FIRENZE- La privacy online rappresenta una delle sfide più urgenti da affrontare a livello nazionale e internazionale. Il ritardo nell'introduzione delle nuove regole sulla data protection agevola infatti la proliferazione delle violazioni. A Bruxelles sono state poste le basi per l'approvazione della nuova normativa entro il 2015 per favorire il mercato unico digitale, che dovrebbe essere traino per lo sviluppo economico del vecchio continente. Allo stato attuale solo il 15% delle app online fornisce un'informativa chiara all'utente e una ricerca condotta da Federprivacy ha dimostrato che il 67% dei siti italiani tratta i dati degli interessati in violazione al Codice della Privacy. Se si pensa al fatto che gli attacchi informatici sono aumentati del 96% negli ultimi cinque anni, che vi è un'assenza di regole adeguate e di efficaci deterrenti come le sanzioni, sono giustificate la sfiducia da parte degli utenti e le ripercussioni negative sul mercato unico digitale. Nel corso dell'ultimo Consiglio è stato raggiunto un accordo di massima tra gli Stati membri, e lo scorso 16 dicembre la Commissione ha fissato l'obiettivo di portare a termine i negoziati interistituzionali sulla riforma della normativa europea sulla protezione dei dati durante il 2015. Questa necessità ha avuto come conseguenza anche la crescita esponenziale delle certificazioni dei cosiddetti “privacy professionals” basate sulla Norma internazionale ISO 17024: nel nostro paese hanno infatti segnato un +86% rispetto all'anno precedente, a partire dai privacy officer, certificati in Italia dal TÜV Examination Institute, più che raddoppiati in soli due anni. L'urgenza di “conseguire una privacy e una protezione dei dati più efficaci nell'ambiente digitale” è stata espressa anche dal nuovo Garante europeo per la protezione dei dati, Giovanni Buttarelli. www.federprivacy.it
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