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CO.P.I.: benvenuto tardivo (meglio tardi che mai)

31/10/2019

di Antonino Panìco - Ingegnere esperto in materia di prevenzione incendi, di impianti di estinzione e di ingegneria della sicurezza antincendio 

Il Codice di Prevenzione Incendi, anche se pubblicato nel 2015, costituisce di fatto il nuovo strumento con il quale progettare la sicurezza antincendio. La sua applicazione è stata lenta e graduale e solo negli ultimi due anni se ne è monitorato un utilizzo più assiduo perché fino ad ottobre è stato facoltativo, ma ora - al netto di particolari situazioni - non più.

Si tratta di uno strumento interattivo che, partendo dalla definizione del profilo di rischio, si porta con sé tutte le scelte successive legate alle strategie antincendio per soddisfare gli obbiettivi di sicurezza antincendio cercati. Ma che cos’è il profilo di rischio? Cosa sono gli obbiettivi di sicurezza antincendio che ci si propone di raggiungere e che cosa significa strategia antincendio?

Non è banale definire questi concetti, perché stanno alla base del nuovo approccio semi-prestazionale alla prevenzione incendi. Vediamoli.

Profilo di rischio

Al là della definizione ufficiale che si trova sullo strumento normativo, il profilo di rischio è il concetto che ci spiega quanto potrebbe essere gravoso l’incendio in un compartimento o in una attività in termini di pericolosità nei confronti dell’esodo. Facciamo un esempio. Un incendio veloce in un ambiente di cui non si ha familiarità è pericolosissimo: si pensi al classico albero di Natale (magari di plastica) addobbato con luminarie di non ben identificata provenienza che, a causa di un corto circuito, prende fuoco in un appartamento o peggio nell’atrio di un ospedale o nella hall di un albergo. La potenza dell’incendio è sicuramente poco rilevante: le strutture saranno sottoposte ad un cimento termico quasi nullo, ma la produzione di fumo sarebbe mortale per gli occupanti, sia che si trovino in stato di riposo, sia in stato di veglia. Avremmo un profilo di rischio di tipo C legato alle condizioni degli occupanti (che possono essere addormentati) e di tipo 3 legato alla velocità di crescita dell’incendio (in relazione al materiale ed alla sua pezzatura). Possono sembrare ovvietà, ma analizzare questi aspetti è assolutamente inedito. Prima dell’avvento del Codice, mai ci si era soffermati sullo studio anche qualitativo dell’incendio: si erano solo applicate le misure previste dalle norme, senza porsi pensiero di come potesse essere l’incendio.

Obbiettivi di sicurezza antincendio 

Banale anche questo: la salvaguardia della vita umana, l’esodo delle persone prima che esse possano essere direttamente esposte all’incendio ed essere rese incapaci dal fumo e dal calore.

Visto il profilo di rischio e visto l’obbiettivo, non resta fare altro che applicare l’opportuna strategia antincendio. Il codice propone le soluzioni conformi, ossia quelle soluzioni che il normatore ritiene idonee a garantire il corretto livello di sicurezza limitando opportunamente il rischio residuo.

Per questo particolare caso, si tratta di avere percorsi di esodo corti, corridoi ciechi corti, ridondanza delle vie di esodo, un impianto di rivelazione e di segnalazione manuale allarme incendio, materiali che rivestono le vie di esodo di tipo difficilmente combustibile e non propagante la fiamma. Inoltre altre misure di tipo gestionale. Ma se le soluzioni conformi non si possono applicare? 

Soluzioni alternative

Se stiamo parlando di un edificio pregevole dal punto di vista storico al quale non possono essere apportate modifiche neppure in ordine alla sostituzione di arredi e/o dei rivestimenti di pareti soffitti e pavimenti, che si fa? Ci sono le soluzioni alternative: c’è la possibilità di studiare in maniera quantitativa l’incendio e non più solamente qualitativa per comprendere se l’obbiettivo che ci si è posti è comunque fatto salvo. Traducendo: se lo strato libero da fumi rimane di almeno 2 metri e la temperatura dello strato dove vi sono i fumi rimane al di sotto dei 200 °C per almeno il doppio del tempo necessario all’esodo, allora l’obbiettivo è fatto salvo. 

Ingegneria della sicurezza antincendi

Per verificare la prestazione del fabbricato e garantire l’obbiettivo in questa maniera è necessaria la conoscenza dei metodi dell’ingegneria della sicurezza antincendi, essere in grado di modellare l’incendio con software specialistici e saper interpretare i risultati non prima di essere stati in grado di scegliere tra gli scenari possibili il più gravoso. Tutto ciò in regime autorizzativo ordinario senza ricorrere all’istituto della deroga. Potenza del CO.P.I.

Fabio D’Amore - Direttore Commerciale Vendita Installatori e Direttore Tecnico DEF Italia 

“Mercato stabile, ma servono norme più stringenti e maggiore chiarezza

Il mercato della rivelazione incendio nel 2019 si mostra sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, è distribuito a macchia di leopardo sul territorio e sta dimostrando di apprezzare soluzioni di rivelazione e spegnimento integrate e prodotti ad alto contenuto estetico di facile inserimento in tutti quei siti ad elevato valore culturale o artistico. Norme più stringenti che prevedano l’adozione della rivelazione incendio in un più ampio ventaglio di strutture ed una maggior chiarezza rispetto alla “revisione d’impianto” ed ai tempi ad essa connessa lascerebbero meno spazio alle interpretazioni ed ai facili risparmi”.

Renato Casiroli - Amministratore Unico di Det Fire

“Servono incentivi per la professionalità

Gran parte degli utenti finali non presenta un’adeguata sensibilità al tema della protezione antincendio e tende a limitarsi, soprattutto in tempi di budget ridotti come questo, a “mettersi in regola”. Risultato: zero analisi del rischio, prodotti scadenti, manutenzione inesistente. Al fattore culturale, che vive l’antincendio come mero costo e non come risorsa, si aggiunge una diffusa assenza di controlli di parte statale. Due proposte strutturali per far ripartire il settore: incentivi/detrazioni per chi mette in campo un impianto di spegnimento professionale e una riduzione delle polizze assicurative, proporzionata alla professionalità dell’impianto messo in campo”.

Roberto Catena - Southern Europe Sales Leader - Global Fire Detection Products Johnson Controls

“La nuova UNI 11224 dovrebbe migliorare la qualità della manutenzione

Il mercato dell’antincendio in Italia è in leggera crescita, anche se purtroppo inferiore rispetto ad altri mercati europei, dal momento che gli investimenti sia pubblici che privati non sono ancora ripartiti. Senza dubbio i sistemi indirizzabili sono i più utilizzati perché offrono la possibilità di individuare con precisione la posizione dell’incendio e consentono un notevole risparmio sul costo di cablaggio. La nuova edizione della norma UNI 11224 dovrebbe migliorare la qualità delle attività di manutenzione: troppo spesso si vedono impianti obsoleti non più in grado di svolgere pienamente il loro compito”.

Antonio Esposito - BDM Notifier & Adjacencies Southern Europe 

“Connettività end-to-end e cloud al centro

Gli edifici complessi e le nuove infrastrutture spingono gli attori della filiera a concepire nuove soluzioni, ad offrire nuovi servizi continuando a garantire conformità alle norme per ridurre i rischi e salvare vite umane. La connettività end-to-end e l’uso di servizi cloud è ormai il tema centrale della sicurezza antincendio. I responsabili che si occupano della sicurezza apprezzano sempre più i vantaggi della connettività, della visibilità dei dati nella forma appropriata e la potenza dell’IoT per la loro acquisizione dei dati in tempo reale. Il prossimo futuro vedrà quindi gli stakeholder dell’antincendio focalizzati nel tradurre rapidamente i bisogni nascenti in linee guida, prodotti e soluzioni”.

Michele Anghelidis - Responsabile commerciale Italia di Olympia Electronics 

“App, integrazione e supervisione dei sistemi

Nel mercato italiano il settore dell’antincendio è attualmente tra i più interessanti e in grande evoluzione. Oltre a poter disporre di una gamma di prodotti completa e di soluzioni con tecnologia wireless all’avanguardia, il mercato richiede oggi sempre più soluzioni caratterizzate da integrazione e supervisione dei sistemi. Un’interfaccia intuitiva in un sistema unico, gestito tramite APP e cloud, rappresenta una soluzione innovativa e sicura che permette di ridurre i costi diretti e di manutenzione. Per far crescere ulteriormente il settore, sarebbe utile varare una norma per l’utilizzo dei sistemi antincendio in tutte le attività”.

Carlo Colombini - Fire Sales Specialist, Greater Italy UTC Climate, Controls & Security | Fire & Security Products 

“Rivelazione fumi ad aspirazione ed EVAC per rilanciare il mercato 

In un mercato statico come quello della rivelazione incendi in Italia negli ultimi anni, i due settori che riteniamo più interessanti, in termini di sviluppo e di opportunità, sono sicuramente i sistemi di rivelazione fumi ad aspirazione e i sistemi EVAC. Su queste due tecnologie UTC Fire & Security ha deciso di investire lanciando nuovi prodotti. Siamo certi che la nuova normativa sulle manutenzioni darà uno stimolo ad un mercato da troppi anni stabile, ma riteniamo indispensabile continuare a sviluppare e proporre innovazione”.

Interviste raccolte dalla Redazione


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www.gammaprogetti.com



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