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Casa sicura secondo la norma

19/10/2018

MILANO - Fin dagli anni ‘60 un’antropologa americana, Jane Jacobs, concepì la teoria della “community policing”, considerato il primo studio sull’influenza della progettazione urbana sulla sicurezza delle città.

La studiosa asseriva che la difesa dal disordine sociale viene attuata, anche inconsapevolmente, dalla rete dei controlli spontanei e naturali, dalle norme tacite di comportamento condivise e garantite con l’esempio virtuoso, dalla segnalazione effettuata dai cittadini stessi di un determinato territorio, dalla cura e mantenimento, dal potenziamento o il ripristino del senso di appartenenza alla comunità e di identificazione con il proprio quartiere/città che fa sì che gli abitanti condividano un costante controllo informale sul territorio.

L’approccio estetico e funzionale del quartiere determinano la vivibilità dello stesso e il punto di arrivo di una serie di programmi e azioni volti a ricreare il senso di coesione sociale, di appartenenza alla comunità e di identificazione con il territorio nel quale non solo si risiede, ma si vive. Lo studio della Jacobs, rielaborato da altri progettisti quali Oscar Newman, ha costituito la base di un programma di Prevenzione del Crimine attraverso il Design Urbano.

Nell'articolo che segue, Pierdavide Scambi - Studio Scambi Vicenza, approfondisce il tema: https://www.secsolution.com/articolo.asp?id=631

 



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