martedì, 19 marzo 2024

W la Privacy

W la Privacy

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dlgs 101/2018: il quadro della privacy adesso è completo, senza più alibi per le imprese

05/09/2018

ROMA - E' uscito in Gazzetta Ufficiale il Decreto 10 agosto 2018 n.101 di adeguamento al Gdpr: viene meno così l’ultimo alibi per le aziende, che non potranno più temporeggiare per adeguarsi alle nuove, stringenti regole a tutela della privacy dei cittadini europei. Il decreto è il modo in cui l’Italia adegua la propria normativa alla rivoluzione privacy voluta dall’Europa, nota con il nome di Gdpr (General data protection regulation).

È vero che le regole sono già scattate il 24 maggio scorso, quando il regolamento Gdpr è entrato automaticamente in vigore, ma si attendeva il decreto italiano per adeguare la normativa nazionale alle novità.

“Ora il quadro normativo è completo e non ci sono più alibi per le aziende”, spiega Francesco Modafferi, dirigente del Garante Privacy, che sta seguendo da vicino l’adeguamento alla nuova normativa. Una delle novità del decreto è che prova a dare un po’ di respiro alle aziende. Dice tra l’altro che il Garante in questi primi otto mesi, nell'erogare le sanzioni, “tiene conto del fatto che siamo in una fase iniziale di attuazione”.

Per ora si eviterà di essere troppo punitivi verso le aziende ritardatarie e verrà quindi esercitata una certa gradualità. Il legislatore va incontro così a quanto richiesto dal Parlamento (nel parere dato dalla Commissione speciale Camera e Senato a questo decreto), che però addirittura avrebbe voluto una temporanea sospensione delle ispezioni del Garante.

Il ritardo delle imprese italiane

Il tutto è un forte indizio, comunque, su quanto siano in ritardo le aziende italiane nell’adeguarsi, rischiando così sanzioni fino a 20 milioni di euro o il 4% del fatturato globale. Per aiutare la vita delle PMI, un’altra delle novità del decreto è che si chiede al Garante Privacy di promuovere linee guida per fissare modalità di adeguamento semplificate ad hoc per loro. “Adesso le regole sono complete e l’arbitro può fischiare il calcio d’inizio”, puntualizza Modafferi.

 

L’arbitro sarà appunto il Garante Privacy, che in questi giorni farà ispezioni, sanzioni. Ma non solo. “Restano da fare ancora alcune regole di secondo livello, da parte del Garante Privacy, come previsto dal decreto”, aggiunge.

Tra le regole in arrivo, alcune faranno la differenza per la ricerca e il mercato nell’ambito sanitario. Verranno infatti introdotte modalità innovative per l’uso di big data sanitari, genetici, biometrici dei cittadini, nel rispetto della loro privacy. La promessa di fondo è la possibilità di usare grandi masse di dati per migliorare l’attività di prevenzione e cura grazie alle tecnologie di intelligenza artificiale.

 

Articolo a cura di Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy


maggiori informazioni su:
www.federprivacy.org



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