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Global Cloud Computing Scorecard 2018, Italia stabile nell'adozione del cloud

09/03/2018

MILANO - L'Italia è stabile sull’adozione del cloud: in base ai risultati del Global Cloud Computing Scorecard 2018 di Bsa-The Software, il nostro Paese si colloca infatti al nono posto fra le 24 nazioni principali a livello economico. Si registra un lieve decremento rispetto all'ottavo posto della classifica del 2016, dovuto alla migliore performance di altri paesi (soprattutto in termini di infrastruttura IT e sviluppo della banda larga) e al ribilanciamento della metodologia Scorecard.

La nuova edizione dello studio utilizza una metodologia aggiornata che riflette in modo migliore le politiche che hanno aiutato la crescita esponenziale del cloud computing negli ultimi cinque anni, attribuendo una maggiore attenzione al tema della privacy, alla sicurezza informatica e alle infrastrutture a banda larga dei paesi.

Nel 2018 la maggior parte dei paesi continua a migliorare, ma alcuni mercati sono in ritardo. La Germania ha ottenuto il punteggio più alto nello Scorecard, grazie alle sue politiche nazionali sulla sicurezza informatica e alla promozione del libero scambio, seguita da vicino dal Giappone e dagli Stati Uniti. Chiudono invece la classifica Russia, Cina, Indonesia e Vietnam, che non sono riusciti ad allinearsi all’approccio internazionale.

Per quanto riguarda, l’Italia, il quadro legislativo italiano sulla protezione dei dati è esauriente e garantisce un adeguato livello di protezione della proprietà intellettuale per i servizi di cloud computing, inclusa la tutela “safe harbor” relativa alla responsabilità per la violazione di terze parti. Sono però previsti alcuni requisiti di registrazione onerosi e non necessari.

Adeguata e concreta la strategia di sicurezza informatica nel quadro dell’Agenda Digitale Italiana, sul fronte cybercrime, stesso discorso vale sulla legislazione relativa alla firma elettronica e all’e-commerce, nella quale sono rispettati gli standard internazionali e l’interoperabilità.

Politiche avanzate in materia di privacy e sicurezza sono, secondo Bsa, i fattori distintivi dei principali paesi in classifica rispetto ai mercati in ritardo. I paesi continuano ad aggiornare e perfezionare i loro sistemi di data protection, il più delle volte con modalità che consentono flussi di dati attraverso i confini nazionali. Alcuni paesi non hanno però ancora adottato adeguate leggi in materia di privacy e i mercati “maturi” sono frenati dalle deviazioni dagli standard adottati e dagli accordi internazionali frenano i mercati chiave.

Migliorare l'ambiente di sicurezza per il cloud

Standard, certificazioni e test riconosciuti a livello internazionale aiutano infatti a migliorare l’ambiente di sicurezza per il cloud computing, ma non tutti i paesi riconoscono tali best practice come conformi agli standard locali.

Per i mercati emergenti il discorso cambia: continuano a essere in ritardo nell’adozione di politiche favorevoli al cloud, ostacolandone la crescita. Ne sono in parte responsabili le normative, che pongono barriere ai fornitori di servizi cloud, requisiti di localizzazione dei dati e una scarsa tutela in termini di cybersecurity.

Sempre secondo Bsa, un’accresciuta attenzione sullo stato dell’arte dell’infrastruttura IT e della banda larga porta a risultati interessanti; la capacità di paesi e aziende di far leva sul cloud computing per la crescita necessita dell’accesso a una rete potente e mentre quasi tutti i paesi proseguono nell'impegno di migliorare l’accesso alla banda larga, il successo di tali sforzi rimane ancora poco consistente.

(Fonte: Corriere Comunicazioni)

 



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