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5G e edge computing: opportunità (e dubbi)

29/06/2022

di Annalisa Coviello

5G ed edge computing. Il primo ormai non è più un nome: si sta diffondendo non solo tra tecnici e addetti ai lavori, ma anche nella nostra vita quotidiana. Quanti di noi, infatti, hanno ricevuto dai propri provider la notifica che il nostro smartphone non è idoneo a navigare sulle reti di ultima generazione, che sono, appunto, quelle a 5G, magari con relativa offerta di un dispositivo più performante? Meno noto, ma ugualmente utile, anzi, ormai indispensabile, è l’edge computing. 

Una piccola spiegazione, proprio per “dummies”: l’edge computing sposta l’elaborazione dei dati dal cloud all’edge, cioè al margine, vicino all’utente finale. In pratica, non è più necessario sfruttare tutta la larghezza di banda di una rete per inviare dati, spesso anche molto pesanti, al cloud. Con un gioco di parole inglese che in italiano un po’ si perde, gli esperti dicono che stiamo passando, in pratica, dai data center ai centri di dati…

Resilienza

Questa tecnologia consente una notevole riduzione del traffico dei dati e quel fenomeno che abbiamo imparato a conoscere anche per la psicologia dopo la pandemia che si chiama resilienza: se si interrompe la connessione, infatti, l’edge computing riesce a farvi fronte senza perdere tutti i dati. Il che vuol dire poter tenere tutto veramente sotto controllo e prendere le decisioni più opportune senza aspettare risposte che piovano…dalle “nuvole”. Senza questo modello, sarebbero impossibili le principali applicazioni dell’Internet of Things, proprio per la sua possibilità di elaborare i cosiddetti “big data” localmente, e inviarne sul cloud una specie di “riassunto”. Ma è altresì fondamentale per dare ai dispositivi connessi delle risposte in tempo reale - una prerogativa, questa, indispensabile proprio per il 5G.

Dal 4G al 5G 

Quando il 4G si è diffuso sul mercato, i suoi principali punti di forza sembravano essere la maggiore larghezza di banda e la velocità. Eppure, il suo utilizzo è stato visto principalmente dal punto di vista di applicazioni come lo streaming video. Il 5G è una tecnologia e una rete completamente diversa, costruita su un’infrastruttura virtuale anziché fisica. Grazie al suo core definito dal software, e al suo utilizzo di frequenze più brevi tra 30 GHz e 300 GHz, il 5G cambia il modo in cui vengono erogati i servizi mobili: può fornire fino a 10 gigabyte al secondo di velocità,  riesce a collegare un milione di dispositivi per chilometro quadrato e offre un tasso di latenza di un millisecondo, una cifra notevole se paragonata con la media dei 40- 60 millisecondi del 4G. L’edge computing ha bisogno quindi della velocità elevata e della latenza ultrabassa del 5G per ottenere un’analisi dei dati e delle risposte quasi istantanee...e viceversa. 

5G e sicurezza

Sono veramente tanti i segmenti di mercato dove si possono impiegare il 5G e l’edge computing con ottimi risultati e vantaggi per l’utente. Partiamo proprio dal nostro “orticello”, la sicurezza. E’ intuitivo, per limitarsi solo a un esempio tra i tanti che si potrebbero fare, che una telecamera IP che funziona come edge server, invece di inviare i dati avanti e indietro al cloud, può eseguire direttamente l’elaborazione e, se viene rilevata una qualsiasi anomalia, l’allarme che parte è veramente immediato. Solo quei dati che risultano essere troppo complessi da elaborare per il singolo dispositivo edge passeranno sul cloud, che di sicuro ha una potenza di elaborazione maggiore. 

Produzione smart

Altro settore fondamentale è quello dell’IoT industriale. La cosiddetta “produzione intelligente” consiste nell’impiego di dispositivi che, per essere davvero “smart”, non possono permettersi tempi di inattività. La previsione di quando i macchinari stanno per guastarsi dipende proprio dall’elaborazione dei dati dei sensori, che devono avere un canale di connessione estremamente rapido. La fabbrica del futuro sarà, infatti, flessibile, wireless e controllata costantemente. Solo una tecnologia come il 5G può fornire la rapidità, la scalabilità e la latenza ultrabassa. Inoltre, riesce a gestire una quantità di dati veramente elevata, come richiesto nell’industria dell’IoT. 

Sanità

L’edge computing e il 5G offrono anche nuove opportunità nel settore dell’assistenza sanitaria. L’elaborazione dei dati “nei pressi dell’ospedale”, ad esempio, consente ai medici di venire subito a sapere anomalie o irregolarità nella salute dei ricoverati. Inoltre, le informazioni sui pazienti non passano sul cloud, riducendo così i problemi di privacy, non trascurabili in un settore così delicato.

Trasporto smart

Forse in nessun settore i vantaggi dell’edge computing e del 5G sono più evidente che nel trasporto intelligente. Le applicazioni evidenti possono essere diverse. Ad esempio, all’interno di un veicolo, sensori LiDAR e telecamere trasmettono i dati al sistema avanzato di assistenza alla guida, che deve prendere decisioni in una frazione di secondo (o anche meno). Questo sarà essenziale nei cosiddetti veicoli a guida autonoma, ormai non più futuribili, ma una realtà già consolidata nelle reti di trasporto pubblico di diverse città europee. E poi, c’è la gestione del traffico: i dati delle telecamere e di altri sensori possono essere elaborati sull’edge per esaminare la situazione in tempo reale e fornire delle risposte immediate, come chiudere le strade congestionate e proporre percorsi alternativi.

Smart home

Finiamo questa breve e certo non esaustiva carrellata con la smart home: anche qui, tutti i dati generati dai dispositivi intelligenti ora vanno sul cloud, ma la tendenza è di spostarli sull’edge, in particolare per ciò che riguarda le telecamere di sicurezza e gli smart speakers.  E’ vero che esistono altre opzioni di rete (il satellite, l’RFID, Ethernet), però nessuna di queste, secondo gli esperti, consente la velocità, la banda e la riduzione dei consumi come il 5G. Che si avvia a diventare il vero traino dell’economia mondiale. Secondo l’agenzia di ricerca Juniper Research, nel giro di 5 anni il numero di connessioni per l’IoT industriale in pratica raddoppierà, passando da 17,7 miliardi nel 2020 a 36,8 miliardi nel 2025. E stiamo parlando di solo uno, sia pure vasto, dei settori che, come abbiamo visto, è interessato dalla “rivoluzione 5G”. 

Digitalizzazione

Per tutti questi motivi, il 5G è entrato nella sfera d’interesse non solo del mercato “privato”, ma anche in quello del pubblico, perché è indispensabile per lo sviluppo digitale ormai indispensabile in tutti i Paesi del mondo. Esiste un Action Plan 5G gestito da un’apposita Commissione Europea, perché gli stessi Stati membri devono diventare i committenti in numerosi settori che possono avvantaggiarsi da questa tecnologia. Per restare nel nostro campo, la sicurezza urbana, la gestione dei trasporti, ma anche quella di emergenze e catastrofi. Infine, che interessa sia pubblico sia privato, tutto il segmento della cybersicurezza. 

PNRR e 5G

Per ciò che riguarda il nostro Paese, una parte dei famosi fondi del PNRR deve essere devoluta proprio al 5G. Sono iniziate le gare, ma i problemi sono tanti, in particolare siamo lontani dall’avere quella mitica “rete unica” che dovrebbe essere la dorsale per le connessioni ultraveloci in tutta Italia. Abbiamo ancora troppe cosiddette “aree bianche”, zone in cui non è stato possibile portare la banda ultralarga. Un fatto è certo: il futuro è nel segno delle comunicazioni, il più veloce e sicure possibili. Per tenersi al passo con i tempi, sarà indispensabile investire proprio nel 5G..se basta, perché nell’industriale già si sta pensando al 6G…

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