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La sicurezza cyber influenza la sicurezza della propria casa?

12/04/2022

della Redazione

La sicurezza online influenza la sicurezza domestica? In occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete (8 febbraio 2022), Verisure condivide i dati di due recenti ricerche di mercato che offrono interessanti risposte a questa domanda. Secondo il 47% di 2500 intervistati - ben il 10% in più rispetto al 2020 - il 1° reato che aumenterà a causa della pandemia sono infatti  le truffe online. Un timore per la sicurezza in rete che coinvolge anche i più giovani: catapultati in una quotidianità di connessione continua, 7 ragazzi su 10 temono che la sicurezza online possa compromettere la sicurezza in casa e molti reagiscono chiudendo i profili social e condividendo meno informazioni personali.

La Commissione Europea ha istituito la Giornata Mondiale per la sicurezza in Rete ogni secondo martedì di febbraio con lo scopo di sensibilizzare ad un uso corretto della rete internet e per generare consapevolezza su temi come cyberbullismo, social network, identità digitale, privacy online.  A preoccupare oggi è la nuova normalità generata dalla pandemia: connessione continua, didattica a distanza, smart working, gaming e streaming.  Al centro dell’attenzione ci sono i più giovani, che nel 2021 hanno raddoppiato il tempo trascorso online. 

Verisure, multinazionale leader in Europa in materia di sicurezza residenziale, ha voluto approfondire il rapporto tra sicurezza online e sicurezza in casa per comprendere come la pandemia stia cambiando la percezione di sicurezza in rete in Italia e come i più giovani gestiscono il rapporto tra privacy, sicurezza e social network. 

Per rispondere, ha condiviso i risultati di due recenti ricerche condotte una in collaborazione con l’Istituto di Ricerca e Mercato Sondea e una con Skuola.net, il primo portale d’Italia dedicato ai giovani e alla scuola.

I risultati

La ricerca Verisure e Sondea “La sicurezza in Italia nel 2021”, realizzata su un campione di oltre 2.500 persone tra i 30 e i 65 anni (Ricerca Verisure e Istituto di Ricerca Sondea su un campione di 2.526 individui tra i 30 e i 65 anni selezionati in maniera intenzionale e proporzionale alle di quote di popolazione italiana (Eurostat 2019) con metodo CAWI – Novembre 2021), evidenzia al 1° posto (47% degli intervistati) che la pandemia da Covid-19 porterà a un aumento delle truffe online. Non solo, il confronto tra i dati 2021 rispetto al 2020 mostra un marcato peggioramento nella percezione della sicurezza in rete su ogni indicatore, proprio in parallelo con il progredire della pandemia. Questi i dati:

• da novembre 2020 a novembre 2021 sono aumentate ben del 10% le persone che temono che la pandemia porterà a un aumento di truffe online; 

• il reato che si ritiene più probabile subire è il furto di dati online (per un intervistato su due è estremamente probabile esserne vittima, +5% rispetto al 2020); 

• un intervistato su quattro ha paura di subire un furto di dati online, +6% rispetto al 2020, mentre cresce del 7% la quota di chi teme una truffa online. 

E la casa?

La ricerca Verisure e Skuola.net “Osservatorio giovani&sicurezza 2021”, svolta su un campione di 1.000 ragazzi tra gli 11 e i 30 anni (Ricerca Verisure e Skuola.net su un campione di 1.000 ragazzi tra gli 11 e i 30 anni con metodo CAWI – Luglio 2021), indica che 7 giovani su 10 temono che l’eccessiva visibilità sui social network possa compromettere la loro sicurezza in casa. Con il progredire della pandemia, i dati 2021 rispetto a quelli registrati nel 2019 mostrano che sempre meno giovani raccontano sui social network i dettagli di cosa fanno quando, ad esempio, partono per una vacanza lasciando la casa vuota:

• cresce infatti di 7 punti (da 33% nel 2019 a 40% nel 2021) la quota di ragazzi che non racconta quasi nulla; 

• aumenta dal 15% al 22% la percentuale di ragazzi che non amano far sapere online cosa sanno; 

• solo il 38% racconta tutto o quasi della propria giornata, ben il 14% in meno rispetto a prima della pandemia; 

• scende del 5% la quota di giovani che si geolocalizza. 

Il rovescio buono della medaglia

Nel corso degli ultimi due anni, si osserva tuttavia un uso più consapevole dei social network da parte dei più giovani, come se la nuova quotidianità iperconnessa avesse generato maggior timore per la propria sicurezza, ma al contempo maggiore consapevolezza: dal 2019 al 2021, infatti, il +6% di ragazzi ha chiuso i propri profili social a occhi sconosciuti (dal 21% al 27%). Sono soprattutto i giovanissimi a prestare più attenzione alla propria privacy online: il 35% di ragazzi tra gli 11 e i 14 anni ha un profilo Facebook, Instagram o TikTok privato.

La versione integrale dell’articolo riporta tabelle, box o figure, per visualizzarle apri il pdf allegato. 
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