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Nuove sfide del security manager nel Retail: abbattere la sindrome del cigno nero

Nuove sfide del security manager nel Retail: abbattere la sindrome del cigno nero
05/12/2022

Se il Covid ha puntato i riflettori sul security manager, accentrando ulteriormente su questa figura i principali processi decisionali e funzionali, l’attuale congiuntura sta spostando il focus sui temi del risparmio energetico, della sostenibilità e della sicurezza cyber legata alla migrazione digitale degli store e alla cross canalità.

Non più dunque soltanto sicurezza e loss prevention, ma anche ESG, digitalizzazione, gestione dei dati e soprattutto business intelligence per efficientare processi e strategie: i temi di cui si occupa il security manager sono sempre più ampi e complessi.

Il contesto tecnologico

Il tutto in un contesto di carenza di personale e great resignation, unito a difficoltà di approvvigionamento, con conseguenti possibili frizioni nelle supply chain.

Tutto converge verso una profonda valorizzazione dell’abilità manageriale del security manager, della sua capacità di adeguarsi e di saper anche prevenire le nuove esigenze dei retailer, della sua conoscenza delle tecnologie di supporto.

Tecnologie che a loro volta da tempo convergono su più temi di interesse che vanno ben oltre la sicurezza per abbracciare un utilizzo sempre più ampio e creativo dei metadati che alla security associ automazioni, gestione energetica e dei processi.

L'evento

Per comprendere l’evoluzione del fenomeno, dove la parola chiave è intelligenza artificiale, e per esplorare le nuove sfide del security manager analizzando il contesto tecnologico e normativo di riferimento, Ethos Media Group ha organizzato il 2 Dicembre a Bologna, in collaborazione con AIPSA e Geovision, una tavola rotonda tra security manager e industria di settore, con varie escursioni nell’attualità.

Il risultato dell'incontro

Nel rimandare alle pagine di secsolution magazine per un puntuale resoconto dei lavori, riportiamo un primo punto di sintesi delle varie posizioni espresse.


Per uscire dalla “sindrome del cigno nero” e dalla retorica negativa associata ad una funzione di security che continua troppo spesso a non essere considerata come un'opportunità ma come un mero costo, occorre disporre di sistemi che possano misurare matematicamente i benefici generabili da efficaci processi e tecnologie o di sicurezza.

E sarebbe cruciale costruire progetti di ricerca e sviluppo capaci di coinvolgere più dipartimenti della committenza (dal marketing al sales al legacy, oltre all'IT e alla security) in modo da agganciare il credito d'imposta stanziato per l'industria 4.0 e prorogato sino al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2031.

Non solo: idealmente questi progetti dovrebbero allargarsi ad un concetto di sicurezza partecipata capace di coinvolgere – in un più efficace partenariato pubblico-privato - anche le forze dell'ordine in un processo di condivisione di informazioni e di best practice.

Ma prima di tutto è essenziale costruire un linguaggio più friendly e orientato alla crescita del business, piuttosto che al danno che può procurare una differenza inventariale. Un esempio? Smettere di evocare il concetto di loss (perdita) per soffermarsi invece su un approccio di stock accuracy e di miglioramento continuo.


Secsolution magazine raccoglie la sfida della comunicazione: nel dare appuntamento al prossimo numero, ringraziamo:

  • Giulia Giacomel, security manager Gruppo Essilor Luxottica
  • Giuseppe Putrino, security manager Fastweb
  • Alessandro Manfredini, presidente di Aipsa
  • Giuseppe Mastromattei, consulente, Be Bumper Evolution
  • Maurizio Scaccabarozzi, A2a Smart City, system integrator
  • Domenico Basile, P.M. Geovision.

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