per la nota congiuntura in essere, come sta andando secondo il vostro osservatorio privilegiato?

Credo nessuno di noi, dopo un’emergenza pandemica, un periodo di lockdown, tra “ondate” e “recrudescenze”, si aspettasse una sfida ancora maggiore e molto più preoccupante: quella di un conflitto potenzialmente “estendibile” anche a i paesi di quello che qualche decennio fa era chiamato “blocco Occidentale”. Come argomentava un economista qualche giorno fa, due transizioni ormai in atto (quella green e quella digitale) si devono per forza rapportare ad un periodo complicato e preoccupante dal punto di vista geopolitico. Un periodo in cui – lo sappiamo – basta una dichiarazione di un capo di Stato a far cadere a picco le Borse mondiali, ad incrementare l’incertezza e a far rivedere tutte le stime macroeconomiche del periodo in corso. Il nostro comparto, campione – l’abbiamo detto più volte – di resilienza, ora deve affrontare questo nuovo asset con un approccio di “resilienza evoluta”. Mi spiego.
Non basta che gli operatori della filiera siano resilienti, ovvero che siano in grado – dopo un contraccolpo – di riportare le proprie strutture alla fase iniziale. E’ necessario che, dopo il colpo, ci sia una fase di “evoluzione”. Perché lo stadio iniziale, di fatto, rappresenterebbe un passo indietro.

Una sfida, l’ennesima quindi, ci attende. 

Se dovesse ordinare questi fenomeni - dal più esiziale al meno dannoso - come collocherebbe: shortage dei componenti, caro energia, inflazione, complessità di rapporti commerciali con alcuni paesi, rischio cyber, varie ed eventuali? 

Più che fare liste di priorità, imposterei una riflessione che comprende tutti i fattori elencati, e si sforza di vederli parte di un “reshoring positivo” di competenze, knowhow, soluzioni e strategie. Possiamo ripartire dalle nostre competenze, e dobbiamo incentivarle a rimanere in Italia, a contribuire ad una ripresa forte, decisa e consapevole.

Però qualsiasi crisi porta con sé anche qualche occasione da cogliere: penso solo al PNRR. In che modo questi fondi potrebbero interessare il comparto sicurezza? Cosa può fare ANIE Sicurezza in tal senso?

Sicuramente in ottica di implementazione di soluzioni e sistemi sempre più convergenti e digitalizzati. Il PNRR riconosce grande valore a quella che – l’abbiamo già accennato prima – è una delle due grandi “rivoluzioni” che sono prioritarie per tutti. Il mondo della sicurezza è nato sotto l’egida dell’integrazione e dell’Information & Communication Technology. In questo vedo ampie possibilità di crescita, di sviluppo intelligente, a patto che imprese, imprenditori e manager siano in grado di interfacciarsi con Bandi e meccanismi di rendicontazione delle attività, come richiedono le agenzie europee.

Ci suggerisce la prossima persona da intervistare? 

Il mio suggerimento è di intervistare il maggior numero di manager e imprenditori delle aziende del comparto. Oltre ad essere “liberi” da ruoli istituzionali, sono coloro che si misurano quotidianamente con le sfide del settore Fire & Security in Italia, affrontandone le problematiche e individuando le tante opportunità. 

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 

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