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Coronavirus e comparto Sicurezza

Coronavirus e mercato della sicurezza: progettare il “dopo” secondo Hikvision Italy

03/04/2020

Vittorio Veneto (TV) - Il Coronavirus ha segnato uno spartiacque tra prima e dopo il 23 febbraio. Da lì è storia, una storia che scriviamo giorno dopo giorno e di cui non sappiamo il finale. Quello che è chiaro è che il mondo come lo conoscevamo prima non esisterà più: dovremo riscriverlo noi. Il comparto sicurezza è solido, si adatta alle nuove emergenze e si prepara alla prevedibile impennata di domanda del "dopo". Un "dopo" che tutti siamo chiamati a disegnare mettendo a fattor comune professionalità, intelligenze e knowhow. Abbiamo intervistato alcuni operatori per un primo brain storming.


“Il punto è la tenuta dell’imprenditorialità”, intervista a Massimiliano Troilo, General Manager di Hikvision Italy 


Come vi siete riorganizzati per gestire l’emergenza?

Stiamo lavorando tutti in modalità smart working. Essendo “cinesi”, c’è molta sensibilità da parte dell’azienda verso la problematica Covid e relativi contagi, stiamo anche riducendo leggermente l’orario di lavoro per tenere sotto controllo anche il P&L e rimanere efficienti anche da questo punto di vista. Comunque, grazie alla logistica esterna, ad un'eccellente qualità del profilo dello stock e di disponibilità di materiale, siamo operativi ed in grado di dare servizio come prima e senza particolare impatto sulle attività operative. Soffriamo però di qualche “fisiologico” ritardo negli sdoganamenti e nelle movimentazioni dalla Cina: occorre oggi più attenzione nel seguire le varie fasi perché si sono complicate le operazioni, ma senza esserne pesantemente condizionati. La nostra fabbrica ha ripreso, ormai da metà febbraio, a produrre a piena capacità, i trasporti via mare funzionano e pertanto pensiamo che, perlomeno per questa parte, non vi saranno problemi.


Quali sono le sue previsioni e le aspettative per il post Coronavirus?

Nell’immediato, poiché gli altri segmenti del comparto security sono fortemente legati al residenziale (che ritengo essere il più penalizzato e che probabilmente riprenderà più tardi e più lentamente), suggerisco di concentrarsi sulla videosorveglianza. In questo momento il settore più trainante è quello dei progetti e delle telecamere termiche per la rilevazione della temperatura corporea: come da decreto, ma credo anche per buon senso, si dovrà equipaggiare ogni punto vendita e locale aperto al passaggio e/o sosta di pubblico a sistemi di screening degli stati febbrili. Si tratta non solo di fare business, ma anche di limitare le possibilità che il problema che stiamo vivendo ora in tutta la sua gravità, non si ripresenti o non si riesca a circoscrivere in futuro.

Per il “dopo”, in assenza di interventi strutturali, l’unica raccomandazione che posso dare è di fare attenzione alla liquidità, tenere sulla marginalità a discapito della quantità e ripartire da una forte specializzazione a vantaggio di una professionalità che possa fare la differenza.


Di quale messaggio secsolution.com potrebbe farsi portavoce?

Il vero punto è la tenuta dell’imprenditorialità. La frammentazione che caratterizza il nostro mercato e le PMI risentiranno pesantemente di questo stallo, e ne risentiranno nella misura in cui lo stesso si protrarrà nel tempo. Vedo un cambio radicale dello scenario e ritengo che il sistema nazione debba attivare immediatamente degli interventi per il “post”, con un piano di re-industrializzazione. È essenziale far partire un piano serio ed importante di infrastrutture, ma soprattutto bisogna farsi carico di accorciare i tempi di pagamento (oggi è uno scandalo, soprattutto rispetto a PA e correlati) in modo da ricreare velocemente un giro di circolante che contribuisca a rifar partire in tempi stretti l’economia.

 



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