MILANO - Il datore di lavoro – prescrive il Testo Unico sulla sicurezza – deve adottare le misure necessarie per mettere in salvo il personale nel caso in cui insorga un pericolo grave, immediato e imprevedibile. Le persone devono abbandonare il posto di lavoro o la zona dove si è verificato l’incidente e portarsi in un luogo sicuro. Ma come si fa a conoscere chi è presente al momento in cui si verifica una situazione di pericolo? E, una volta evacuate le persone, come si può avere la ragionevole certezza che tutti si siamo messi in salvo presso i punti di raccolta? Un sistema elettronico di controllo accessi al passo coi tempi può offrire un supporto prezioso agli addetti all’emergenza. Vediamo come.
L'articolo 18 del Testo Unico sulla sicurezza (d. lgs. 81/2008 e s.m.i.), alla lettera (h), prescrive che il datore di lavoro, ed eventualmente i dirigenti, devono adottare le misure necessarie “per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza” e fornire istruzioni affinché i lavoratori, in presenza di un “pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa”. Analoghi obblighi derivano anche dalla normativa inerente la protezione contro gli incendi (DM 10 marzo 1998 art. 3, 1b e s.m.i.). In concreto significa che, partendo da un’attenta valutazione dei rischi, l’azienda deve mettere in atto un efficace piano di emergenza in caso di incendi, calamità naturali, fuga di sostanze pericolose e così via.
Tra le varie misure, la più rilevante è l’evacuazione del personale dall’edificio o dal locale dove l’evento si è manifestato, per farlo confluire in un posto sicuro (punto di raccolta). Il punto di raccolta, oltre a costituire uno spazio per radunare in sicurezza le persone evacuate, è anche la stazione presso la quale fare l’appello in modo da verificare che non vi siano soggetti dispersi.
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