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Videosorveglianza nei luoghi di lavoro nel mirino

03/01/2011

TORINO - Sul tavolo del procuratore Guariniello sono arrivate decina di istanze tutte sullo stesso argomento: i sistemi di videosorveglianza installati "abusivamente" in maniera più o meno occulta senza chiedere l'autorizzazione ai sindacati o alla direzione provinciale del lavoro. Le telecamere si trovano ormai dappertutto, non solo in banche e uffici postali ma anche in bar, ristoranti, negozi piccoli o grandi, uffici e imprese di ogni tipo. A sporgere querela sono per lo più dipendenti che si sentono in questo modo spiati e controllati a distanza, ma in parte si tratta anche di segnalazioni in seguito ai controlli dell'ispettorato o dai sindacati. Se da un lato per il titolare c'è l'esigenza di controllare la sicurezza del proprio ambiente di lavoro, che nessuno rubi o si faccia male, dall'altra lo statuto dei lavoratori prevede una normativa specifica che vieta l'installazione di qualsiasi dispositivo o apparecchiatura di controllo con la finalità di guardare da lontano se il proprio dipendente stia o meno lavorando. Un problema di privacy si scontra spesso con le esigenze del titolare dell'impresa. Il problema diventa poi ancor più significativo se le telecamere sono occulte, e quindi nascoste. La norma tenta una mediazione tra le parti: non è del tutto vietato installarle, previa autorizzazione, a patto che ci siano finalità specifiche richieste da esigenze produttive, di sicurezza, o di tutela di un bene. Sul sito del Garante Privacy, all'indirizzo: http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1714173 si potranno trovare le novità in materia.



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