A Bologna si dice “fare la punta agli spilli”. Significa essere minuziosi, meticolosi e puntigliosi al limite della pedanteria.
Ciò che, soprattutto in tempi di cinghia tirata, sono bravissime a fare le signore al supermercato. Non si fanno attirare da lucine, cotillons e false promozioni, queste brave signore: calcolano al centesimo, ma soprattutto sanno rapportare costi e benefici, sanno valutare la qualità vera di un prodotto (non quella urlata nell’etichetta), leggono il dettaglio degli ingredienti per vedere se una sedicente fetta biscottata “biologica” non contenga in realtà grassi idrogenati e olio di palma.
Questo complesso ed utilissimo lavoro dovrebbe essere la ratio della figura che si sta sempre più stagliando nel mondo industriale - sicurezza inclusa: il “negoziatore professionista”.
Non è un buyer interno ed ignora mission e necessità dell’azienda che l’ha assoldato: è un ufficio acquisti in outsourcing che ha l’unico scopo di tirare sul prezzo fino alla morte. Non fa la punta agli spilli al fornitore: non chiede dettagli, non si informa sul prodotto, sulla concorrenza, sulla solidità del vendor, non verifica dati e cifre. Spesso facendo il male dell’azienda committente.
E questo vale anche in un ambito delicatissimo come la comunicazione d’impresa. In questo più che in altri campi ci si affida ancora per amicizia, conoscenze, simpatia. Non si fa la punta agli spilli chiedendo i dettagli dell’offerta, raffrontandola con altre, verificando la reputazione aziendale, la sua solidità strutturale ed economica, la verità sui numeri riportati nelle brochure.
Ebbene, noi vi invitiamo a farci la punta agli spilli: indagate, chiedete, verificate, metteteci in difficoltà.
Farvi investire bene è il primo valore anche per noi.