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In forte crescita il mercato della smart home in Italia

20/02/2018

MILANO - Il futuro sarà all’insegna dell’intelligenza artificiale: il 38% dei consumatori italiani ha in casa almeno un oggetto smart, ovvero connesso, il 74% ha richiesto l’aiuto di un professionista per l’installazione e il 51% esprime timore per i rischi legati alla privacy e ai cyber attacchi. Sono dati che emergono dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Tra videocamere di sorveglianza, termostati, caldaie e lavatrici, sono numerosi gli impieghi delle soluzioni Internet of Things per la Smart Home, il cui mercato in Italia ha raggiunto, nel 2017, quota 250 milioni di euro, con una crescita del 35% rispetto al 2016.

Nel mercato italiano della casa connessa, insieme alle startup (che offrono oltre metà dei prodotti in vendita) sono entrati grandi produttori con brand affermati, dotati di una rete di vendita capillare e di una filiera fidelizzata di installatori, fattori essenziali per accrescere la fiducia dei consumatori.

Questi ultimi hanno oggi a disposizione nuovi punti di contatto per acquistare soluzioni per la casa connessa, tra retailer (tradizionali e online), produttori, assicurazioni, utility e telco che coprono già il 30% dei canali di vendita. In Italia mancano all’appello solo i grandi operatori Over-The-Top come Amazon, Google e Apple, che all’estero hanno appena iniziato la battaglia globale degli assistenti vocali intelligenti (Smart Home speaker), destinata a rivoluzionare il settore.

“Con un’offerta variegata ed eterogenea, il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home in Italia presenta un elevato tasso di crescita nel 2017 – commenta Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things – spinto in particolare dalle applicazioni per la sicurezza, della gestione del riscaldamento e degli elettrodomestici. Le motivazioni di acquisto dei consumatori infatti sono riconducibili principalmente a pochi bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico”.

“Nonostante la forte crescita, sono ancora numerose le barriere su cui le aziende devono concentrare gli sforzi – spiega Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things –. In particolare le difficoltà nell’installazione dei prodotti, la carenza di servizi che effettivamente consentano di creare valore e la scarsa riconoscibilità di molti dei brand che oggi presidiano il mercato. Privacy, Cyber Security e i nuovi algoritmi di Intelligenza Artificiale sono aspetti cruciali per lo sviluppo di soluzioni affidabili e attrattive sul mercato, puntando alla corretta gestione e valorizzazione dei dati che nel futuro saranno sempre più frequentemente messi a disposizione dagli oggetti connessi nelle nostre case”.

 

Le applicazioni "trainanti"? Quelle per la sicurezza

 

Per quanto riguarda l'incidenza sulle vendite, a trainare il mercato italiano della Smart Home sono le applicazioni IoT per la sicurezza: sensori per porte e finestre in grado di rilevare tentativi di infrazione, videocamere di sorveglianza, serrature e videocitofoni. Seguono i prodotti per la gestione del riscaldamento, cioè caldaie e termostati connessi che si diffondono grazie a brand affermati, una community di installatori fidelizzata e la capacità di comunicare i benefici ottenibili in termini di comfort e risparmio energetico. Poi vengono le soluzioni per la gestione elettrodomestici, in particolari lavatrici connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi di assistente vocale.

Si segnala la diffusione, a livello internazionale, degli Smart Home speaker: hub dotati di altoparlanti che riducono la complessità di connessione e gestione degli oggetti intelligenti in casa. In Usa sono già 35 milioni gli speaker venduti da Amazon e Google, con quote del 55% per Amazon Echo e 45% per Google Home. In Italia si attende il loro arrivo, ma ci sono grandi attese verso questi dispositivi presidiati da tutti i grandi Over- the-Top.

Gli ostacoli da superare sono l’installazione dei prodotti, l’integrazione dell’offerta con servizi di valore e la presenza di brand affermati. Il 73% delle oltre 370 soluzioni IoT per la casa connessa censite dall’Osservatorio dovrebbe poter essere installato in autonomia, ma alla prova dei fatti spesso l’utente deve rivolgersi a un installatore specializzato, causando costi aggiuntivi. Sono rari inoltre i servizi che effettivamente consentono di creare valore per l’utente: oggi solo nel 27% dei casi è presente almeno un servizio nella soluzione offerta, spesso “di base”, come la gestione dei dati su cloud o l’invio di notifiche push in caso di imprevisto. Infine, oggi oltre metà dei prodotti in vendita è offerto da startup con scarsa forza e riconoscibilità del brand, spesso quindi non percepite come sufficientemente mature e affidabili dai consumatori.

Un accenno ai canali di vendita. Il principale canale di vendita della Smart Home in Italia rimane la filiera tradizionale, costituita da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico, che vale 175 milioni di euro nel 2017, pari al 70% del mercato (+15% rispetto al 2016). Una parte sempre più significativa, pari al 30%, si deve a canali di vendita alternativi come retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility, che con la loro forte crescita (+125%) rendono la casa connessa accessibile a un pubblico sempre più ampio. 

(Fonte: Corriere Comunicazioni)

 



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