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IP Security Forum: domanda e offerta nel talk show FederSicurezza

16/03/2015

VERONA - Quattro buyer di security, le categorie che offrono servizi di sicurezza e l'Istituzione che sovrintende all'operato di queste ultime. Questa la formula del talk show proposto da FederSicurezza all'interno di IP Security Forum il 12 marzo a Verona. Un dibattito, pungente e incisivo, che ha visto confrontarsi domanda ed offerta per mettere a fuoco nuove formule propositive e contrattuali sostenibili e adeguate alle diverse necessità di sicurezza rappresentate. Esigenze che, analisi di mercato alla mano, si somigliano tutte - benché in forma modulare.

Modulare, di conseguenza, dovrà essere l'offerta, con “pacchetti” capaci di soddisfare sia le esigenze più elevate di sicurezza, per le quali la committenza è disposta a pagare purché il personale di vigilanza privata sia formato ed armato (casinò, oreficerie, distributori di carburante), ma anche quelle legate essenzialmente al fattore deterrenza (mercato residenziale e piccolo professionale, per il quale forse i cd. portierati sarebbero sufficienti), passando per le categorie a rischio “intermedio” (esercenti commerciali, locali serali e notturni) e le categorie che devono fare i conti non solo con i patti di stabilità, ma anche con il timore politico-sociale di veder militarizzate le città (aziende trasporti, amministrazioni locali).
Le belle notizie, però, sono due. La prima è che l'Azienda Trasporti di Verona, pur in piena spending review, non ha tagliato i costi per i servizi di sicurezza. La seconda è che chi ha esigenze elevate di sicurezza (come il Casinò di Venezia) è disposto a spendere per una vigilanza privata che garantisca servizi altamente professionali e possibilmente omnibus, che arrivino a lambire anche la tutela della persona. Ebbene, se alcuni aspetti sono ancora lontani dall'attuale impostazione normativa, è però vero che il muro della tutela personale per i servizi privati di security è già stato abbattuto con il decreto antipirateria (se le guardie giurate possono contrastare i pirati in mare aperto, possono anche fare i bodyguard ai VIP).
Ma il punto nodale è la professionalizzazione. Che senza dubbio costa, ma che qualcuno è disposto a pagare per quel che vale, se vale. E allora via libera a pacchetti che, forti di convenzioni tra le rappresentanze delle diverse categorie portatrici di rischio (commercio, gioco, proprietari immobiliari, locali notturni, enti locali o a partecipazione pubblica), possano ammortizzare i costi della formazione di alcune figure compensandole con altre figure, in una logica di grandi numeri. Un'idea emersa a Verona è quella di “spacchettare i territori cittadini per aree calde” e offrire servizi modulari per le diverse necessità di sicurezza rappresentate, garantendo però fasce di prezzi “calmierate” da convenzioni ad hoc, utilizzando il grande ombrello di ConfCommercio. Servizi che quindi possano accontentare tutti, nella misura più adeguata sia sul fronte dell'attività offerta sia sul fronte economico (il pizzaiolo pagherà meno della sala bingo e del gioielliere che si affacciano sulla sua stessa strada, ma più del pensionato che vive nel condominio adiacente).
Sta quindi ora alle aziende investire in tecnologie - ma anche in creatività contrattuale - perché i servizi di security non vengano più venduti “a peso”, e quindi interpretati dai committenti come mere commodity, e anche perché mercati all'estero fiorenti come quello residenziale possano decollare anche nel Belpaese.

 



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