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E' italiano il primato globale degli ammanchi nel retail

26/09/2018

MILANO - In base ai dati  emesri dal Sensormatic Global Shrink Index 2018, indagine svolta da Tyco Retail Solutions in collaborazione con PlanetRetail RNG, emerge che gli ammanchi nel retail stiano aumentando in modo più rapido rispetto a quanto suggerito da studi precedenti, con un valore pari all’1,82% del fatturato annuo dell’intero settore a livello globale.

Lo studio, a cui hanno partecipato oltre 1.200 retailer di 14 paesi, per un totale di 229.000 punti vendita e un fatturato complessivo di 1,56 bilioni di dollari nel 2017, evidenzia sì questo dato non certo incoraggiante, ma rivela anche che i retailer si stanno sforzando di sfruttare tecnologie di loss prevention per trasformare, nel contempo, supply chain e attività degli addetti alle vendite.

Strumenti di data mining contribuiscono ad esempio a favorire un'efficace riduzione degli ammanchi in rapporto alle transazioni nel punto vendita (per il 48,30% degli intervistati), alle etichette antitaccheggio (EAS) danneggiate/rimosse (47,77%) e ai rimborsi su carte di credito (46,52%). Nonostante l’incremento in tal senso le cause di ammanchi nel retail sono svariate e la percentuale di questi ultimi sta aumentando a livello globale, sia per Paese che per  mercato verticale, con l’Italia (2,32%) e i negozi di abbigliamento e accessori (1,98%) ai primi posti di questa speciale classifica.

In questa situazione, l’Italia risulta essere il fanalino di coda per quanto riguarda la percentuale degli ammanchi, sia in Europa sia a livello globale. Anche se l’aumento dei budget dedicati e l’investimento in tecnologie necessarie per contrastare questa tendenza dovrebbe essere una scelta quasi scontata,  alla domanda se il budget destinato alla prevenzione degli ammanchi fosse maggiore, minore o invariato rispetto allo scorso anno, il 37,25% degli intervistati italiani ha invece risposto indicando una riduzione dello stesso.

Analizzando infine i dati per tipologia di retail in Italia, ipermercati e superstore hanno registrato la percentuale di ammanchi più elevata (2,78% del fatturato). A differenza di altri paesi, alla domanda su quale fosse il parametro principale su cui misurare i risultati della loss prevention, oltre la metà (62,75%) dei retailer italiani interpellati  ha indicato il margine lordo, rispetto a vendite o fatturato.

Strategie diversificate contro gli ammanchi

La maggioranza dei retailer (68%) prevede il monitoraggio dei social media nelle proprie strategie volte a contrastare l’incremento degli ammanchi. In 10 Paesi su 14, la maggior parte (dal 56% al 79%) degli intervistati ha inoltre dichiarato di aver destinato alla tecnologia una quota superiore della percentuale di budget riservata alla loss prevention e alla protezione delle risorse – tra questi non risulta l’Italia. Il 62% degli intervistati ha per esempio dichiarato che l’investimento in EAS sta aumentando.

Anche se sono fattori esterni come il taccheggio a rappresentare la causa principale (34%), anche gli ammanchi causati da venditori/fornitori (24%), comportamento del personale interno (22%) ed errori dell’amministrazione (18%) contribuiscono ad aggravare il fenomeno. A fronte di questo è quindi necessario un investimento crescente nella loss prevention ma, nonostante i budget siano generalmente in aumento, nella maggior parte dei casi la percentuale di fatturato destinata a tal fine è attualmente inferiore al 2%.

 

 

 

 

 


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