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IoT, il mercato italiano segna un +40% di crescita in un anno

01/06/2017

MILANO - Il mercato italiano dell'Internet of Things continua a crescere e si conferma un traino fondamentale dello sviluppo digitale del Paese. I dati dell’ultimo Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano riferiscono di un mercato a quota 2,8 miliardi di euro nel 2016, il 40% in più rispetto all'anno precedente, con un impulso che proviene tanto dalle applicazioni consolidate che sfruttano la connettività cellulare (1,7 miliardi di euro in aumento del 36%), quanto da quelle che utilizzano altre tecnologie (1,1 miliardi di euro, +47%).

I numeri dell’Osservatorio segnalano dunque una crescita in linea o superiore a quella di altri Paesi occidentali. Questo risultato è in parte legato agli obblighi relativi allo smart metering gas, che impongono alle utility di mettere in servizio almeno 11 milioni di contatori intelligenti entro la fine del 2018. Il rapporto fa però notare che, anche depurando il valore del mercato IoT dagli effetti della normativa, nel 2016 si evidenzia comunque una crescita significativa, di oltre il 20%.

Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things commenta: "Nel 2016 abbiamo osservato importanti segni di maturità dell’Internet of Things in Italia: nuove reti di comunicazione Low Power Wide Area, maggiore offerta di soluzioni, crescita significativa del mercato – spiega Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things. È arrivato il momento di andare oltre il livello attuale di connessione degli oggetti per spostare l’attenzione verso i servizi. Ad esempio, l’auto connessa abiliterà nuovi servizi per la sicurezza, la manutenzione, la navigazione, il risparmio energetico, la mobilità condivisa. I dispositivi della smart home consentiranno di monitorare i consumi energetici per ridurre sprechi o indicare tentativi di infrazione. In fabbrica il monitoraggio degli impianti produttivi consentirà logiche di manutenzione predittiva e addirittura il pagamento dei macchinari in base all’effettivo utilizzo. Nella smart city i dati raccolti potrebbero far sviluppare 'sistemi operativi' per governare meglio il territorio e mettere a punto servizi di valore per la comunità”.

 


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