In gergo militare, fare quadrato significa compattare un battaglione e disporlo in modo da far fronte ai nemici sui quattro lati. Nel lessico comune significa stringersi, asserragliarsi, stare uniti per far fronte ad una minaccia comune.
La recessione che sta mettendo in ginocchio il paese e che sta facendo soffrire anche il nostro settore, a lungo definito resiliente, non è il solo né il più grande nemico. Le vendite calano, il credito è ormai un lusso e il prestito a lungo termine troppo rischioso, ma tutto questo si incardina in una serie - lunga e reiterata - di politiche antimpresa che nel tempo hanno reso le nostre aziende assai poco competitive rispetto alle colleghe estere. La vera difficoltà dell'Italia è fare impresa. Gli imprenditori sono abbandonati a loro stessi, con le conseguenze ormai sotto gli occhi di tutti, e le promesse della politica, tutte da verificare nella loro fattibilità e reale intenzione applicativa, sono sempre più distanti dalle necessità del vero motore economico del paese.
Ma c'è qualcosa di più insidioso e che purtroppo è scritto in buona parte dell'italico DNA: è il gusto per la frode, per la mancanza di scrupoli, per il mors tua vita mea a tutti i costi. Strategia che sguazza in un contesto recessivo, ma anche nei buchi di un sistema giudiziario drammaticamente lento e nell'iniquità di un impianto normativo che sembra fatto apposta per tutelare i furbi, a discapito di chi paga fornitori, dipendenti, previdenza e tasse. In Italia c'è chi colleziona fallimenti e continua a lavorare indisturbato, senza nemmeno dover scomodare dei prestanomi.
La legge lo aiuta. Peccato che i costi di questi fallimenti (economici, ma anche sociali e concorrenziali) vengano pagati da una collettività già strozzata da mille altri balzelli.
Come rispondere al fuoco incrociato della crisi, della concorrenza sleale e dell'imperante e tuttora pagante mancanza di etica?
L'unica strada è fare quadrato tra imprese oneste: stringerci, conoscerci, parlare tra noi, scambiarci informazioni, essere sistema, mettere alla corda chi gioca fuori dalle regole e riportare in superficie l'etica come valore primario del fare impresa.