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Il sistema antintrusione in Piazza San Pietro, efficace ma non mancano i rischi

31/01/2017

ROMA – Anche se l'Isis rimane una grave minaccia per l’Italia, il protocollo di sicurezza per il Vaticano, secondo alcune denunce, continua a risultare abbastanza precario e il rischio dell’intrusione di un terrorista è piuttosto alto. Per sveltire il flusso dei fedeli, in particolare nell’udienza papale del mercoledì e all’Angelus della domenica, i controlli attraverso le apparecchiature radiogene vengono sostituiti con i metal detector portatili, che però non permetterebbero un’ispezione accurata.

Le misure di sicurezza sono state rafforzate dopo i ripetuti attentati in Europa e in occasione del Giubileo della Misericordia, e lo dimostra il fatto che il Ministero dell’Interno ha investito decine di milioni di euro per l’acquisto di 30 macchine radiogene, posizionate in piazza San Pietro.

Per quanto riguarda l'efficacia di questo articolato sistema antintrusione, occorre tenere conto del fatto che le macchine radiogene ispezionano una decina di persone al minuto, un numero esiguo, non in grado di riempire piazza San Pietro velocemente ogni mercoledì e domenica. Viene pertanto disposta un’accelerazione di queste procedure, usando i metal detector a mano pur se queste apparecchiature non garantiscono lo stesso livello di sicurezza.

Il sistema sembra avere un “buco nero” di una decina di metri. I pellegrini, infatti, si inoltrano nel colonnato di destra per una decina di metri senza essere stati controllati e soltanto in prossimità del portone di bronzo, è stata collocata una postazione con l’apparecchiatura radiogena.

 


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