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Smart Building Expo 2021 e la "questione della competenza"

23/07/2021

MILANO - Dinanzi al fatto che gli impianti e gli edifici sono oggi sempre più smart, viene da domandarsi se i tecnici che li installano sono in grado di dominare e utilizzare in modo appropriato le nuove tecnologie e di colmare il gap tra la produzione di innovazione e la sua immissione nel mercato, come chiedono le aziende produttrici.

Si tratta di un tema cruciale, che verrà affrontato nel corso di Smart Building Expo - manifestazione che si svolge in concomitanza con SICUREZZA, punto di riferimento in Italia e in Europa per security e fire, in programma a Fiera Milano dal 22 al 24 novembre 2021 - nell’ambito della problematica più ampia della certificazione.

Il mercato della home and building automation e, a maggior ragione, quello delle tecnologie per le smart cities, è ad altissimo tasso di innovazione. Le nuove soluzioni si susseguono a un ritmo frenetico, trascinate da agilissime start up che propongono soluzioni sempre nuove, basate sul linguaggio digitale, non di rado incubate da quegli stessi giganti tecnologici che poi dominano quel mercato.

Questo mondo è da sempre, ma in particolare in questi ultimi anni, caratterizzato da un disallineamento tra le attività di ricerca e sviluppo, la prototipazione, la messa in produzione e l’immissione nel mercato. Il ritardo è cronico soprattutto nell’ultima fase, dove l’assorbimento dell’innovazione è in genere molto lento e sconta resistenze innanzitutto culturali.

Il controllo della qualità finale

Non sfugge peraltro a questa regola nemmeno il sistema di controllo della qualità finale della soluzione proposta, che sovente penalizza il costruttore, in balia di “montaggi” diciamo non propriamente “a regola d’arte” e a una mancanza di formazione al cliente finale che banalizza il prodotto.

In alcuni ambiti “sensibili”, come in primis quello della security e della safety, si è da tempo corso ai ripari, mediante la richiesta di certificazione delle competenze degli addetti ai lavori e dei prodotti finali in grado di garantire il cliente finale, tutto attraverso un sistema market driven, ovvero pilotato dal mercato: non sei qualificato, non installi i miei prodotti.

In altri casi la certificazione è stata resa obbligatoria per legge, è il caso degli ormai noti certificati F-GAS. In altri ambiti siamo ancora alle discussioni e alle contrapposizioni che ruotano attorno all’abilitazione alla professione di cui al DL 37/08, con le sue famose “lettere” che definiscono l’ambito impiantistico in cui si è abilitati a operare; abilitazione da qualcuno ritenuta condizione sufficiente a svolgere la propria attività, da altri sicuramente necessaria ma ormai non più sufficiente a garantire, oggi come oggi, installazioni sempre più complesse e ad altissima specializzazione.

Il ruolo dei tecnici e della formazione

Il confronto tra queste visioni opposte sarà uno dei grandi temi di Smart Building Expo 2021. All’orizzonte, infatti, si affacciano con sempre maggiore frequenza sistemi di certificazione volontaria sia delle competenze degli addetti ai lavori che delle soluzioni tecnologiche adottate e persino degli edifici con cui bisogna imparare a fare i conti: non da ultimo l’SRI (Smart Readiness Indicator), promosso dall’Unione Europea, che sicuramente avrà un impatto notevole sul mercato immobiliare.

A impianti ed edifici smart dovranno quindi sempre più corrispondere tecnici altrettanto “smart”, in grado di dominare e ben utilizzare le nuove tecnologie e, con ciò, di accorciare in modo significativo il “ritardo” cronico tra la produzione di innovazione e la sua immissione nel mercato, come chiedono a gran voce le aziende produttrici.


maggiori informazioni su:
www.sicurezza.it



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