di Ilaria Garaffoni
Un comunicato di filiera per raccontare lo stato del settore sicurezza in materia di caro bollette, caro materiali e difficoltà di reperimento della componentistica e per dare voce alle proposte che le associazioni di categoria stanno cercando di mettere in campo. Questo il primo risultato incassato alla tavola rotonda a porte chiuse promossa da Ethos Media Group in fiera SICUREZZA, che anticipa alcuni temi in approfondimento a secsolutionforum 2021.
Innanzitutto qualche flash per inquadrare il tema. Com’è noto, la ripresa post Covid è stata rallentata innanzitutto dalla crisi energetica, la cui conseguenza più immediata è l’aumento dei costi in bolletta per imprese e privati. Il governo sta cercando di frenare la mareggiata con stanziamenti per calmierare i prezzi di elettricità e gas, ma i risultati stentano a vedersi.
E del resto ancor prima, fin dai primi mesi del 2021, si sono toccati con mano gli effetti della crisi dei chip, con inevitabile calo della qualità dei materiali.
Risultato: rallentamento della produzione, aumento dei prezzi e allungamento dei tempi di consegna (fino a 52 settimane). Una crisi amplificata dal 5G, che si serve di chip per i nuovi apparati di telecomunicazione, oltre a richiedere un enorme dispendio energetico.
I chip sono talmente rari che è nato addirittura un fiorente mercato del “tarocco”. Ma come è successo? Possibile che sia avvenuto tutto così in fretta?
Da dove si è partiti
La crisi è iniziata con la pandemia: la chiusura delle fabbriche ha distorto gli equilibri consueti tra domanda (in netta crescita) e offerta (in netto calo).
Risultato: chi non ha fatto scorte, si trova oggi a dover razzolare nei canali alternativi, dove vige il far west dei prezzi. C’è chi fa acquisti con programmazioni pluriennali e gruppi di acquisto, e c’è chi arriva a reingegnerizzare i soli prodotti a maggior valore, abbandonando gli altri.
Ma a volte non si può sostituire un pezzo che contiene un semiconduttore senza rivolgersi ad un altro fornitore, e questo obbliga a riomologare e ricertificare il prodotto, pratica che - oltre a costare tempo e denaro – si scontra con l’intasamento degli stessi enti certificatori.
L’effetto sistemico è che si riducono il valore aggiunto e la propensione a investire delle imprese, compromettendo anche la domanda di lavoro soprattutto nei settori più hi tech. Non è un caso che qualche impresa stia tornando a chiedere gli ammortizzatori sociali “causa rincari”...
Le risposte del Governo
Oltre al Decreto Bollette, che però interessa l’impresa in modo marginale, la novità è che la Commissione Consultiva Centrale per il rilevamento dei costi dei materiali presso il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS), il 18 novembre ha finalmente rilasciato la rilevazione dei costi dei materiali da costruzione e le relative variazioni del primo semestre 2021, da cui dipenderanno le compensazioni alle imprese. Quindi è atteso a breve il famoso decreto del MIMS, che doveva in realtà arrivare entro fine ottobre, con le variazioni dei prezzi superiori all’8% nel primo semestre 2021. A partire da tali valori saranno poi definite le compensazioni. Peccato che l’elenco sia orfano di tanti materiali aumentati, con riferimento a beni e prodotti che riguardano le attività di installazione. Servirebbe un intervento finanziario straordinario e risolutivo, fatto sta che per ora le imprese si stanno difendendo “in ordine sparso”, ma nel caso i problemi dovessero perdurare, le risposte messe in campo sinora sul piano individuale potrebbero non bastare più.
La versione integrale dell’articolo riporta box, figure e gli d+interventi di: Angelo Carlini, Presidente di Assistal - Baldovino Ruggieri, in rappresentanza di Assosicurezza - Paolo Gambuzzi, Presidente di AIPS - Giulio Iucci, Presidente di ANIE SICUREZZA per visualizzarle apri il pdf allegato.
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