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Progetto Don Bosco, la parola agli sponsor: Felice Ferlizzi, Presidente CESPIS

03/08/2021

ROMA -  “Formare in maniera concreta i giovani per il futuro della sicurezza 4.0” questo il senso del progetto che ha dato vita a tre nuovi moderni laboratori interni, molto sofisticati, nei settori building automation, sicurezza anticrimine, videosorveglianza, controllo accessi, sicurezza antincendio, con un'annessa area esterna tecnologicamente avanzata, per le simulazioni progettuali e funzionali direttamente in campo.

Abbiamo intervistato le aziende che hanno creduto e investito nei nuovi i laboratori, del Centro Ragazzi Don Bosco di Roma. Ecco le loro testimonianze.

Felice Ferlizzi, Presidente CESPIS (Centro Studi Prevenzione, Investigazione e Sicurezza).

Il pedagogista Francesco De Bartolomeis definiva i laboratori didattici come luoghi fisici e sociali attrezzati, non un semplice accompagnamento delle attività scolastiche, ma l’ossatura portante della scuola stessa. 

- Quali sono state le motivazioni che hanno spinto il management aziendale nell’aderire a questo innovativo percorso formativo?

"Il CESPIS rappresenta un punto di riferimento nel panorama della formazione accademica dei futuri professionisti della security. La struttura è costituita principalmente da esperti provenienti dal mondo della tutela del nostro sistema istituzionale, già impegnati nella gestione della sicurezza nazionale, grazie soprattutto al contributo di risorse umane e tecnologiche.

In tale contesto, l’obiettivo è quindi quello di formare, attraverso le conoscenze ed esperienze dei componenti maturate sul campo, le nuove generazioni della security con l’obiettivo di poterli aiutare nel raggiungimento delle loro aspirazioni professionali.

In particolare, raggiungere quegli standard con cui poter correttamente progettare e anche utilizzare tutte le tecnologie applicabili ai sistemi di sicurezza integrata, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato, nel rispetto dell’etica comportamentale e professionale.

Affrontare ad esempio il fenomeno del degrado sociale quale strumento di misura attraverso cui individuare i corretti approcci di Risk Analysis, integrando la formazione teorica degli studenti, grazie allo studio del quadro normativo di riferimento con attività pratiche di laboratorio".  

- L’attività in laboratorio, oltre alla normale attività didattica, quale trasformazione concreta darà agli studenti?

"Ogni realtà didattica, compresa quella universitaria, non può prescindere da un corretto percorso laboratoriale, senza il quale nessuno studente potrà venire mai concretamente a contatto con determinate tecnologie e la loro applicazione. 

I profili formativi degli studenti devono essere completati da quelle iniziative formative collaterali che il CESPIS può attivare con l’obiettivo di trasferire anche le cosiddette best practice, fondamentali in quei settori dove la sicurezza è la base essenziale di tutte le attività umane.  

Il progetto ha il suo cardine proprio nell'analisi delle tecnologie, in tutte le sue forme, verificandone le rispondenze teoriche e pratiche, i pregi e i difetti, a tutto vantaggio della funzionalità dei sistemi integrati di security: si pensi ad esempio all'importanza delle attività svolte nei laboratori di polizia scientifica".

- Secondo la vostra vision, quale sarà l‘impatto sui mercati della security che avranno queste nuove figure professionali 4.0? 

"La profonda conoscenza delle tecnologie più attuali è indispensabile per soddisfare, oltre alle attuali esigenze del mercato di riferimento, in modo trasversale e integrato, quella tanto auspicata sicurezza, patrimonio da tutelare e garantire per l’intera collettività".

 

 

 


maggiori informazioni su:
www.cespis.it



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