MILANO - La nuova privacy all'europea non è neppure partita e già è sommersa dalle controversie. Il Regolamento Ue 2016/679, noto come Gdpr (General Data Protection Regulation), relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali è entrato in vigore da pochi giorni e pare che non tutto vada proprio liscio.
"Abbiamo già ricevuto i primi ricorsi sulle modalità di consenso alla raccolta e al trattamento dei dati personali in base alle nuove regole Ue, abbiamo appena cominciato a controllare i file", spiega Andrea Jelinek, alla guida del board dei garanti dei 28, che deve controllare l'applicazione uniforme nell'Ue del Gdpr.
"Solo se richiesto correttamente e in modo comprensibile per la gente - dice - è giusto, invece se il consenso è forzato allora non c'è nessun consenso" e soprattutto su questa base "non si può privare la gente dei servizi. Va valutato caso per caso". "Abbiamo già ricevuto in Austria un primo caso su Facebook in relazione al consenso al trattamento dei dati personali" legato alle nuove regole Ue sulla privacy entrate in vigore nei giorni scorsi.
Per altri eventuali casi transfrontalieri, invece, sarà il Garante irlandese a occuparsene in quanto è in Irlanda che Facebook ha la sua sede europea principale. "Continueremo il nostro lavoro con gli stati membri e monitoreremo da vicino l’applicazione del regolamento" sulla privacy nei 28, e "prenderemo azioni appropriate se necessario, incluso il ricorso a procedure d’infrazione". È l’avvertimento lanciato dalla commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova (in foto) in occasione dell’entrata in vigore della stretta sulla privacy, dopo che solo circa una metà degli stati membri si è presentata pronta all’appuntamento. Jourova ha quindi inviato una lettera ai ministri europei, per fare piena chiarezza su questo tema.
Articolo a cura di Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy
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