mercoledì, 1 maggio 2024

W la Privacy

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Data Protection Officer da 42 euro al mese tutto compreso

04/04/2023

Quarantadue euro al mese, tutto compreso: è la cifra (forse da record negativo), che una scuola media ha stanziato come compenso nel bando di selezione del Dpo, il responsabile della protezione dei dati. Secondo il Gdpr, il Dpo dovrebbe essere una figura chiave, ma nel settore scuola stenta a farsi apprezzare e nella vita scolastica di tutti i giorni è diffusissima la nomina di responsabili pagati pochissimo e che, indebitamente, mantengono la loro attività ai minimi termini: solo questa cruda constatazione spiega perché la privacy a scuola non sia ancora diventata una routine virtuosa.

Eppure, in campo c'è un esercito di 61 mila Dpo. Il loro numero è stato riferito dal Garante della privacy nel corso del seminario "La scuola a prova di privacy: istruzioni per l'uso", tenuto a Firenze il 10 marzo 2023, nell'ambito della fiera Didacta Italia, organizzato dal Ministero dell'Istruzione e del merito (MIM), con partner scientifico Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).

Educare gli studenti alla cultura della protezione dei dati

I Dpo sono, certo, una pletora, ma evidentemente qualcosa non va. Tanto che lo stesso Garante della privacy, sempre durante l'evento citato, ha chiamato a raccolta anche gli insegnanti, cui è stato assegnato il compito di educare gli studenti alla cultura della protezione dei dati. E non basta ancora: per aiutare Dpo e docenti, dal 31 marzo 2023 è disponibile sul sito del Garante della privacy un vademecum dedicato. Ma vediamo di analizzare tutte le sfaccettature della questione.

In un bando per la selezione del Dpo, del 27 febbraio 2023 (che ItaliaOggi ha letto), una scuola media ha offerto un compenso forfettario omnicomprensivo di 375,00 euro per nove mesi. In cambio vengono richiesti: almeno un audit iniziale, almeno 4 ore di formazione e poi la valanga di adempimenti, neppure esattamente definiti (né in ore né come documenti da consegnare), relativi a tutte le materie del Gdpr, con l'aggiunta anche del sito internet e dell'assistenza in caso di contenzioso. L'importo è tale da tenere lontano chiunque voglia svolgere la funzione di Dpo con un minimo di serietà, avendo in mente le prescrizioni del Gdpr.

DPO, una figura fondamentale per la scuola

Il Garante, infatti, ha sottolineato che il Dpo deve essere sempre reperibile e sempre contattabile con una e-mail dedicata e deve essere coinvolto dalla scuola in modo costante e tempestivo in ogni ambito che implichi il trattamento di dati personali. Il Dpo, ha concluso il Garante, è una figura fondamentale per aiutare la scuola ad adempiere ai propri doveri di titolare del trattamento dei dati.

Ma se così deve essere, ci si chiede se sia compatibile con tutto ciò una valorizzazione generalmente ridotta dell'investimento in protezione dei dati, del quale il costo del Dpo è solo la punta dell'iceberg.

Per inciso, bandi di selezione con cifre irrisorie del compenso sono impugnabili perché la clausola sul compenso disincentiva ed esclude operatori seri dal partecipare. Senza dimenticare, ovviamente, però, che non bisogna cadere nel tranello di mettere sul banco degli imputati le singole scuole: bandi, come quello descritto, sono inseriti in un quadro di generale sottostima (salvo eccezioni) della funzione della protezione dei dati.

Articolo di Antonio Ciccia Messina, Avvocato, esperto di protezione dati e presidente di Persone & Privacy


maggiori informazioni su:
www.federprivcy.org



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