venerdì, 19 aprile 2024

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L’importante è correre (verso il business)

19/05/2022

di Giuseppe Ligotti - Consulente in gestione HR Profittevole 

Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre.” Partirei da questo noto proverbio africano per proporre una riflessione sul tempo che stiamo vivendo, sulle difficoltà che stiamo affrontando e sulle opportunità che stiamo sfruttando o perdendo. 

È un proverbio spesso usato dai coach nei corsi motivazionali per spronare le persone a dare il massimo. La similitudine col mercato  - “la gazzella” (che corre per non essere mangiata) e con l’imprenditore (“il leone” che deve correre più veloce per cogliere le opportunità di un mercato in continua evoluzione e movimento) ci vuole portare a questa conclusione: ciò che realmente conta è alzarsi e correre per cercare di afferrare le  opportunità di un mercato sempre più veloce, alzarsi e correre per cercare di sfamare la nostra fame di business (intesa come espansione) o per consolidare il business. Già. Correre. Non sempre però, correre rappresenta l’opportunità migliore. 

Correre dove?

A volte siamo talmente coinvolti dal sistema ordinario che non ci chiediamo verso dove stiamo correndo. Per capirlo avremmo bisogno di fermarci, isolarci e riflettere verso dove vogliamo correre.  Occorre definire quali obiettivi vogliamo raggiungere, considerarne le difficoltà e i benefici che ne trarremo una volta raggiunti. Dobbiamo quindi guardare al futuro ed essere in grado, come imprenditori, di prevedere dove il mercato correrà per non doverlo inseguire o cercare di correre più veloce per raggiungerlo, bensì per anticiparlo e aspettarlo dove presupponiamo che arriverà. Questo processo ci consente di risparmiare forze, di impiegare meglio le nostre energie e di raggiungere l’obiettivo. Bello, ma come prevedere il futuro?

Apprendere dal passato

Certo non è facile, ma non è impossibile. Per prevedere il futuro dobbiamo analizzare il passato. Come consulente, spesso quando invito l’imprenditore a guardare al futuro, ad uscire da schemi che fanno ormai parte del Suo DNA, mi sento rispondere “abbiamo sempre fatto così ed è sempre andato bene”. Questa affermazione parte da un concetto errato perché non prende insegnamento dal passato, ma VIVE nel passato. Dal passato, al contrario, dovremmo capire come si sono evolute le scelte del mercato a seguito delle innovazioni industriali, delle innovazioni tecnologiche e delle innovazioni nella comunicazione. Come queste innovazioni abbiano influenzato e quanto abbiano inciso sull’evoluzione del mercato, della sua capacità di creare domanda e sulla sua capacità di rispondere a richieste di consumo. Il presente è figlio di quel passato che è stato costruito. 

Un po’ di storia

Com’era il mondo industriale agli inizi degli anni ’60? Due erano i fattori di sviluppo: da un lato, una grande domanda di beni e servizi e dall’altro una grande offerta di forza lavoro. Qualunque fosse il grado di scolarizzazione, bastava lavorare. Questi due fattori hanno dato alle imprese la possibilità di crescere consentendo al sistema di superare momenti di difficoltà (crisi energetica degli anni ’70) e di arrivare solido e competitivo fino agli anni ’90.  Lì, il sistema ha iniziato a fare i conti con la globalizzazione dei mercati e l’aumento del grado di scolarizzazione. Questi due nuovi fattori - sicuramente positivi - hanno contribuito all’allargamento del mercato e alla possibilità di elevare il livello dei servizi, ma hanno anche messo  gli imprenditori in un limbo dove la crescente domanda di beni e servizi doveva al contempo, e paradossalmente, fare i conti con la crescente difficoltà delle aziende a soddisfarla per effetto di diversi fattori. Primo fra tutti la mancanza di disponibilità al lavoro, perché dalla fine degli anni ’90 si è cominciato a cercare non più solo un lavoro capace di dare dignità, ma un lavoro corrispondente alle proprie necessità. E si è invertito l’ordine delle priorità: il tempo libero non era più conseguenza del tempo che non veniva dedicato al lavoro, ma erano le proprie esigenze a definire il tempo che gli individui erano disposti a dedicare al lavoro. La continua e crescente necessità di energia, in tutti i settori non solo in quello prettamente industriale, ha prodotto una dipendenza tale, da portare alla crescita continua dei costi della stessa, così come la crescente richiesta di materiale elettronico ha portato alcune materie a prezzi esorbitanti. Ed eccoci al presente: le aziende sono strette nella morsa della necessità di programmare obiettivi e risultati, correndo verso un business ma dovendo confrontarsi con nuove incertezze e paure. Fortunatamente il presente ci mette a disposizione anche nuovi strumenti. 

Nuovi strumenti

Per beneficiare di tali strumenti è però necessario un cambio radicale di mentalità. Bisogna sapere che quello che è stato costruito va adeguato, modernizzato. Bisogna evolvere i concetti a fondamento della nostra formazione. Per pensare a costruire il futuro occorre conoscere gli strumenti che l’oggi ci mette a disposizione. Programmare obiettivi e risultati oggi vuole necessariamente prendere coscienza che ogni attività produttiva non può prescindere da una analisi energetica e del proprio fabbisogno energetico nel senso più ampio del termine, uscendo quindi dal semplice schema energia = consumo di energia elettrica, ma considerando energia tutto ciò che ci consente di creare movimento, ovvero energia = consumo di energia elettrica + consumo di gas + consumo di carburante. Un piano di efficientamento energetico diventa prioritario: grazie anche ai recenti fondi messi a disposizione del PNRR è possibile programmare efficacemente obiettivi ed analizzarne costi e benefici.  Programmare obiettivi futuri vuol dire prendere coscienza delle necessità delle risorse umane e di come sono cambiati competenze e valori. Occorre necessariamente prendere consapevolezza del fatto che oggi gli individui hanno maturato un concetto di tempo/lavoro diverso. È necessario che l’imprenditore oggi condivida i valori del lavoro, valori che possono e devono essere condivisi in quanto le persone oltre al salario oggi hanno bisogno di soddisfazioni, motivazioni e riconoscimenti. Per riuscire a fare questo è necessario investire in formazione tecnica continua, formazione personale e welfare aziendale.

Tecnologia

Programmare obiettivi oggi richiede anche tecnologia. In qualunque settore, è necessario investire in tecnologia per gestire ogni tipo di processo informativo. I flussi di informazioni da un settore produttivo ad un altro, da un ufficio ad un altro o da una azienda all’altra sono in costante aumento e richiedono tempi e precisione sempre maggiori. Gestire accuratamente il livello di informazioni e dotarsi del giusto grado di tecnologia consente alle imprese di ogni ordine e grado di raggiungere gradi di efficienza e competitività. Ancora una volta la parola d’ordine è conoscenza, formazione. Conoscenza e formazione ci aiutano ad individuare i nostri attuali bisogni, a capire come soddisfarli e sono necessari per programmare sviluppo e crescita. È bene sapere che oggi anche gli investimenti in tecnologia possono beneficiare dei fondi messi a disposizione del PNRR. Correre verso il business è necessario e indispensabile ma occorre correre verso mete chiare e definite e con strumenti adeguati e moderni. Non serve inseguire, ma anticipare il business. 



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