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Gli alleati tecnologici della Cina contro il Coronavirus: big data e intelligenza artificiale

18/03/2020

MILANO - Nella sua lotta contro il Coronavirus, la Cina può contare su un alleato prezioso, la tecnologia. Come riferisce il Sole 24 Ore, alcuni dettagli sulla macchina messa in moto da Xi Jinping, che più di un mese fa ha lanciato un appello alle aziende tecnologiche del Paese per frenare l'epidemia, iniziano infattti a trapelare.

Si tratta di dettagli che confermano la visione del leader, che considera la Cina pioniera delle nuove tecnologie - è diventata infatti un player di primo ordine in settori strategici come la gestione dei dati e l'utilizzo dei software intelligenti - e non più soltanto come la "fabbrica del mondo".

In queste settimane i colossi dell'industria tech del Paese sono infatti in prima linea in questa battaglia, confermando che la discussa raccolta dei dati personali dei cittadini, in Cina eseguita con molta "parsimonia", si sta rivelando un importante alleato in questo difficile periodo. 

All'appello di Xi, hanno subito risposto grandi realtà come come Alibaba, Baidu e Tencent e hanno messo a disposizione le loro migliori innovazioni: Big Data, Intelligenza Artificiale, robotica e device connessi. 

Dai Big Data all'Intelligenza Artificiale

Le applicazioni che utilizzano i Big Data hanno ad esempio permesso al governo di intensificare il suo sofisticato, e criticato, sistema di sorveglianza, che vanta circa 200 milioni di telecamere di sicurezza installate in tutto il Paese. Queste stesso sistema viene oggi utilizzato per far rispettare la quarantena ai pazienti infetti e per mappare i movimenti del virus.

E' inoltre cresciuto in modo esponenziale e in quasi tutto il Paese l'utilizzo di telecamere intelligenti in grado di intercettare le persone che non indossano una mascherina, ma anche di effettuare una scansione termica in real time, in modo da individuare eventuali casi di febbre.

SenseTime, una delle principali società di intelligenza artificiale in Cina, ha reso noto che il suo software di rilevamento della temperatura “contactless” è stato implementato nelle stazioni della metropolitana, nelle scuole e nei centri pubblici di Pechino, Shanghai e Shenzhen. La stessa società ha inoltre sviluppato una piattaforma in grado di riconoscere i volti, anche se i cittadini scansionati indossano le mascherine.

Un sistema di diagnosi

Spetta ad Alibaba il merito di aver sviluppato un nuovo sistema di diagnosi del Covid-19 basato sull'intelligenza artificiale. Tramite scansioni tomografiche computerizzate (quindi tramite TAC) - permette di individuare nuovi casi di coronavirus con un tasso di accuratezza fino al 96%. Sono necessari soltanto 20 secondi e questo abbatte di molto i tempi di attesa dei tradizionali tamponi.

Stando a quanto riferisce il quotidiano cinese Global Times, le forze di polizia della città di Chengdu (nella provincia del Sichuan) utilizzano caschi intelligenti in grado di misurare la temperatura delle persone entro un raggio di 5 metri. E' però lo smartphone lo strumento cardine: grazie ad alcune applicazioni, i cittadini cinesi e le autorità stanno affrontando la situazione in modo molto più organizzato.

Per fareun esempio, un'app chiamata Alipay Health Code (sviluppata da Alibaba) assegna ad ogni cittadino un colore: verde, giallo o rosso, a indicare chi può essere ammesso negli spazi pubblici, chi ha problemi di salute e chi deve rimanere a casa, in quarantena.

L'app utilizza i big data in possesso alla Sanità cinese per identificare potenziali portatori di virus ed è stata adottata in oltre 200 città della Repubblica Popolare.

Anche Tencent, la holding che sta dietro alla popolare app di messaggistica WeChat (la più diffusa in Cina), ha lanciato una cosa simile basata su un codice QR. L'app si chiama “close contact detector” e avvisa gli utenti se entrano in contatto con un potenziale cittadino portatore di virus. Il principale operatore telefonico del Paese, China Mobile, ha condiviso con alcuni media i dati di spostamento dei suoi utenti affetti da virus: dal treno preso, fino alla metropolitana o al supermercato. In alcune città questo ha permesso di tracciare le possibilità di contagio.

I timori per la privacy

A fronte dell'indubbia efficacia di questa "macchina tecnologica", persistono i dubbi sugli effetti, sia diretti che indiretti, che questa nuova massiccia raccolta di dati potrà avere sulla privacy dei cittadini cinesi. Molte delle app che sono state citate richiedono agli utenti di registrarsi con il loro nome, numero di identificazione nazionale e numero di telefono e allo stato attuale non vi è grande trasparenza sul modo in cui il governo di Pechino sta effettuando i controlli incrociati.

A una crescente diffusione delle app corrisponde quindi una maggiore paura che si possano verificare casi di discriminazione verso i cittadini positivi al coronavirus. 

 

(Fonte: Il sole 24 Ore del 9 marzo 2020)

 

 



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