giovedì, 28 marzo 2024

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Il lavoro produce ricchezza?

20/07/2022

Giuseppe Ligotti - Consulente in gestione HR Profittevole

Lavoro. Quando sentiamo questo termine a cosa pensiamo? Sì perché, benché il termine lavoro sia tra i più frequenti, può assumere innumerevoli significati e connotazioni. Partiamo allora facendo un breve esercizio individuale. Cosa visualizza la nostra mente alla parola lavoro? Ho posto questo quesito ad una classe di imprenditori durante una sessione formativa e vi posso dire che le risposte sono state le più varie. Ve ne riporto alcune per cercare di comprendere quanto diverso può essere il significato che ognuno di noi attribuisce al termine.

Alcuni imprenditori hanno visualizzato l’immagine del lavoro con il proprio compito di direttori, si vedevano quindi impegnati in ufficio a risolvere problemi organizzando i propri collaboratori, altri hanno visualizzato i loro collaboratori intenti a svolgere il proprio lavoro, altri ancora hanno visualizzato il loro lavoro all’interno del loro team e qualcun altro, pensando al lavoro, ha fotografato nella sua mente l’immagine di una vacanza. Dalle risposte degli amici imprenditori vediamo come il termine lavoro possa assumere diversi significati. Concreto quando lo riferiamo allo svolgimento di un’attività svolta direttamente, comune quando lo riferiamo al lavoro svolto da altri o anche astratto ogni volta che gli attribuiamo un valore specifico, come potrebbe essere una vacanza.

Responsabilità e valore

Lavoro. Una parola così breve, delicata ma al contempo pesante e carica di responsabilità. Sì perché questa piccola e breve parola ci ha accompagnato e ci accompagna da quando siamo bambini. Fin da bambini siamo cresciuti in compagnia del termine lavoro. Abbiamo imparato giorno dopo giorno a comprenderne il significato e la responsabilità che ne deriva. Chi di noi non si è sentito dire almeno una volta dai propri genitori “andiamo a casa perché domani mamma e papà devono andare al lavoro” oppure “studiare è il tuo lavoro”. In queste due brevi frasi è racchiuso tutto il valore del termine lavoro. Non stiamo parlando di un valore economico e tangibile, ma del valore morale che attribuiamo al lavoro. Un valore dal quale dipende la nostra realizzazione come individui. 

Quale ricchezza?

La ricchezza generata dal lavoro non risiede infatti nella quantificazione economica della retribuzione, o meglio ne è una parte - grande o piccola che sia: la vera ricchezza che genera il lavoro vive e risiede dentro di noi. La ricchezza del lavoro si chiama appagamento, soddisfazione, gioia, responsabilità. Oggi il cambiamento del mercato del lavoro spinge gli individui a cercare e spesso accettare un lavoro non in base alle proprie attitudini personali o ai propri desideri, ma in base al valore economico dell’offerta di lavoro. Così releghiamo il lavoro in un angolo, ci convinciamo che debba rappresentare una porzione sempre meno importante della nostra vita, che serva unicamente per avere un reddito attraverso il quale svolgere le attività extra-lavorative che crediamo siano così importanti. Non dico che che le attività familiari e conviviali non siano importanti, ma credo che senza dignità non potremo mai creare stabili rapporti familiari e consolidati rapporti conviviali. La dignità è infatti il vero valore che genera il lavoro e questo indipendentemente dalla tipologia di attività di cui si occupiamo. 

La dignità del lavoro

La dignità generata dal lavoro deriva dal senso di soddisfazione che l’individuo prova ogni qualvolta sente che il suo lavoro è utile agli altri, deriva dall’appagamento che l’individuo prova per l’apprezzamento del suo lavoro, deriva dalla responsabilità che lo stesso mette nello svolgere il suo lavoro e deriva infine dalla gioia che la persona prova nel fare il suo lavoro. Morale? Nel lavoro non rincorriamo l’offerta economica più conveniente: guardiamo dentro di noi, cerchiamo e rincorriamo il lavoro che soddisfi il nostro valore personale. Solo così il nostro lavoro produrrà ricchezza.



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