MILANO - Il Garante europeo per la protezione dei dati (Edps) ha espresso parole di soddisfazione a seguito della sentenza nella causa C-311/18 del 16 luglio 2020 con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha invalidato il "Privacy Shield".
"La Corte Ue ha confermato le critiche allo scudo dei dati Ue-Usa che avevamo espresso più volte” - ha infatti affermato il Garante UE Wojciech Wiewi¢rowski (nell'immagine).
Alla luce di questa sentenza, l’Edps ha reso noto che il suo impegno è ora quello di analizzare attentamente le sue conseguenze sui contratti conclusi da istituzioni, organi, uffici e agenzie Ue, come la recente indagine sull'utilizzo di Microsoft da parte delle istituzioni.
Secondo quando affermato nella nota diffusa dal Garante europeo, la Corte di giustizia dell'Ue ha in particolare ribadito "l'importanza di mantenere un elevato livello di protezione dei dati personali trasferiti dall'Ue a Paesi terzi", chiarendo la responsabilità delle autorità di vigilanza europea per intervenire con misure cautelative nel caso di evidenti rischi.
L'Edps ha inoltre assicurato che "le autorità di controllo europee daranno il loro parere alla Commissione su eventuali future decisioni di adeguatezza, in linea con l'interpretazione del Gdpr fornita dalla Corte".
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