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Google acquista Nest Lab entrando nella domotica...e nella sicurezza

15/01/2014

MILANO – Google ha acquisito per 3,2 miliardi di dollari Nest Lab, azienda attiva nella domotica che sviluppa dispositivi per la casa intelligente in grado di regolare la temperatura e di rilevare i fumi. Quindi domotica e sicurezza – il tutto partendo certamente dal business dello smart grid, ossia dalla possibilità di dare e ricevere informazioni su consumi e orari per gestire la rete elettrica in maniera intelligente, razionalizzando la distribuzione e i carichi di energia elettrica. Non è certo un caso che Google abbia investito già oltre 300 milioni di dollari nel solare.
Ma torniamo alla cosa che più ci sta a cuore: Google sta entrando nella sicurezza, con annesso rischio di cannibalizzazione del nostro mercato che si sente preconizzare ormai da anni.

Perché se è lo smart grid quello a cui probabilmente punta Google nell'immediato, dall'energia alla domotica alla security il passo è però breve. In verità già Europe Assistance tentò in passato di rendere consumer la sicurezza italiana, con enormi investimenti messi in campo. Il progetto al tempo naufragò per diversi motivi, ma stavolta siamo di fronte ad un gruppo di dimensioni e potenza di fuoco mostruose. Sul fronte tecnologico, si aprirà però la via della standardizzazione nella comunicazione dei device intelligenti su protocollo Android, che in teoria dovrebbe stimolare la crescita e l'innovazione. Insomma, il mercato della sicurezza ne risentirà di certo, anche se non si deve considerare troppo fosco lo scenario futuro: certamente si manterrà l'alta fascia di mercato ed emergeranno con forza gli elementi di specializzazione e alta integrazione.

 

E c'è anche chi ritiene che l'acquisizione nasconda la volontà di utilizzare i device di Nest per monitorare cosa succede all'interno delle nostre case, dato che Google già conosce cosa cerchiamo on line e cosa guardiamo in tv. E benché Google e Nest abbiano garantito che le policy sulla privacy non cambieranno, la condivisione dei dati con Google fa fisiologicamente parte dei rischi dell'internet of thing, ossia della possibilità di dialogare autonomamente tra apparecchi intelligenti (tv, pc, tablet, smartphone e cronotermostati della Nest, ora). Teniamo le orecchie dritte.



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