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W la Privacy

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L'azienda può conservare i dati personali del dipendente licenziato solo per un eventuale contenzioso penale

15/03/2011

ROMA - Se è vero che deve essere tutelato il diritto alla privacy dei lavoratori, è anche vero che tale diritto deve essere bilanciato con la possibilità per le imprese di salvaguardarsi nel caso di procedimenti penali. Lo ha stabilito il Garante della Privacy, a cui si era rivolto per un ricorso il dipendente di un'azienda che, dopo il licenziamento, aveva chiesto al suo ex datore di lavoro di cancellare alcune cartelle personali presenti nel computer portatile restituito, opponendosi all'uso dei dati, di esclusiva valenza personale, contenuti nel pc. Nel corso del procedimento, è però emerso che era proprio quel materiale a poter rappresentare per l'azienda la prova della concorrenza sleale posta in essere dal dipendente con altri colleghi. Era intenzione dell'azienda mettere l'hard disk del computer, senza alcuna alterazione, a disposizione dell'autorità giudiziaria, per far valere i propri diritti. Il Garante non ha accolto la richiesta avanzata dal dipendente licenziato, ma ha impedito all'azienda di accedere alle sue cartelle private. Il trattamento dei dati personali estranei all'attività lavorativa avrebbe infatti violato i principi di pertinenza e non eccedenza previsti dal Codice della privacy. All'impresa, l'Autorità ha però riconosciuto il diritto di conservare i file del dipendente così da poterli presentare come prova nell'ambito di un eventuale contenzioso penale, anche se l'acquisizione dei dati dovrà essere subordinata a una precisa disposizione del Giudice.

www.garanteprivacy.it


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