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Il mercato italiano dell’antintrusione: una tavola rotonda firmata a&s Italy

28/02/2014

Complice l’insicurezza originata dalla crisi e grazie anche ad un’evoluzione tecnologica particolarmente spinta, negli ultimi anni si è assistito alla ripresa di un mercato per molti anni stagnante: l’antintrusione. Wireless, integrazione col mondo mobile, domotica, cloud, videoverifica degli allarmi: quali tendenze tecnologiche governano il mercato italiano dell’intrusione? E quali saranno i trend del futuro?
E prima ancora: l’intrusione è davvero in ripresa?

Di questo ed altro si è discusso alla tavola rotonda promossa lo scorso 26 febbraio a Milano dalla rivista a&s Italy, in collaborazione con Messe Frankfurt.
Sono intervenuti diversi operatori dell'antintrusione dislocati nell'area settentrionale (BFT, Daitem, Duevi, Elmo, Elp-Wolf Safety, Gesco, Hesa, Pess, Risco) e rappresentanti delle principali associazioni di categoria (AIPS, ANIE Sicurezza, Assosicurezza).
Ma perché parlare di antintrusione proprio adesso?
Perché, secondo i principali analisti, a livello mondiale parrebbe esserci aria di ripresa, guidata soprattutto dallo small business. Secondo IHS il mercato residenziale crescerà del 5,3% annuo fino al 2017 mentre secondo MarketsandMarkets la sua crescita sarà del 9,1%. E in Italia?

L'analisi dei fatturati 2013/2012 di ANIE Sicurezza, sebbene sia stata rilasciata ad oggi in soli termini di sentiment, per l'allarmisticaparla di un calo di 1,80 punti nel 2013, che va salutato però come un indice di un miglioramento rispetto al calo di 8 punti registrato nel 2012 sull'anno 2011.
Certo siamo ben lontani dalla “grande risalita” del 2011, che, per la prima volta dopo anni di negatività sempre più spinta, marcò un'inversione di tendenza, con un – minuscolo ma beneaugurale - segno positivo. Tuttavia il panel riunito a Milano il 26 febbraio ha concordato sul fatto che, se parlare di “ripresa” sarebbe forse improprio, è comunque indubbio che, all'interno del comparto sicurezza, il segmento dell'antintrusione sia quello anticiclico per eccellenza: non darà troppe soddisfazioni quando il paese cresce, ma quando si attraversa una crisi, sa reggere bene agli scossoni ed è anche capace di mostrare i denti. Comune dunque un sentiment ottimistico anche per questo 2014, a fronte di un 2013 di crescita o di stabilità essenzialmente per tutti i partecipanti.

Un altro aspetto di convergenza è la recente crescita di un mercato mai pienamente decollato, ossia il residenziale: la riscoperta dello small business è partita nel 2011, guidata dalle protezioni perimetrali per impianti di produzione di green energy, ed è proseguita nel 2012 con un residenziale che ha compensato in parte la contrazione dovuta all’esaurimento dei Fondi Energia.
Resta buona anche la redditività, come emerge anche dall'ultima indagine Italian Security leaders Top 25, che vede proprio nell'antintrusione il segmento a più alte marginalità. Il dato si può forse giustificare in termini di storicità e prevalenza di aziende italiane ed europee sulla scena dell’antintrusione, che ha evitato un eccessivo trascinamento dei prezzi verso il basso, oltre che di maggiore fidelizzazione della clientela rispetto ad altri segmenti, come il TVCC, dove i concorrenti spuntano come funghi e la guerra dei prezzi è spietata. Tuttavia la distribuzione indiscriminata dei sistemi d'allarme, ormai anche su canali poco o per nulla professionali (da eBay ad Ali Baba) sta portando anche in casa dell'antintrusione i problemi già affrontati da segmenti che seguono logiche più simili al consumer che al professional. Contrazione dei margini e prodotti di dubbia provenienza costruttiva inclusi.


Sul fronte tecnologico, le parole chiave dell'antintrusione del 2013 sono state: sistemi wireless (ormai inequivocabilmente affidabili), remotizzazione su dispositivi mobili, touch, domotica e piattaforme IP, video verifica dell’allarme, cloud.
E' interessante notare come l'IP si sia affermato nell'antintrusione più a seguito della massificazione di harware mobili intelligenti (smartphone e tablet) che per il tramite della verifica video e dell'integrazione con il video di rete. Anzi, la videoverifica degli allarmi è stata in verità trascinata dall'esplosione degli smartphone. Del resto gli smartphone, utilizzati sempre più per controllare e gestire le applicazioni di sicurezza e automazione, vedranno un ulteriore boom nel 2014. Secondo Mediacells, entro la fine di quest’anno in Italia circoleranno 15,6 milioni di smartphone, il 67% dei quali verrà acquistato da chi non ha mai posseduto un cellulare connesso ad Internet. Entro la fine del 2015 le vendite di tablet supereranno quelle dei PC e le persone dotate di smartphone supereranno quelle che possiedono un computer. In uno scenario del genere, il mondo mobile, vera killer application dell'allarmistica di sicurezza, diverrà quindi anche uno strumento modo per superare il digital divide che ancora affligge il nostro paese.


Insomma: il mercato c'è, la domanda c'è, la tecnologia c'è.
Quello che manca a tutt'oggi, ed era opinione diffusa del panel del 26 febbraio, è la professionalizzazione del canale, che fatica a seguire l'aggiornamento richiesto dalla continua evoluzione tecnologica. Completa il quadro una carenza di normative (e ancor più di controlli) sulle qualifiche professionali ed etiche dell'installatore di sicurezza, tale per cui di fatto si può finire con l'affidare la “sicurezza” della propria casa a dei dopolavoristi appena usciti di galera.

 

Approfondimenti su a&s Italy 26/2014 (n. di Aprile)



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