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L’impatto della Brexit sul mercato europeo della sicurezza

06/07/2016

LONDRA (UK) – Il 23 giugno certamente è stato un giorno importante per il Regno Unito, per l’Europa e probabilmente per il mondo intero. Quel giorno, una risicata maggioranza di britannici ha votato per l’uscita dall’Unione Europea, generando ondate di sconcerto ovunque e lasciando i cittadini britannici con una domanda ancora senza risposte certe: quale sarà il loro futuro fuori dall’UE? Così inizia il reportage di William Pao, pubblicato nel sito web di a&s International e realizzato raccogliendo le opinioni degli operatori durante la recente fiera IFSEC 2016 che si è tenuta a Londra, proprio nei giorni precedenti il voto, dal 21 al 23 giugno.

Pao sottolinea come la domanda “rimanere o non rimanere” sia stato uno dei temi di dibattito durante la manifestazione. La maggior parte delle aziende europee intervistate dalla redazione di a&s International, prima dell’esito del referendum, ha ridimensionato l’idea che un voto per l’uscita avrebbe avuto un impatto determinante sulla sicurezza. “Il bisogno di security non dipende dall’essere o meno parte dell’UE”, ha affermato Billy Hopkins, Technical Manager presso IDIS Europe. “Sin dagli anni ’70 siamo stati minacciati dal terrorismo, ecco perché abbiamo più sistemi di ANPR (riconoscimento automatico delle targhe) di qualunque altro paese; ecco perché le nostre targhe sono state progettate per l’ANPR.”  

Gli esperti prevedevano, però, che l’uscita avrebbe determinato incertezza sui mercati.“Gli imprenditori tendono a rimandare gli investimenti nell’attesa di vedere cosa succederà”, ha ammesso Alastair McLeod, CEO di Veracity. “Se la Gran Bretagna voterà per lasciare l’UE seguiranno altri quattro o cinque anni di incertezza”.

Secondo Andrew Pigram, Managing Director per la Gran Bretagna presso Bosch Security Systems, non ci sarà un impatto determinante sulla security, “l’effetto – rivela il manager ad a&s International – si avrà sulla fiducia delle imprese, cioè se le persone decideranno di investire in nuovi edifici, se si penserà di costruire più o meno scuole, se penseranno che l’economia crescerà o crollerà. Si pensa alla security quando l’economia si muove; se l’economia rallenta, così farà la sicurezza.”

Un’altra potenziale conseguenza della Brexit è l’aumento di ostacoli al commercio tra Gran Bretagna ed Europa, tema sul quale si sono soffermati sia Joseph Grillo, CEO di Vanderbilt International, sia Atul Rajput, Direttore Regionale per il Nord Europa presso Axis Communications. Le aziende hanno però confermato che troveranno sempre nuovi modi per adattarsi. “Axis ha molti uffici in tutta Europa: l’ufficio in GB non esporta in Europa ma serve il mercato locale. Così l’azienda non verrà particolarmente coinvolta”, ha aggiunto Rajput. “Lavoriamo in tutta Europa e vendiamo in dieci diverse valute. Gran parte della nostra produzione avviene in Europa del Nord e dell’Est”, ha commentato anche Grillo. “Abbiamo comunque dei sistemi di copertura della valuta, perché compriamo in dollari e vendiamo in sette o otto valute, dunque non subiremo enormi conseguenze .”

 


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