giovedì, 2 maggio 2024

Articoli

Il “bullismo” verso le imprese

26/03/2022

di Giuseppe Ligotti - Consulente in gestione HR Profittevole 

Carissimi, buon anno! Questo è l’augurio che nei primi giorni del mese di gennaio è consuetudine scambiarsi e che riapre ogni rapporto. Ognuno di noi, in questo generico augurio, associa l’aggettivo buono all’auspicio che tale augurio sia riferito al raggiungimento degli obiettivi aziendali fissati per il nuovo anno. Al rientro della pausa Natalizia, ci rimettiamo tutti al lavoro, riprendiamo le relazioni stilate a fine anno su crescita e fatturato, elaboriamo nuovi piani di investimento e programmiamo nuovi obiettivi. Molto spesso però non ci soffermiamo a studiare il contesto sociale nel quale la nostra azienda opera per raggiungere gli obiettivi fissati. Presi dalla gestione della quotidianità ignoriamo tutto ciò che ruota intorno alla nostra azienda subendo quello che definisco Bullismo Imprenditoriale. 

Ogni giorno come imprenditori subiamo veri e propri atti di bullismo. Subiamo comportamenti intenzionali, di natura psicologica, ripetuti nel corso del tempo e attuati nei nostri confronti da soggetti diversi. Ma quali soggetti potrebbero compiere tali atti nei confronti di noi imprenditori? 

Bullo #1: lo Stato

Non vi è dubbio che i principali atti di bullismo rivolti alle imprese derivino proprio dallo Stato, incapace di costruire ed ammodernare un sistema normativo in grado di proteggere e aiutare le imprese finendo per ingabbiarle in percorsi burocratici opprimenti e limitandone crescita e sviluppo. Un esempio sopra a tutti: la mancata riforma del sistema fiscale.

Bullo #2: l’impianto giuslavoristico

Al secondo posto troviamo i lavoratori dipendenti. Ma come possono i lavoratori dipendenti bullizzare l’imprenditore, essendo la parte più debole del rapporto contrattuale? In realtà a bullizzare l’impresa non sono i lavoratori, ma ancora una volta il sistema normativo che regola i rapporti tra Lavoratori – Impresa - Enti. Pensiamo un attimo a tutte quelle pressioni psicologiche dirette e indirette che ricadono sull’imprenditore quando occorre gestire periodi di emergenza, quando occorre gestire situazioni personali, oppure quando occorre responsabilizzare i propri collaboratori.  

Bullo #3: noi stessi

Al terzo posto, ahinoi, il Bullo nei confronti dell’imprenditore siamo noi stessi, gli imprenditori, che rivestono il doppio ruolo di Bullo e Bullizzato. Come? Pensiamo alla pressione psicologica che esercitiamo quando, come imprenditori, pratichiamo la strategia del prezzo. Tale pratica viene perpetrata sia dalla parte fornitrice (impresa A) delle materie prime (e in questo caso subiamo), sia dalla parte acquirente (impresa B), che richiede una riduzione del prezzo di acquisto - ed anche in questo caso subiamo. Quando però adottiamo lo stesso comportamento, probabilmente nei confronti dei nostri clienti o fornitori, passiamo da bullizzati a bulli. Si dirà che fa parte del cd. sistema economico ed in parte è certamente vero, tuttavia la continua riduzione dei margini di profitto (a causa di molteplici fattori e tra i principali quelli sopra citati), ha fortemente indebolito la capacità di autodeterminazione del prezzo nel sistema mercato, favorendo la nascita del fenomeno di questa forma di bullismo imprenditoriale, sempre più forte ed in continua crescita.

Il Bullo non è il più forte

Ebbene, come combattiamo il Bullismo scolastico e/o sociale, dobbiamo condannare e contrastare il Bullismo Imprenditoriale. Come imprenditori ogni inizio anno, oltre alle previsioni di business ed alle stesure di budget, dobbiamo porci una domanda: come posso migliorare il contesto sociale della mia impresa? La risposta è incredibilmente semplice: diventando più forti. Diventare più forti all’interno di un contesto sociale, per un imprenditore e per un’impresa, vuol dire iniziare a mettere in atto tutti quei processi che rafforzano l’impresa stessa nei confronti dei Bulli. Vuol dire iniziare a pensare non solo in termini di investimenti in attrezzature più efficienti o in tecnologie più performanti, ma soprattutto in termini di investimento nel capitale umano. Rafforzare il capitale umano vuol dire rimettere al centro dell’attenzione le persone con strategie di crescita e sviluppo, soddisfazione e motivazione. 

Il Capitale Umano

Rafforzare il nostro capitale umano è possibile, bisogna però avere il coraggio di percorrere le nuove strade di profittabilità che il nostro sistema (per quanto farraginosamente) ha costruito. Percorrere queste strade ci consente di contrastare efficacemente le richieste di un fisco apparentemente prepotente ed ingordo, ci consente di gestire le situazioni di emergenza, ci fornisce i giusti strumenti per la responsabilizzazione dei nostri collaboratori e ancora ci consente di non dover ricoprire quel fastidioso ma ad oggi necessario doppio ruolo di bulli e bullizzati per sopravvivere in un mercato sempre più incerto. Per uscire dall’incubo del bullismo imprenditoriale la strada c’è: basta percorrerla.



Tutti gli articoli