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Assemblea Annuale Anie: investimento in innovazione e ricerca il pilastro della crescita

28/06/2012

MILANO - La crescita, vista come "imperativo categorico" Se deve essere individuato un denominatore comune tra le esposizioni dei vari relatori intervenuti all'Assemblea Annuale di Confindustria Anie, svoltasi il 27 giugno scorso presso l'Hotel Principe di Savoia di Milano, è senz'altro questa "emergenza", quella di permettere alle aziende di cogliere e perseguire le opportunità di crescita per uscire dall'attuale, critica, congiuntura economica. Moderato da Paolo Liguori, Direttore editoriale New Media-Mediaset, il momento di riflessione sviluppato nel corso della parte pubblica dell'Assemblea ha visto la partecipazione – oltre 300 i presenti – del Presidente di Confindustria Anie, Claudio Andrea Gemme, dell'economista Alberto Alesina e del Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. L'industria delle tecnologie, che Anie rappresenta – espressione, a fine 2011 di un fatturato aggregato di 71 miliardi euro, di cui 28 di esportazioni - deve poter esprimere tutto il potenziale di creatività e capacità di innovazione di cui è portatrice, ma per favorire il percorso delle imprese italiane di elettrotecnica ed elettronica è essenziale che i troppi vincoli che ne ostacolano lo sviluppo possano essere rimossi.

Come ha evidenziato Gemme, a fine 2011 il fatturato aggregato dei settori Anie ha registrato una flessione del 4,2% su base annua. Il quadro è in netto peggioramento e si evidenziano segnali di discontinuità. I migliori risultati si hanno per i comparti Automazione e Misura (+18%) e Sistemi di Trasmissione Movimento e Potenza (+20%), Illuminotecnica (+4%) e Sicurezza e Automazione edifici (+4,9%), insieme alle tecnologie elettromeccaniche della Trasmissione Energia e Distribuzione Energia. Il 2012 è un anno difficile e preoccupano soprattutto le indicazioni negative fornite dal portafoglio ordini. "Le imprese Anie – ha osservato Gemme – hanno risposto con un forte spirito di progettualità e sono pronte a offrire prodotti e soluzioni intelligenti, centrali nella costruzione di un mondo più efficiente, competitivo, sicuro". Gemme ha quindi posto l'accento su un "programma nazionale per la manutenzione, che può determinare un effetto moltiplicatore nel campo degli investimenti infrastrutturali: investire in infrastrutture significa oggi investire in innovazione tecnologica. Il percorso di cambiamento deve collocare al centro l'industria e l'innovazione, i veri pilastri della crescita". Ed è su quest'ultimo punto che vale la pena soffermarsi.

Nel corso dell'Assemblea, è infatti stata presentata la recentissima Indagine Anie che ha coinvolto oltre 150 imprese. Se il credit crunch è ancora lo spettro più temuto dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche, con altri nemici storici come l'alta pressione fiscale, il costo del lavoro e la burocrazia, è emerso che il principale intervento anti crisi individuato dalla maggior parte delle aziende interpellate (29,6%) è proprio l'investimento in Innovazione, Ricerca e Sviluppo. Alesina, docente alla Harvard University, ha tratteggiato un interessante quadro economico, prima a livello europeo quindi italiano, nel corso del quale ha analizzato con accuratezza le ragioni che ci hanno condotto all'attuale situazione recessiva e i provvedimenti e le misure che possono aiutare l'Italia a recuperare produttività. Molto articolata, infine, la relazione di Giorgio Squinzi, che si è detto "colpito" dal fatto che le aziende associate Anie, una sorta di incubatore di eccellenza tecnologica, individuino nella propensione all'investimento in innovazione, ricerca e sviluppo un fattore abilitante per la crescita.

"Queste imprese – ha osservato – esprimono la connotazione esatta di quello che deve essere un settore virtuoso". Squinzi ha rassicurato i presenti sul fatto che saranno presto resi disponibili dal Governo fondi specifici da destinare proprio all'investimento e che la difesa dell'Euro, intesa come moneta stabile e non come "creazione artificiosa" deve essere vista da tutti come una priorità. "Andare nella direzione degli Stati Uniti d'Europa – ha concluso - è necessario per poter competere nel mercato globale, rinunciando progressivamente a una parte della nostra sovranità nazionale". Credere in un Europa unita e coesa e auspicare una semplificazione delle procedure burocratiche sono, a suo parere, i fattori che contribuiranno a ricreare l'occupazione e, di conseguenza, a far ripartire l'economia del nostro paese. (Foto di David Lenenaz)

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