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Cybercrime e sicurezza dei domini, come proteggere il brand

01/01/2020

MILANO - Le linee di demarcazione tra la protezione del brand e la sicurezza informatica stanno diventando sempre più sottili poiché l’una influenza l’altra. Secondo l’ultima ricerca di MarkMonitor, azienda specializzata nella protezione del brand online, negli ultimi 12 mesi l’86% delle aziende ha subito diversi attacchi tra cui phishing, impersonificazione del sito web, malware, truffe di business e-mail compromise, oltre che smishing e vishing.

I rischi maggiori per i brand e i consumatori riguardano il phishing, i social media e i siti web non autorizzati, sebbene le pagine ufficiali dei brand siano quelle maggiormente attaccate. I cybercriminali cercano di sfruttare i brand per ottenere un ritorno economico diretto o sotto forma di acquisizione di informazioni sensibili e il brand non è l’unico che può subire abusi, tra cui danni alla reputazione e perdita di ricavi, anche i consumatori e i loro dati sono a rischio.

Il potenziale difensivo/offensivo dell’Intelligenza artificiale

Se la tecnologia rappresenta la soluzione, spesso può diventare anche parte del problema, poiché la sofisticazione degli attacchi informatici viaggia di pari passo con l’evoluzione tecnologica. L’uso dell’AI ha potenziale difensivo/offensivo: può aumentare drasticamente le violazioni online dovute all'affective computing, potendo riconoscere, rispondere e manipolare le emozioni umane, oppure può, unitamente a nuove tecnologie come big data e machine learning, essere utilizzato per il monitoraggio dei rischi nel dark web.

Akino Chikada, Senior Product Marketing Manager, MarkMonitor prosegue queste riflessioni nel suo articolo. Per proseguire la lettura:  

https://www.secsolution.com/articolo.asp?id=783  

    



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